Iniziativa pro ospedale del cuore, Pagani scrive alla Sanitaria: 'Voto sulla ricevibilità da annullare'. Polemica su ‘consigli’ elettorali e sospette ingerenze
Non una, ma due lettere. Sono due le missive, datate entrambe 18 aprile, che l’ex deputato del Plr al Gran Consiglio Giovanni Pagani (ricandidatosi alle ‘cantonali’ per un secondo mandato, non è stato però eletto) ha scritto in relazione all’Sms inviatogli da Edo Bobbià, coordinatore del gruppo di sostegno ‘Amici del Cardiocentro’. Un messaggio in cui Bobbià – dopo aver appreso del voto contrario (afferma lui) di Pagani in Commissione sanitaria, il 28 febbraio, alla ricevibilità dell’iniziativa ‘Grazie Cardiocentro’ – prospetta al parlamentare in carica e in lista per il Gran Consiglio il mancato appoggio elettorale dei sostenitori dell’iniziativa (“... non ti sarà indolore a livello di consensi elettorali...”). Torniamo alle lettere. Una Pagani l’ha indirizzata all’Ufficio presidenziale del parlamento – ed è lo scritto di cui ha riferito ieri Tio.ch/20 minuti portando a galla il caso (vedi a lato). L’altra, della quale è venuta a conoscenza ‘laRegione’, l’ha invece spedita alla Commissione sanitaria del Gran Consiglio, dove lo stesso Pagani ha seduto.
Sia nella lettera inviata all’Up sia in quella trasmessa alla Sanitaria, Pagani cita il contenuto dell’Sms. Lamenta l’avvenuta lesione del “segreto commissionale” per le voci giunte a Bobbià e, con riferimento proprio a quelle voci, fa una precisazione. “L’informazione” sul suo voto in Sanitaria riportata dall’Sms di Bobbià “non è corretta”. È una puntualizzazione, questa, che Pagani fa alla Commissione.
Due scritti dalla cui lettura emerge uno spaccato poco edificante della politica cantonale con riguardo al dossier iniziativa Cardiocentro. Perlomeno stando alle parole, nero su bianco, di Pagani. “Nel caso in questione, non posso nemmeno escludere che altri commissari siano stati contattati dal gruppo ‘Grazie Cardiocentro’ al fine di indirizzare sia la tempistica della trattazione dell’iniziativa, segnatamente in periodo pre-elettorale, che la discussione in Commissione e l’esito della votazione”, annota l’ex granconsigliere. Il resto è nella missiva alla Sanitaria. “Come è noto alla Commissione, io e altri commissari eravamo dell’opinione – afferma Pagani – che erano opportuni degli approfondimenti, non sul merito dell’iniziativa, ma proprio sulla perizia e quindi sulla ricevibilità, giunta solo 24 ore prima della seduta: questa richiesta è stata de facto respinta dal voto immediato preteso da alcuni commissari”. Di Franco Denti (ex Ppd/Verdi/Udc) la mozione d’ordine per procedere col voto, sostenuta da Maristella Polli (Plr e iniziativista), Sergio Morisoli (Udc), Daniele Casalini (Lega) e Lorenzo Jelmini (Ppd). Nomi che figurano, in effetti, fra quelli che il cosiddetto ospedale del cuore aveva poi raccomandato di votare.
Pagani chiede che il suo scritto “venga messo agli atti della Commissione sanitaria”. E “allegato alla documentazione a disposizione della nuova commissione che riprenderà i lavori sulla ricevibilità” dell’iniziativa sul Cardiocentro. Il 28 febbraio infatti la Sanitaria si è limitata a dire sì o no alla nota del giurista del Gran Consiglio Tiziano Veronelli che concludeva per la ricevibilità. Il o i relativi rapporti saranno stilati dal o dai relatori designati dalla nuova commissione parlamentare. Non solo. Pagani, inoltre, suggerisce “caldamente” che “la commissione annulli la votazione del 28 febbraio, in modo che la nuova Commissione possa rifare la discussione con gli eventuali approfondimenti che riterrà opportuni e procedere alla stesura del o dei rapporti senza alcun condizionamento da decisioni precedenti, prese di fretta, senza approfondimenti e condizionate da aspetti pre-elettorali”. Con questo annullamento, continua l’ex parlamentare, “le istituzioni darebbero inoltre un forte segnale di non tollerare inopportuni condizionamenti esterni”.
Pagani si accontenta del “segnale”. Quanto alla lesione del segreto commissionale da lui lamentata, non ci risultano almeno fino a ieri segnalazioni al Ministero pubblico. Pelin Kandemir Bordoli, fino al 2 maggio formalmente ancora in carica come presidente del Gran Consiglio, da noi raggiunta per una reazione sulla fuga di notizie spiega che «l’Ufficio presidenziale si confronterà con la Commissione sanitaria, e affronterà il tema una volta costituito il nuovo Gran Consiglio».
Giovanni Pagani lamenta fra l’altro l’avvenuta lesione, l’avvenuta violazione del segreto commissionale a proposito della o delle voci sul suo voto raccolte da Edo Bobbià. «E questo è molto grave – sottolinea la presidente uscente della Commissione sanitaria Gina La Mantia (Ps), contattata dalla ‘Regione’ – . Ciò significa che non è più possibile agire in Commissione secondo la propria coscienza». Così come «è molto grave il tono dell’Sms» di Bobbià. Pagani chiede alla Sanitaria l’annullamento del voto del 28 febbraio. Che ne pensa, La Mantia? «Bisognerà discuterne. In ogni caso – aggiunge la deputata socialista – a fine febbraio c’è stata la votazione solo sulla ricevibilità, ma il o i rapporti dovrà stilarli la nuova Commissione». La Mantia coglie poi l’occasione per precisare che il 28 febbraio «mi ero astenuta, ritenendo prematuro esprimermi: mi sembrava che mancassero degli elementi». Il parere di Veronelli pro ricevibilità «l’avevamo ricevuto solo il giorno prima e non c’è stato tempo di analizzarlo». C’è chi in quella seduta aveva proposto di chiedere un secondo parere. Niente da fare.
«Un conto è rappresentare una lobby economica o medica in parlamento, e in quel caso si sa come funziona. Ma qui no, sulla questione del Cardiocentro di chiarezza non ce n’è, e occorre farne il prima possibile». Matteo Quadranti, deputato del Plr, la questione la conosce bene. Tanto da aver addirittura fondato l’associazione ‘Sanità forte per tutti’, a favore del passaggio della struttura privata all’Eoc. Perché in tutto l’affaire «è proprio la chiarezza a mancare». L’associazione è nata «per fare in modo che un settore strategico come la sanità non diventi terra di conquista di personalismi, di gruppi di interessi – spiega Quadranti –. Al centro devono esserci il paziente e la qualità delle cure. La sanità è di tutti, un bene comune. Non è di famiglie, persone o partiti». Partiti che nelle loro fila avevano candidati “segnalati” dal gruppo ‘Grazie Cardiocentro’. E per Quadranti se si inseriscono candidati in una lista simile, è perché «dopo gli si chiede qualcosa in cambio, su tutta questa faccenda manca trasparenza». Ed è per questo motivo che, assieme alla stessa La Mantia e al collega socialista Raoul Ghisletta, il 12 aprile ha inoltrato un’interrogazione con 18 domande sul Cardiocentro. Domande che coinvolgono anche il neo consigliere di Stato Raffaele De Rosa, presente nella lista dei candidati consigliati dal gruppo ‘Grazie Cardiocentro’. Perché alla testa del Dipartimento sanità e socialità «prima c’era Beltraminelli, a far da mediatore» rileva il deputato Plr. Adesso «c’è De Rosa, che può essere legittimamente sostenitore del Cardiocentro, ma se è così è meglio non faccia il mediatore».