Ticino

Pedrazzini: Ssr e media privati dialoghino di più

Il nuovo vicepresidente della Società svizzera di radiotelevisione: eventuali ostacoli politici ridurrebbero la capacità concorrenziale dell'azienda

18 dicembre 2019
|

«È anche un riconoscimento per la minoranza svizzero italiana». Il ticinese Luigi Pedrazzini è il nuovo vicepresidente della Ssr. Lo ha nominato venerdì scorso, ma l’avvenuta designazione è stata ufficializzata solo ieri, il Consiglio di amministrazione della Società svizzera di radiotelevisione, Consiglio del quale Pedrazzini fa già parte in qualità di presidente della Corsi, la Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Subentrerà il 1° gennaio a Jean-François Roth, che alla fine di quest’anno, indica la Ssr in un comunicato, lascia il proprio mandato di presidente della Radiotelevisione della Svizzera romanda “dopo dodici anni di attività”. Pedrazzini è stato nominato “per il periodo 2020-2023”.

Un periodo che si prospetta non facile, basti pensare ad esempio all’annunciato piano di risparmio che per l’anno prossimo si tradurrà in otto milioni di franchi per la Rsi, sui cinquanta previsti sul piano nazionale. Con Pedrazzini alla vicepresidenza alla Ssr il futuro della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana sarà a tinte meno fosche? «Il carattere federalista e solidale della Ssr tra le sue regioni, e dunque anche la chiave di riparto, non sono messe in discussione», afferma Pedrazzini, interpellato dalla ‘Regione’. «Il riconoscimento per la Svizzera italiana di un’emittente radiotelevisiva importante a livello nazionale non è quindi in discussione. Però non possiamo evitare – aggiunge il neovicepresidente della Ssr – che determinate misure di contenimento dei costi interessino anche la Rsi, in una maniera evidentemente proporzionale». E allora si cercherà «di contenere i costi organizzativi e amministrativi per evitare laddove possibile tagli su personale e offerta». Se ciò basterà «lo dirà il futuro, considerando che la pubblicità è in diminuzione per la Ssr, come per i giornali». Continua Pedrazzini: «Il mio ruolo in seno al Cda della Ssr, indipendentemente dalla funzione di vicepresidente, presuppone un impegno verso tutta l’azienda, non solo verso una sua componente. Cercherò di essere attento agli interessi della Svizzera italiana, ma all’interno di un’azienda già sensibile verso le minoranze di questo Paese».

Il Sindacato svizzero dei massmedia (Ssm) sostiene in una recente nota che “la Ssr, invece di investire in progetti immobiliari di prestigio, dovrebbe concentrare le sue limitate risorse nello sviluppo dei suoi programmi e in una retribuzione più giusta al suo personale, in particolare quello più giovane”. Una critica che secondo Pedrazzini non si giustifica. «In questi anni – dice – ogni volta che abbiamo parlato di un progetto immobiliare l’abbiamo fatto pensando alle conseguenze sull’organizzazione dell’azienda, per fare in modo che gli immobili della Ssr non siano ‘fini a sé stessi’ ma funzionali a permettere il contenimento di costi, senza toccare il personale o l’offerta dell’azenda. Abbiamo preso parecchie decisioni nel settore immobiliare, che per finire hanno effetti positivi sulle casse della Ssr. Il Cda ha fatto una scelta: prima di andare a ridurre personale o toccare l’offerta vediamo di fare in modo che gli immobili vengano costruiti e strutturati in modo tale da consentire dei risparmi organizzativi importanti o delle strategie di sviluppo importanti». In seno al Cda «sono pure presidente del Comitato investimenti e posso dire che anche la recente decisione del campus di Losanna è stata approfondita per assicurare alla Ssr la possibilità di implementare le nuove strategie tenendo conto delle risorse limitate dell’azienda».

Dopo lo scomparso Claudio Generali, un ticinese torna alla vicepresidenza della Ssr. E le sfide per l’azienda non mancano. «Il futuro lo costruiscono donne e uomini di oggi, chi lavora nell’azienda. Se dipendesse da questi fattori, capacità di innovazione e capacità di affrontare sfide coraggiose, l’azienda avrebbe tutti gli strumenti. Se dipendesse dal popolo, il voto contro No Billag ci dice che la Ssr deve rimanere un’azienda forte, indipendente e federalista. È importante che non arrivino ostacoli dalla politica, che capisca che in questa situazione di cambiamento verso il digitale è problematico mettere alla Ssr dei limiti d’azione che potrebbero ridurre la sua capacità concorrenziale. Il discorso diventa di piazza mediatica svizzera: Ssr e media privati devono dialogare di più per affrontare sfide che si possono vincere se si affrontano con una strategia comune».

Quei ticinesi nei posti chiave

La carica di vicepresidente della Ssr è già stata ricoperta da un ticinese: Claudio Generali. L’ex consigliere di Stato, scomparso nel 2017, la ricoprì dal 1997 al 2011, gli stessi anni in cui fu presidente della Corsi. E ticinesi furono anche due direttori generali della Ssr. Vale a dire Stelio Molo, dal 1972 al 1981, e Antonio Riva, dal 1987 al 1996. E fu un rappresentante della Svizzera italiana ad assumere la presidenza della Società svizzera di radiotelevisione: Ettore Tenchio, originario di Roveredo, già consigliere di Stato grigionese. Con la nomina del locarnese Luigi Pedrazzini, 66 anni, a vicepresidente, il Ticino, meglio la Svizzera italiana, torna al vertice della Ssr. In Consiglio di Stato, dove ha diretto il Dipartimento istituzioni, per tre legislature (dal 1999 al 2011), avvocato, Pedrazzini è stato anche presidente del Ppd. Prima dell’elezione in governo, è stato consigliere comunale a Locarno e granconsigliere. Politico di lungo corso, ma non solo. Pedrazzini ha diretto la Società elettrica sopracenerina e sul fronte giornalistico l’organo del Ppd ‘Popolo e Libertà’. Senza dimenticare la sua passione per il canottaggio.  

‘Esperienza e capacità di mediazione’

«Per noi tutti questa nomina è una bella notizia». È soddisfatto Maurizio Canetta, direttore regionale della Rsi, nel commentare raggiunto dalla ‘Regione’ la nomina di Luigi Pedrazzini alla vicepresidenza della Ssr. È soddisfatto perché si tratta di una nomina che «conferma senza dubbio il valore del lavoro di Luigi Pedrazzini nel Consiglio di amministrazione della Ssr». E sulle conseguenze pratiche che può avere questa novità per quanto concerne il futuro della Rsi, e di rimpallo per la sua offerta e la situazione relativa al personale considerando i tagli già previsti, rileva: «Naturalmente assumere il ruolo di vicepresidente non comporterà, da oggi, l’automatica accettazione di tutte le istanze svizzero-italiane, perché si tratta di gestire un’azienda nazionale». Però c’è un però, un piccolo fattore positivo. Vale a dire che «è indubbio che l’esperienza e la capacità di mediazione di Luigi ci permettono di avere una sponda importante, oltre alla consapevolezza che ci sarà una voce ancor più autorevole nel Consiglio di amministrazione».