Attivato un gruppo di coordinamento e previsto un infopoint. Ecco le misure e le raccomandazioni
Dopo il susseguirsi di notizie da oltreconfine sul Coronavirus, questa mattina ha preso la parola il Dipartimento sanità e socialità in una nota ufficiale. “Le autorità federali e cantonali, si legge, stanno seguendo costantemente la situazione di diffusione del Coronavirus in Italia. Il Canton Ticino da tempo si sta preparando a gestire i possibili casi di Coronavirus sul territorio e le strutture sanitarie sono pronte. Domani (lunedì, ndr) il gruppo di coordinamento allargato deciderà quali ulteriori misure sarà necessario attivare, alla luce dell’evoluzione della situazione nel Norditalia”.
L’Ufficio federale della sanità pubblica, il medico cantonale Giorgio Merlani, gli operatori sanitari, le autorità e gli enti preposti a gestire una possibile diffusione del virus in Svizzera e in Ticino, ribadisce il Dss, “sono stati in costante contatto nelle ultime settimane, e in particolare durante questo weekend. Si sono tenute e si stanno tenendo conferenze telefoniche fra tutti i partner, con un continuo confronto, allo scopo di predisporre le misure necessarie a far fronte a possibili contagi”.
Dalle informazioni assunte finora, in Italia “sembrano esserci stati contagi senza un chiaro legame epidemiologico fra loro. In rispetto del principio di prudenza, non potendo escludere allo stato attuale l’apparizione di casi comunitari, le modalità di presa a carico sanitaria in Ticino sono pertanto state subito rinforzate, sia nella gestione dei casi negli ospedali che dal punto di vista dei criteri clinici con cui vengono individuati i casi sospetti”.
In concreto: “i casi che presentano – anche senza legame epidemiologico sicuro con la Cina o con casi confermati negli ultimi 14 giorni – sintomi di un’infezione respiratoria acuta con difficoltà respiratorie, verranno valutati più attentamente e i casi che presenteranno una serie di segni e sintomi compatibili, saranno trattati come casi sospetti: isolati e sottoposti allo striscio naso-gola alla ricerca del nuovo Coronavirus. Anche in assenza di viaggi”.
Domani, lunedì, quindi, “il gruppo di coordinamento allargato deciderà quali ulteriori misure attivare. Le decisioni che verranno prese saranno comunicate nel corso di un infopoint previsto al termine dell’incontro, nel pomeriggio di lunedì”.
Si conferma, inoltre, che in Svizzera “nessuno è risultato, fino ad ora, positivo al virus e attualmente in Ticino non risultano né casi sospetti né persone poste in quarantena”.
L'invito è alla responsabilità. “I cittadini che avessero avuto contatti diretti con casi confermati o che si fossero recati in Cina negli ultimi 14 giorni e che presentassero sintomi delle vie respiratorie inferiori (tosse o difficoltà a respirare) e febbre a evitare di presentarsi spontaneamente nelle strutture sanitarie, ma di rivolgersi esclusivamente per telefono al proprio medico di famiglia, al Servizio di guardia medica (091 800 18 28), o alla Centrale di soccorso 144 nei casi urgenti o ai Pronti soccorsi del Cantone (previo contatto telefonico)”.
Si ricorda infine che le informazioni costantemente aggiornate sono disponibili sul sito web sia a livello cantonale: www.ti.ch/coronavirus, sia a livello federale: www.bag.admin.ch.
Il Coronavirus si estende in Lombardia e la politica ticinese bussa a Palazzo delle Orsoline. Per il deputato Udc Tiziano Galeazzi la domanda “non è più se arriverà, ma quando arriverà” virus in Ticino. Così in un’interpellanza, la seconda in poche ore, al Consiglio di Stato. In buona sostanza, fa capire il gran consigliere le “rassicurazioni ufficiali espresse in questi giorni dal Medico cantonale non soddisfano per nulla parte della popolazione, me compreso”. La popolazione ticinese, rilancia va informata “in modo capillare”. Ma soprattutto, chiede, che “tipo di misure concrete il Ticino stia pianificando”.
Inoltre, domanda se il Cantone ha “interpellato tutte le categorie economiche per valutare il rischio di chiusura momentanea” e come intende assicurare “ la continuità dei servizi delle amministrazioni pubbliche cantonali e comunali, in caso si necessiti di isolare alcuni Comuni ticinesi o Uffici pubblici cantonali”. Infine, il cantone dispone di “strutture sanitarie pronte a intervenire e ad accogliere eventuali pazienti positivi al virus, al di fuori degli ospedali”?
C'e anche il gruppo socialista a chiedere lumi al Consiglio di Stato sul Coronavirus. "Alla luce di quanto sta avvenendo nella vicina Lombardia", si legge nell'atto parlamentare, "si chiede al Consiglio di Stato di indicare quali siano le procedure previste nel nostro Cantone di fronte all’eventuale manifestarsi di casi di Coronavirus". Anche i socialisti puntano sulla comunicazione adeguata. Insomma, il governo intende "informare la popolazione, oltre a quanto già dichiarato fin qui dal Medico cantonale, su quali siano le misure previste per la gestione di eventuali casi di infezione e quali le procedure previste nel caso in cui si dovesse sviluppare un focolaio nel territorio ticinese. Riteniamo infatti che una corretta e puntuale informazione possa rendere la popolazione più tranquilla rispetto ad un’eventuale presenza del virus anche in Ticino".