Ticino

'Una Corsi sempre più tramite con il pubblico'

Il presidente del Consiglio regionale Luigi Pedrazzini anticipa i temi dell’assemblea del 25 maggio. Al centro, rafforzamento del proprio ruolo e rinnovo delle cariche

L'assemblea di alcuni anni fa (archivio Ti-Press)
13 maggio 2019
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Essere sempre più “tramite con il pubblico, non solo un ponte tra la Rsi e il proprio pubblico. Ma suscitare interesse, invogliare la popolazione a partecipare maggiormente alla problematica che riguarda il servizio pubblico”. È con queste parole che Luigi Pedrazzini, presidente del Consiglio regionale della Corsi, in conferenza stampa anticipa l’assemblea che avrà luogo il 25 maggio. 
Un'assemblea importante “perché verranno rinnovate le cariche, e la fine della legislatura porterà un ricambio anche all’interno dei gruppi di lavoro”, ma pure perché “dobbiamo porre delle questioni, da tradurre in un programma vincolante, sulle competenze nostre e dell’azienda, la Rsi”. Rendere più chiari i ruoli insomma, con un obiettivo che, ricorda Pedrazzini, “è quello di essere utili ai cittadini che vogliono vivere la questione del servizio pubblico, portare pareri, idee”.
Il mondo cambia velocemente, e c’è “bisogno di maggiori competenze”. Perché sì, la Corsi è un organo di milizia, “ma la milizia dovrà essere ancor più preparata e competente. Non specialisti a tutti i costi - spiega il presidente del Consiglio regionale -, ma persone pronte a impegnarsi, migliorarsi”. Aumentando, va da sé, “la sensibilità verso tutte le problematiche inerenti al servizio pubblico e, contestualmente, quelle verso tutte le sue dinamiche: digitalizzazione, mercato e offerta”.
Un ruolo a tutto tondo che dovrà avere chi chiederà un mandato all’assemblea del 25 maggio insomma, conscio del fatto che “numerose sono le sfide che attendono il servizio pubblico nei prossimi anni, come numerosi saranno gli attacchi”. E qui Pedrazzini si riferisce “alle richieste di abbassare drasticamente il canone, o altre iniziative già alle Camere federali”. Atti, questi, che “chiedono un rapporto forte tra noi e il pubblico, e un pubblico il più possibile appassionato e intenzionato a partecipare attivamente con idee, pareri e confronti sul servizio pubblico”. Un ruolo forte che “non è una rivendicazione rispetto a qualche posizione persa col cambio degli statuti del 2008, ma un desiderio di essere sempre più rappresentanti attivi dell’interesse delle persone verso il servizio pubblico”, conclude Pedrazzini.