Ticino

'Quante sono le donne nei consigli d’amministrazione?'

Dopo l'Acr, un'interrogazione delle deputate Tamara Merlo e Maristella Patuzzi (Più Donne) al Consiglio di Stato: 'Le donne sono adatte per fare parte di un CdA'

Non solo un nome controverso per l'Acr settimana scorsa in Gran Consiglio: cinque uomini e zero donne (Ti-Press)
23 settembre 2019
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"Quante sono le donne nei consigli d’amministrazione?". La domanda giunge sul tavolo del Consiglio di Stato tramite un'interrogazione delle deputate Tamara Merlo e Maristella Patuzzi (Più Donne), a seguito della seduta di Gran Consiglio di lunedì scorso in cui è stata rinviata la trattanda relativa alle nomine dei membri del consiglio d’amministrazione (CdA) dell’Azienda cantonale dei rifiuti (Acr) perché uno dei nominativi proposti è stato ritenuto inopportuno. Ma per Merlo e Patuzzi, oltre al nome controverso, la questione è anche un'altra: i candidati per il CdA sono cinque uomini e zero donne. "Siamo più che convinte che il nostro Governo sia cosciente del fatto che metà della popolazione ticinese è composta da donne – affermano le deputate di 'Più Donne' –, che anche le donne hanno accesso agli studi ormai da alcuni anni e che in numero consistente le donne svolgono pure professioni di alto livello, tali da renderle adatte e qualificate per far parte di un CdA".

Le deputate della lista Più Donne rivolgono pertanto le seguenti domande all’indirizzo del Consiglio di Stato:

1.    il Consiglio di Stato tiene conto di una equilibrata rappresentanza femminile in seno ai CdA per cui è chiamato a sottoporre dei nomi?

2.    In sede di scelta dei nominativi, quali sono i criteri che ispirano il Consiglio di Stato?

3.    Come valuta il Consiglio di Stato la presenza di donne nei CdA di aziende pubbliche e parapubbliche?

4.    Quante sono le donne nei suddetti CdA? Che percentuale rappresentano rispetto agli uomini?

5.    Quali reputa che siano i motivi di una (eventuale) sotto-rappresentanza femminile nei CdA di aziende pubbliche e parapubbliche?

6.    Come intende agire il Consiglio di Stato per riequilibrare una situazione in palese contrasto con i principi di parità che informano il nostro stato di diritto?