Per il Consiglio degli Stati le modifiche concernenti i diritti popolari e politici, approvate in votazione lo scorso anno, sono conformi al diritto federale
Le modifiche alla Costituzione cantonale ticinese concernenti i diritti popolari e politici, approvate in votazione a larga maggioranza lo scorso anno, sono conformi al diritto nazionale. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati accordando - tacitamente - la necessaria garanzia federale.
Il 10 febbraio dello scorso anno, ha ricordato il relatore commissionale Stefan Engler (PPD/GR), i ticinesi avevano approvato in votazione quattro modifiche costituzionali concernenti i diritti politici dei ticinesi all'estero, i termini per la raccolta delle firme, i progetti con varianti nel caso di revisione della Costituzione cantonale e le regole concernenti il voto in caso di iniziative popolari legislative. I quattro progetti sono tutti stati approvati con percentuali di "sì" superiori al 70%.
Oltre a quella ticinese, i "senatori" hanno accordato la garanzia anche alle costituzioni rivedute di Uri (regolazione degli effettivi di grandi predatori e estensione del sistema maggioritario nelle elezioni del Gran Consiglio), Vaud (accesso a centri di accoglienza medico-sociali), Vallese (data della sessione costitutiva del Gran Consiglio e il termine tra il primo e il secondo turno nelle elezioni cantonali) e Ginevra (compiti pubblici in ambito artistico e culturale).
Tra queste modifiche costituzionali, si segnala quella sull'elezione di 64 deputati del legislativo urano. La particolarità del cantone è che ogni comune costituisce un circondario elettorale. In futuro nei quattro maggiori comuni (Altdorf, Bürglen, Erstfeld e Schattdorf) si voterà con il sistema proporzionale denominato "doppio Pukelsheim", giudicato più equo per i piccoli partiti, mentre altri quattro comuni passeranno dal proporzionale al maggioritario.
L'introduzione in questi grossi comuni del "doppio Pukelsheim" (dal nome del matematico tedesco che lo ha concepito), considerato più equo per il conteggio dei voti, è stata approvata con il 68% dei voti lo scorso 19 maggio. Il cambiamento fa seguito a una sentenza del Tribunale federale che nel 2016 aveva giudicato incostituzionale l'attuale sistema, come ha ricordato la "senatrice" Heidi Z'graggen (PPD/UR).
Durante le discussioni, Lisa Mazzone (Verdi/GE) ha criticato la revisione costituzionale urana sollevando la questione della rappresentatività dei piccoli partiti. Lo stesso Consiglio federale ha emesso riserve, ha ricordato la ginevrina, giudicando quello in discussione "un caso limite".
Il dossier passa ora al Consiglio nazionale.