Ticino

Federali e congiunzioni, via libera alle trattative Plr-Ppd

La Direttiva liberale radicale ha deciso questa sera di dare mandato al vertice per discutere un possibile accordo da sottoporre al Comitato cantonale del 1° agosto

Ti-Press
1 luglio 2019
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Una proposta di congiunzione, «incentrata su contenuti politici», per riunire il centro in vista delle elezioni federali di ottobre. A questo dovrà lavorare l’Ufficio presidenziale del Partito liberale radicale ticinese affinché il Comitato cantonale straordinario del 1° agosto possa definitivamente decidere se dare luce verde alla storica alleanza, oppure cassare definitivamente il discorso che sembra pian piano maturare all’interno del partito di Bixio Caprara. È lui, il presidente liberale radicale, a informare la stampa a Camorino, al termine dell’incontro di questa sera della Direttiva convocata per valutare l’invito del Ppd a unire le forze in occasione del prossimo appuntamento con le urne.

Il contesto è noto, con la «situazione inedita» di due poli, uno a sinistra e uno a destra: «Che i due partiti di centro riflettano a come reagire non è altro che normale», premette Caprara. Ad una sola condizione, emersa con forza dalla riunione di stasera: «Non ci piace che questa sia una riflessione solo elettorale. Sentiamo l’esigenza di dare contenuti politici a questa ipotesi di lavoro».

Il mandato della 'robusta maggioranza'

La «robusta maggioranza» dei delegati ha quindi deciso di dare mandato all’Ufficio presidenziale affinché svisceri tale “ipotesi di lavoro”, così da sottoporre un disegno di congiunzione al ‘parlamentino’, cui spetta la decisione (il termine per l’inoltro delle liste scade il 12 agosto, quello per definire le congiunzioni il 19). Incontro, quello del 1° agosto, già programmato a Melide per la Festa nazionale e che a questo punto sarà cruciale: il Comitato cantonale potrebbe ratificare come buttare nel cestino la proposta che l’Ufficio presidenziale è stato incaricato di elaborare (beninteso con la controparte), con le conseguenti scosse d’assestamento da gestire, a due mesi dal voto.

Come convincere i più scettici, che memori della storia del canton Ticino vedono in questa possibile svolta un passo contronatura? «Non stiamo parlando né di fusione né di matrimonio fra i due partiti. I nostri valori non sono messi in discussione – replica Caprara –. Stiamo parlando di possibili temi da condividere sul piano federale, e di eventuali altri argomenti, ma senza che il nostro partito annacqui la propria linea politica».