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Congresso Udc, Denti candidato (con polemica)

45 sì, ma 19 astenuti e 11 contrari al suo ingresso in lista. Presentato il programma elettorale: al centro civiltà, fisco, lavoro e scuola

Ti-Press/Crivelli
19 gennaio 2019
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È ufficiale, Franco Denti sarà nella lista dell'Udc per il Gran Consiglio. A ratificare sia la presenza del presidente dell'Ordine dei medici e deputato ex Ppd, ex Verdi e ora indipendente ai democentristi, sia la lista nel suo insieme – Denti compreso, va da sé – è stato il congresso elettorale Udc convocato stamattina a Porza. Congresso nel quale, però, non sono mancate le polemiche.

La miccia l'ha accesa la granconsigliera uscente Lara Filippini, che si è chiesta davanti alla platea se il partito "stia diventando un refugio peccatorum di tutto il cantone", dove si accolgono politici "con qualsiasi passato diverso e non complementare al pecorso Udc". Lo stesso Denti ha giustificato la sua candidatura e relativo cambio di casacca asserendo "di essere sempre stato di centro-destra e aver apprezzato il lavoro in Gran Consiglio del gruppo democentrista. In Gestione ho sempre lavorato bene e votato insieme a Gabriele Pinoja, in Sanitaria la stessa cosa con Sergio Morisoli". A difendere l'ingresso di Denti anche il consigliere nazionale Marco Chiesa, il quale ha ribadito come "da tempo" stesse dialogando con Denti e che "la scarsa tempistica" non è dovuta a malizia ma semplicemente "al fatto di dover rispettare il termine di consegna delle liste". Tant'è: con 45 sì, 19 astenuti e 11 contrari il nome di Franco Denti ha avuto il via libera.

Il programma

Il programma, presentato dal capogruppo Sergio Morisoli, costruito attorno allo slogan "Ci rubano il futuro, riprendiamoci le chiavi del nostro Ticino" è basato su quattro assunti "irrinunciabili": civiltà, fisco, lavoro e scuola. "Garantendo il futuro dei ticinesi – sottolinea Morisoli – e soprattutto difendendo, non come gli altri solo a parole ma per davvero, un ceto medio che è sempre più in via di estinzione". Tema questo ripreso dal presidente e candidato al Consiglio di Stato Piero Marchesi: "In Ticino non ci sono ancora, per fortuna, fenomeni come quello dei gilet gialli in Francia. Ma dovere di un partito, di un politico è saperli prevedere: da noi, ma in tutta la Svizzera, ci sono segnali preoccupanti". All'Udc, quindi, "il compito di impegnarsi per garantire posti di lavoro ai residenti, restituire fiducia nelle istituzioni e stimolare grandi investimenti nella mobilità".

L'altra candidata democentrista nella lista Lega-Udc per il governo, Roberta Soldati, ribadisce dal canto suo come "Il popolo deve tornare a decidere liberamente. Le pessime applicazioni sia del 9 febbraio, sia di Prima i Nostri mostrano come la politica non abbia compreso cosa ha voluto dire il popolo svizzero col proprio voto. Ed è fondamentale che il popolo torni libero di decidere, perché sennò non c'è futuro".

Presente anche il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, che prendendo la parola ha ribadito come "davanti a un centro che spesso guarda a sinistra, è molto positivo che la destra in Ticino si sia compattata per portare avanti i propri programmi e avere ancora più forza".