Ticino

Udc a quattro circondari: ‘Bella cavolata!’

Rusconi: ‘Si rischia di far sedere sui seggi democentristi chi non è del partito’ Marchesi: ‘Venga ai congressi’. Pinoja: ‘Suddivisione giusta’

Rusconi, Pinoja e Marchesi nel 2015. (Foto Ti-Press)
21 marzo 2019
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«Bell’affare!». L’ex presidente Udc Pierre Rusconi ha appena finito di fare due calcoli: «Con questa storia dei quattro circondari, a questa tornata elettorale si rischia di avere una formazione parlamentare democentrista dove non siede nessun candidato Udc. Hanno sbagliato». È un’entrata a gamba tesa quella di Rusconi, che abbiamo raggiunto all’estero. Nel mirino, la strategia avallata a maggioranza dal congresso Udc di gennaio, ovvero quella di passare da due (Sopra e Sottoceneri) a quattro suddivisioni elettorali (Mendrisiotto, Luganese, Locarnese e Valli, Bellinzonese e Valli). Scelta che all’interno del partito – unitamente all’accoglimento nella lista per il Gran Consiglio del presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti, ex Ppd ed ex Verdi – ha fatto parecchio discutere e che ancora adesso, a meno di tre settimane dalle elezioni cantonali, genera qualche malumore intestino.
«Nel Bellinzonese – riprende Rusconi – potrebbe essere eletto Sergio Morisoli di Area Liberale (anche se ufficialmente candidato Udc, ndr), nel Mendrisiotto Edo Pellegrini dell’Unione democratica federale, nel Luganese potrebbe passare Denti, mentre nel Locarnese potrebbe farcela Cleto Ferrari (pure ufficialmente Udc, ndr). Con questo risultato si rischia che dei vecchi non rimanga nessuno ed entrino in parlamento un rappresentante dei medici, uno dei contadini, un Udf e un rappresentante di Area liberale». Insomma «nessuno del partito». Fatta eccezione, probabilmente, per il presidente Piero Marchesi. Sempre a patto che «si mantengano i cinque seggi attuali». Sennò lo stesso Marchesi rischia, fa capire Rusconi.

«Non c’è proprio nessun problema!». sbotta Piero Marchesi. «Peraltro Rusconi – aggiunge il presidente dei democentristi ticinesi – avrebbe potuto dire la sua al Congresso o ai vari Comitati, ma sono ben quattro anni che non vi partecipa. Proprio il Congresso ha deciso a larga maggioranza di voler passare da due a quattro circondari elettorali. Chi al Congresso di gennaio ha perso perché si è trovato in minoranza, deve rassegnarsi e accettare quel verdetto. Siamo il partito dove la democrazia interna la fa da padrona, siamo il partito che rispetta e chiede di rispettare la volontà del popolo e allora, quantomeno per coerenza, bisogna rispettare anche le decisioni del nostro organo supremo, che è appunto il Congresso». Quest’ultimo «ha voluto non più due, bensì quattro circondari con l’obiettivo di far crescere il partito in Ticino, così come ha accettato a larghissima maggioranza la candidatura di Franco Denti (vedi articolo sotto, ndr). Capisco che alcuni candidati del Luganese possano non essere contenti di queste democratiche decisioni, ricordo tuttavia che anch’io sono candidato per il circondario di Lugano, lo stesso in cui sono candidati Denti, Filippini, Galeazzi, Pamini e molti altri». A quale strategia risponde l’istituzione di quattro circondari? «L’intento – ribadisce Marchesi, candidato sia per il Consiglio di Stato (nella lista Lega/Udc) sia per il parlamento – è di far crescere il partito. Negli ultimi tre, quattro anni abbiamo dato vita e daremo vita a nuove sezioni comunali. E questo proprio per essere maggiormente presenti sul territorio. Con l’elezione di un rappresentante per circondario, vorrà dire che anche i democentristi del Mendrisiotto, ad esempio, saranno rappresentati in parlamento. Se questa strategia sarà vincente, lo verificheremo ovviamente l’8 di aprile». Il passaggio da due a quattro circondari «è stato discusso in direttiva e in comitato, prima di essere sottoposto al Congresso», tiene a puntualizzare il presidente dell’Udc. Il cui «obiettivo minimo» è l’elezione, per il Gran Consiglio, «di sei deputati: se ne faremo cinque, non sarò soddisfatto. Sono sì uno dei candidati, ma sono anche il presidente del partito. E antepongo gli interessi dell’Udc ai miei: mi piacerebbe facessero così tutti i candidati».

Afferma a sua volta Gabriele Pinoja, presidente cantonale del partito prima di Marchesi: «Questa soluzione dei quattro circondari l’ho sempre sostenuta e l’avevo proposta quattro anni fa. Sono abituato alle sparate di Rusconi, ma quanto deciso dagli organi dell’Udc è giusto, perché una ripartizione territoriale come quella adottata è più democratica ed equa di quella precedente. Occorre pensare alla crescita del partito, non ai propri interessi. Abbiamo sicuramente candidati validi in tutto il Ticino. Forse chi oggi si lamenta dovrebbe impegnarsi affinché il partito riesca a raccogliere il maggior numero possibile di schede e dovrebbe preoccuparsi di crescere ulteriormente sul piano politico».

L’Omct a difesa del proprio presidente, ma sulle pubblicità è di nuovo polemica

Non si placano le polemiche interne all’Ordine dei medici del Canton Ticino (Omct) sul presidente Franco Denti, candidato al Gran Consiglio sulla lista Udc. Nel giorno in cui l’Omct ha preso posizione con un comunicato difendendo Denti dalle critiche espresse in una missiva inoltrata al Consiglio di Stato da undici professionisti e inerente a permanenza in carica e compenso di Denti (240mila franchi, più 100mila per le perdite del suo studio), una seconda lettera è arrivata sulla scrivania del Consiglio direttivo dell’Ordine. A firmarla, due medici candidati sulle liste dei Verdi: Kaj Klaue e Rolando Bardelli. Tema: un’inserzione pubblicata in cui l’Omct invita i ticinesi a votare Denti e altri quattro medici. “Secondo quali criteri il Consiglio direttivo dell’Omct ha escluso colleghi di altri partiti come i sottoscritti?”, si legge nel messaggio. E ancora: i costi “verranno contabilizzati nella gestione corrente dell’Omct e quindi finanziati con la tassa d’adesione di tutti i colleghi?”.

Critiche cui Denti ha risposto su ‘Tio’, scusandosi: “Abbiamo considerato solo i candidati che hanno chiesto il sostegno dell’Omct”. Ordine che, come detto, ieri ha risposto alle polemiche su mandato e retribuzione del presidente, facendo notare come la busta paga di Denti sia “del tutto compatibile” con le spese sostenute nel passato: 60mila franchi per la presidenza e 300mila per consiglio di gestione e segreteria generale. Figure che Denti ha centralizzato su di sé.

«Spero che questa polemica si chiuda qui, una polemica che in ogni caso non tocca l’Udc, ma l’attività professionale di Denti – rileva Piero Marchesi –. Quello che Denti percepisce per i suoi impegni di presidente dell’Ordine dei medici è, a quanto mi risulta, sempre stato ratificato dall’assemblea dell’Ordine stesso. E allora mi chiedo come mai solo nei giorni scorsi un gruppo assai ristretto di membri dell’Ordine abbia tirato fuori la questione soldi. La cosa mi pare insomma un po’ strumentale a neanche tre settimane dalle elezioni». La candidatura del presidente dell’Omct è stata «ratificata, con voto palese, dai due terzi del Congresso Udc di gennaio – rammenta Marchesi –. E ogni membro dell’Udc può chiedere di essere candidato».