Lorenzo Jelmini a capo della Commissione sanità e sicurezza sociale. Il fratello Giovanni avvocato dell'Ospedale del cuore. Il primo: "Ora il tema non si pone".
Da ‘Sanitaria’ a ‘Sanità e sicurezza sociale’: con la nuova legge sul Gran Consiglio, in vigore dal 1° maggio, la commissione parlamentare che si occupa di salute e socialità ha un nuovo nome. E, con l’inizio della legislatura 2019/23, un nuovo, anzi il suo primo presidente. È il deputato popolare democratico Lorenzo Jelmini. Sarà affiancato, riferisce ancora la nota commissionale, dal leghista Massimiliano Robbiani in qualità di primo vice e da Maristella Polli (Plr) come secondo vicepresidente.
Fra i diversi importanti dossier sul tavolo della ‘Sanità e sicurezza sociale’ vi è anche quello riguardante l’iniziativa pro Cardiocentro, la cui ricevibilità è stata votata lo scorso febbraio dalla maggioranza dell’allora commissione ‘Sanitaria’. Iniziativa popolare che dopo l’avvio del dialogo fra la struttura luganese e l’Eoc potrebbe venir ritirata. Ora, il neopresidente della (nuova) Commissione è fratello dell’avvocato Giovanni, membro del Consiglio di fondazione di Cardiocentro Ticino e legale del cosiddetto ospedale del cuore. Non sussiste un conflitto di interessi? «Capisco la domanda ma adesso non si pone – afferma Lorenzo Jelmini da noi interpellato –. La passata legislatura si è votato sulla ricevibilità di un’iniziativa popolare. Il problema di un eventuale conflitto di interessi potrebbe porsi se un domani la commissione dovesse entrare nel merito dell’iniziativa. A quel punto valuterò la mia posizione rispetto al tema» conflitto di interessi.
Un tema che, ci spiega il capogruppo del Ppd in Gran Consiglio e membro della ‘Sanità e sicurezza sociale’ Maurizio Agustoni, «nessuno in seduta ha sollevato». E, aggiunge, «non vedo alcun conflitto d’interessi nella presidenza commissionale di Jelmini, come non lo vedo nei commissari Polli, dell’associazione ‘Amici del Cardiocentro’ o Quadranti che ha fondato l’associazione ‘Sanità forte per tutti’, che chiede il passaggio del Cardiocentro all’Eoc». Insomma, che il commissario Jelmini sia divenuto presidente «non cambia niente». Anche perché, osserva Agustoni, «da una parte il tema del Cardiocentro non sarà l’unico della legislatura, dall’altra la presidenza non ha particolari poteri in ambito commissionale».