Studio dell'Ufficio caccia e pesca rivela che esemplari dei ceppi originariamente presenti nei fiumi cantonali, si trovano ormai solo nel fiume Melezza
Le trote "ticinesi" sono scomparse. Per essere precisi, i ceppi originariamente presenti nei corsi d’acqua ticinesi – trota marmorata S. marmoratus e trota fario adriatica S. cenerinus – non ci sono praticamente più. Se ne ritrovano solo delle tracce, a seguito della massiccia immissione della trota fario atlantica (S. trutta) utilizzata per le pratiche di ripopolamento. L’unica eccezione è quella delle popolazioni del fiume Melezza, nel quale sono stati riscontrati individui di trota marmorata con un elevato grado di purezza. Analisi più approfondite verranno effettuate sull’intera asta fluviale per valutare la conservazione di questo importante endemismo.
È questa una delle conclusioni dell'indagine sulla caratterizzazione genetica delle trote ticinesi, condotta dall'Ufficio caccia e pesca del Dipartimento del territorio. Tra ipotesi confermate e qualche sorpresa, i risultati dell'analisi – comunica l'Ufficio – permetteranno soprattutto di migliorare le pratiche di ripopolamento nei fiumi.
Il campionamento effettuato nel 2019 ha permesso di raccogliere ed analizzare 1'697 campioni di tessuto di trota: 359 provenienti dalle piscicolture, 1'223 dai corsi d’acqua e 115 da campioni di riferimento; per un totale di 40 fiumi e 10 impianti di piscicoltura investigati. Le analisi genetiche sono state condotte secondo le conoscenze e le tecniche più aggiornate in materia e hanno rivelato una grande variabilità tra le diverse popolazioni naturali, che risultano in buona parte significativamente differenti le une dalle altre.
I risultati hanno anche evidenziato che le trote nelle piscicolture e utilizzate per le pratiche di ripopolamento, non risultano idonee poiché presentano differenze piuttosto marcate rispetto alle trote campionate nei corsi d’acqua ricettori. Le variazioni maggiori si riscontrano nei fiumi dove ha luogo una buona riproduzione naturale.
Per migliorare le pratiche di ripopolamento, evidenzia l'Ufficio caccia e pesca, dovranno quindi essere presi provvedimenti logistici e gestionali. In particolare saranno da rinnovare gli stock di pesci riproduttori presenti negli allevamenti. Nel contempo verranno sviluppate nuove strategie di ripopolamento, in grado di tutelare maggiormente la riproduzione naturale nei corsi d’acqua.