Ticino

Ripopolamento dei corsi d'acqua, partiti i campionamenti genetici

Il Dipartimento del territorio mira a migliorare le pratiche di ripopolamento della trota fario. Sotto la lente anche l'evoluzione nel tempo della specie

(Dipartimento del Territorio)
6 giugno 2019
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Il ripopolamento  nei corsi d'acqua del Cantone (e negli allevamenti) passa anche dai campionamenti genetici. Lo spiega in una nota stampa il Dipartimento del territorio il quale annuncia d'aver avviato un'iniziativa in tal senso. 

“Tra gli obiettivi principali dell’indagine vi è quello di migliorare le pratiche di ripopolamento della trota fario – si legge nella nota stampa –. Le trote presenti oggigiorno nelle acque ticinesi sono il prodotto dell’ibridazione tra i ceppi indigeni di trota sudalpina inizialmente presenti nel nostro territorio – marmorata e adriatica – con i ceppi atlantici provenienti da Oltralpe, importati in passato a scopo di ripopolamento.

Quanto materiale genetico nativo è sopravvissuto nelle trote che abbiamo oggi? Le trote utilizzate per le pratiche di ripopolamento sono idonee o mostrano differenze sostanziali con quelle presenti nei fiumi? Il campionamento svolto in questi mesi dal DT, Ufficio della caccia e della pesca, cercherà di rispondere a queste e ad altre domande. Lo studio permetterà di risalire alle impronte genetiche presenti nelle varie popolazioni e di capirne l’evoluzione nel tempo. Consentirà anche di verificare se ci sono differenze tra le popolazioni dei diversi corsi d’acqua ticinesi, tra queste e le trote utilizzate per le pratiche di ripopolamento e se si dovrà procedere ad un rinnovo degli esemplari stabulati negli impianti di pescicoltura.

Tutte le conoscenze acquisite verranno riprese nella fase di allestimento delle carte ittiche, documenti che esaminano l’attività di pesca e di ripopolamento. Il lavoro di campionamento avviene in una cinquantina di stazioni di rilevamento distribuite sull’insieme del territorio cantonale, compresi gli incubatoi vengono pesati, misurati e si preleva loro una piccola porzione di pinna adiposa per lo studio del DNA.

Il metodo di cattura non provoca nessun danno alle trote e le stesse vengono rilasciate nel luogo di cattura. Il campionamento è iniziato nel mese di marzo e si concluderà a fine giugno. Dopo le analisi genetiche – che si prolungheranno per circa cinque mesi – si passerà all’interpretazione dei dati ottenuti”.