Ticino

‘Ora il Ppd restituisca il favore’

Caprara (Plr): il risultato del primo turno deve mobilitarci in sostegno all’elezione di Merlini

7 novembre 2019
|

«Il risultato del primo turno ci deve fortemente allarmare. Non possiamo rimanere indifferenti». Ma è una ferita che va cicatrizzata subito, perché «deve farci reagire, scuotere». Con un auspicio, netto: «Ci attendiamo un segnale di ritorno altrettanto esplicito da chi, grazie alla congiunzione di centro, ha mantenuto le posizioni». Leggasi: Partito popolare democratico. Bixio Caprara, presidente del Plr, davanti al ‘parlamentino’ liberale radicale convocato stasera a Bellinzona galvanizza la base e la invita «alla massima mobilitazione per sostenere Giovanni Merlini al ballottaggio del 17 novembre», rinviando alla prossima riunione – già agendata per il 28 novembre – i bilanci. Perché questo «non è il momento per valutazioni affrettate sulla congiunzione con Ppd e Verdi liberali». Certo, concede: «Al Comitato cantonale del Primo agosto che ha ratificato la decisione un terzo non l’aveva approvata, e questo scetticismo, per non dire contrarietà, si è sentita in modo pronunciato».

Dibattiti interni ed eventuali resa dei conti rinviati, dunque, anche se Roberto Stoppa nella sua analisi annota come «il Ppd abbia doppiamente salvato i due seggi grazie al Plr, un regalone. Ma noi abbiamo un potenziale di voti di circa 6’200 voti». Nell’attesa, Caprara ne ha per tutti, da sinistra a destra. Ne ha per Marina Carobbio, «la candidata rossa», che «sottolinea l’importanza di avere una donna agli Stati. Ma prima di questioni di genere vengono valori, progetti e idee». E sulla difesa della Svizzera italiana, si alza la contraerea in difesa del consigliere federale Ignazio Cassis: «Il fronte rossoverde pretende subito un seggio in governo e ha ovviamente messo sotto attacco il seggio di Cassis. Per questo, oltre che per il valore di Merlini, non possiamo permetterci di perdere neanche un seggio». E a destra? Ce n’è anche per Marco Chiesa. «Si è lamentato di un presunto attacco personale», dice Caprara. «Ma se parliamo di rispetto mi sembra sia stata l’Udc a illustrare altri partiti come dei vermi in una mela: fa quasi tenerezza sentire lamenti da quelle parti». Insomma, nessuna retromarcia: «L’Udc si è sempre schierata compatta contro ogni forma di accordo bilaterale, contro le misure d’accompagnamento, sempre contro condizioni quadro a favore delle piccole e medie imprese: il loro candidato è il vicepresidente nazionale».

E se Merlini «assieme a Lombardi» garantirebbe per Caprara «al Ticino di essere ascoltato e capito, soprattutto per le sue peculiarità», la campagna per il ballottaggio non può non tenere conto di quanto deciso l’altroieri dal Ps, vale a dire il lancio di un referendum contro la riforma fiscale. «Il Ps mostra gravi limiti di affidabilità, ostaggio di una sinistra estrema», tuona Caprara. «I rossi», si sono opposti a «una riforma moderata, non hanno resistito. E il dato politico è che il loro consigliere di Stato accetta una soluzione governativa che prevede anche 17 milioni per la scuola, ma poi appena il tema arriva in parlamento ecco il liberi tutti e il solito ostruzionismo strumentale rossoverde di chi è ingessato in posizioni conservatrici».

Ma, tornando al tema principale della serata, il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini alludendo alle Comunali della prossima primavera, ammonisce: «Un’eventuale perdita del seggio agli Stati sarebbe un macigno che ci trascineremmo nel 2020». Christian Vitta, direttore del Dipartimento finanze ed economia, rincara: «Se perdessimo il seggio lo sconfitto non sarebbe solo Merlini, ma tutto il partito. Ricordiamoci che a dicembre si rinnova il Consiglio federale: quale segnale darebbe il Ticino se il partito cui appartiene uno dei ministri (Cassis, ndr) non riuscisse a eleggere Merlini agli Stati?».

Ed è infine Giovanni Merlini a chiamare alla mobilitazione: «Sono pronto a combattere!», esclama tra gli applausi. Combattere una battaglia che «sarà durissima. Ma se di fianco a Lombardi venisse eletto un rappresentante del nazionalismo Udc o una rappresentante dell’area rossoverde i quali sette, otto volte su dieci votano all’opposto, avremmo in entrambi gli scenari lo stesso effetto: la neutralizzazione della rappresentanza ticinese agli Stati. Con il risultato che il nostro Cantone vedrebbe ridotto il suo peso».