Ticino

Due nigeriani in manette per truffa (via web) e spaccio

Il primo uomo è coinvolto nei raggiri via internet, il secondo è sospettato di aver distribuito un 'importante quantitativo di droga' in Ticino

Foto archivio Ti-Press
21 agosto 2019
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Due nigeriani arrestati in relazione a truffe via internet e allo spaccio di droga in Ticino. Le manette sono scattate ai polsi dei due quarantenni in momenti diversi. Il primo è stato intercettato al valico autostradale di Chiasso Brogeda. Su di lui già pendeva un mandato d'arresto della magistratura ticinese per i reati di truffa e riciclaggio di denaro. Il secondo è invece stato intercettato successivamente presso l'abitazione del primo uomo "nell'ambito di successivi accertamenti". Lo comunicano il Ministero pubblico e la Polizia comunale.

Il primo uomo – residente nel Luganese – "è in particolare sospettato di far parte di un sodalizio dedito alle cosiddette truffe nigeriane – scrivono gli inquirenti –. Si tratta di un raggiro noto da tempo alle nostre latitudini e che si articola, nelle sue numerose varianti, in più fasi". In un primo momento le vittime vengono convinte via internet, tramite sotterfugi e inganni, a trasferire del denaro sui conti di persone (denominati Money Mules) reclutati dai truffatori, di regola via internet. "A questi ultimi viene infine chiesto dagli autori principali dell'inganno astuto di inviare a loro volta il denaro tramite bonifico o previo prelievo a contanti, a terze persone che di regola non conoscono. Il tutto al fine di vanificare l'accertamento dell'origine, il ritrovamento o la confisca dei valori patrimoniali provento di reato". L'arresto del primo uomo si iscrive in questo tipo di truffa.

Il secondo 40enne, residente in Italia, è stato arrestato presso il domicilio del primo uomo. "La perquisizione personale ha permesso di rinvenire diverse decine di "bolas" di cocaina". L'uomo è sospettato "di aver spacciato negli ultimi due anni un importante quantitativo di droga a consumatori locali. Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono di infrazione aggravata, subordinatamente semplice e di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti". L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Francesca Piffaretti-La nz.