Nel ricorso al Tribunale federale contestato il vincolo dell’entrata in vigore del testo al contratto collettivo e l’accusa “di aver mentito agli elettori”
“Il popolo è stato truffato, in merito alla Legge sull’apertura dei negozi nel 2016 ha votato un’altra cosa”. Il sindacato Unia è sulle barricate e, come anticipato, nella giornata di ieri ha inoltrato un ricorso al Tribunale federale. “Il contratto collettivo vincolato alla Legge peggiorerà le condizioni”, annota Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia, spiegando alla stampa le ragioni del ricorso.
Ricorso che non verterà esclusivamente sul ccl perché “non possiamo ricorrere senza avere dati che non ci forniscono, e perché non abbiamo il potere di bloccare quanto deciso da padronato e altri sindacati escluso il nostro”. Oggetto del reclamo al Tf è “tutto il concetto, dall’aver incostituzionalmente vincolato, con l’articolo 23, l’entrata in vigore della legge a un ccl – quindi violando l’unità di materia mischiando legge cantonale come quella sui negozi, e federale come la protezione dei lavoratori – all’aver, ripetiamo, truffato gli elettori”. Nel senso che, spiega Gargantini, “quando il popolo si è espresso su questo tema, gli era stato detto che si sarebbe trattato di mezz’ora in più di apertura. Invece, con la questione delle deroghe e della follia delle zone turistiche e di frontiera la deroga è diventata regola”.
E questo per Unia “è intollerabile”, poiché “oltre essersi fatti beffe della volontà popolare, altroché accusare noi perché facciamo ricorso, hanno deciso qualcosa di cui nessuno ha parlato prima”. Queste deroghe “per motivi turistici non consentono mezz’ora in più, ma per i negozi fino a dieci dipendenti e sotto i 200 metri quadri di superficie sia in estate sia in inverno si arriva alla possibilità di aprire fino alle 22:30 tutti i giorni, festivi compresi” spiega il segretario regionale di Unia. Il tutto, “senza alcun corrispettivo ai lavoratori: con il nuovo ccl della vendita, guadagneranno 1.58 franchi in meno all’ora rispetto al contratto normale di lavoro perché la tredicesima è stata istituita considerando il medesimo salario. E sarà inferiore anche rispetto al salario minimo appena deciso dal Gran Consiglio”.
E, “beffa delle beffe, queste zone turistiche nel decreto sono un’ottantina: compresa Molino Nuovo a Lugano”, dove si è svolta apposta la conferenza stampa. “Sono nato e cresciuto in questo quartiere, in 43 anni non ho mai visto un pullman di turisti” aggiunge sarcastico Gargantini.
Insomma, ora la palla è nel campo del Tf. Al quale Unia chiede L’abrogazione della Legge sull’apertura dei negozi, del regolamento della legge e del suo decreto esecutivo: “Quello che consente queste assurde deroghe, di cui nessuno ha mai parlato al popolo quando si è votato”.
E sulle possibili accuse di tradire la volontà popolare, Gargantini è caustico: “Sono gli altri ad averlo fatto, ad aver mentito. E i sindacati come l’Ocst che hanno avallato queste decisioni risponderanno ai lavoratori delle scelte fatte e di come sono state prese. A partire da un ccl approvato, ma da noi non firmato, con sotterfugi e modi poco chiari”.