Ticino

'Il Consiglio federale analizzi l'efficienza dell'Mpc'

Postulato al Nazionale del presidente della deputazione ticinese Marco Chiesa (Udc). Il Ministero pubblico della Confederazione? 'Molte critiche e pochi risultati'

19 giugno 2019
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Il Consiglio federale allestisca un rapporto “sull’efficienza del Ministero pubblico della Confederazione” (Mpc) e delle altre “autorità di perseguimento penale federali”. Faccia dunque un'analisi dei risultati ottenuti da “Efficienza”, la riforma che nel 2002 ha conferito all’Mpc e alla Polizia giudiziaria federale maggiori competenze nella lotta alla criminalità organizzata ed economica, al riciclaggio di denaro sporco e alla corruzione. È quanto, nero su bianco, chiede il consigliere nazionale dell’Udc Marco Chiesa. Un postulato che il presidente della deputazione ticinese alle Camere federali ha inoltrato oggi al Consiglio nazionale, a un paio di giorni, peraltro, dalla decisione (inappellabile) con cui la Corte dei reclami del Tribunale penale federale, accogliendo le richieste di ricusazione di due imputati, ha ‘estromesso’ il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber dall’inchiesta sul caso Fifa.
“Diciassette anni d’attività, quattro procuratori generali, innumerevoli riassestamenti interni, indennità milionarie a persone prosciolte e a ex collaboratori, molte critiche e pochi risultati”. Questi “in sintesi i numeri ricorrenti a bilancio dell’Mpc dal 1° gennaio 2002”, scrive Chiesa nella motivazione del postulato. Un’analisi impietosa la sua. “Nato dal ‘Progetto efficienza’ o ‘f4’, votato nel 1999 dal parlamento e attuato dal Consiglio federale l’anno seguente, dotato di nuove ed estese competenze, a scapito dei Cantoni, il ‘nuovo’ Mpc – ricorda il deputato democentrista – avrebbe dovuto contribuire, con la Polizia giudiziaria federale, all’efficienza del perseguimento penale delle più gravi e complesse forme di criminalità, transnazionali e intercantonali, criminalità organizzata inclusa. Per effetto della forma d’indipendenza di cui gode, decisa nel 2011 dal parlamento oggettivamente sull’onda del contesto agitato d’allora e con scarsi approfondimenti, il Ministero pubblico della Confederazione oggi ha anche facoltà insindacabile di sperimentare, organizzando e riorganizzando, la sua struttura e la sua attività sul territorio”. Come la centralizzazione a Berna del coordinamento dei procedimenti penali contro la criminalità organizzata, annunciata nel 2015 dal pg Lauber. Riorganizzazioni (in Ticino si trova una delle sedi distaccate della Procura federale) che avrebbero “favorito l’eccesso di verticismo e di burocrazia a scapito delle capacità investigative principalmente nel contrasto alle organizzazioni criminali”. Con la necessità di adeguare il Codice penale “si è voluto giustificare l’assenza di risultati tangibili in quest’ultimo campo”, rincara Chiesa. Per il quale “la necessità di valutare i risultati del progetto Efficienza prima di intervenire con eventuali ulteriori puntuali aggiustamenti, anche del diritto sostanziale, è data”.