I due ministri spiegano come intendono impiegare i 30 milioni di franchi di 'compensazioni sociali' previsti dal pacchetto fiscale bis presentato oggi
Una decisione presa all’unanimità in governo, quindi, quella che ha dato il via libera al pacchetto fiscale. Appoggiata pure da un Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento educazione cultura e sport che, interpellato dalla ‘Regione’, si dichiara «ancora concettualmente critico verso l’abbassamento del moltiplicatore», ma aggiunge che «molti fattori hanno fatto pendere il piatto della bilancia verso il sì a questa riforma». Partendo «dal fatto che dall’abbassamento del 5% iniziale, si è passati per i prossimi cinque anni al 2%: un risultato già interessante». E, per lo stesso lasso di tempo, «questa riforma non costerà. L’ho potuta quindi appoggiare in un quadro di compromesso: circa 30 milioni di sgravi, ma anche circa 30 milioni per la socialità e la scuola». E i 17 milioni per la scuola avranno una direzione prioritaria: le misure condivise de ‘La scuola che verrà’. Vale a dire «Classi con massimo 22 allievi alla Scuola elementare e media, un docente di appoggio generalizzato per le classi di Scuola d’infanzia e l’introduzione, nel primo biennio di Scuola media, dei laboratori in italiano, matematica e tedesco».
Anche Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità, ha fissato le priorità per i 15 milioni previsti per le misure in favore della socialità: «Il primo ambito dove vogliamo intervenire è la riduzione del peso dei premi di cassa malati. Poi misure a sostegno degli assegni Afi/Api, per rafforzare alcuni provvedimenti già in atto per il reinserimento professionale delle persone in assistenza e ne stiamo valutando anche per ridurre la burocrazia nelle procedure di richiesta di prestazioni».