Ticino

Eroina afghana e prezzo in calo

Il capo dell’Antidroga ticinese: il sacchetto con cinque grammi venduto anche a meno di 200 franchi. Lo spaccio continua a essere gestito soprattutto da albanesi

Il commissario capo della Cantonale Andrea Lurati / TI-PRESS
19 gennaio 2019
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Arriva in prevalenza «dall’Afghanistan», viene stoccata «in Turchia» e poi, seguendo la rotta balcanica, approda alla piazza ticinese. Dove un sacchetto contenente cinque grammi dello stupefacente «può oggi costare meno di 200 franchi». Lo spaccio? «Dal 2013/2014 è nelle mani soprattutto di cittadini albanesi, che soggiornano da noi per uno o due mesi: se nel frattempo riusciamo ad arrestarli, vengono prontamente rimpiazzati da connazionali, se invece la fanno franca rimpatriano e dopo sei, otto mesi ritornano. Un fenomeno riscontrabile anche in altri cantoni». È il mercato dell’eroina alle nostre latitudini descritto dal commissario capo della Polizia cantonale Andrea Lurati. La ‘Regione’ ha interpellato il responsabile della Sezione antidroga (Sad) alla luce dei recenti sequestri e relativi fermi.

Sequestri e arresti che sono spesso il risultato della stretta collaborazione tra le forze dell’ordine: Cantonale, polcomunali, Corpo delle guardie di confine e Polizia dei trasporti. E stando alle cronache, le operazioni sono tutt’altro che rare di questi tempi. Come quella che una decina di giorni fa ha visto finire in manette nel Bellinzonese un 42enne albanese: nel suo alloggio gli investigatori hanno scovato un chilo circa di ‘ero’, destinata ai consumatori della regione. O come quella che, sempre la scorsa settimana, ha portato al fermo di un 43enne cittadino svizzero domiciliato nel Mendrisiotto. Nell’auto e nell’abitazione dell’uomo “sono stati rinvenuti circa 50 grammi di eroina”, hanno comunicato gli inquirenti, secondo i quali il 43enne avrebbe venduto ‘ero’ a “consumatori locali”. «Questo per dire che fra gli spacciatori ci possono essere persone di differenti nazionalità, inclusa la nostra», rileva Lurati. Non pochi i sequestri e gli arresti eseguiti nel 2018. Una decina i casi riferiti dai media. Nell’elenco figura anche l’eroina intercettata dalle Guardie di confine ai valichi: in genere si tratta di quantitativi importanti. «Il più delle volte è stupefacente di passaggio – ricorda il responsabile dell’Antidroga –. Nel senso che va ad alimentare le piazze di smercio d’oltre Gottardo e, in particolare, del Nord Europa». Cifre precise e considerazioni sul mercato 2018 dell’‘ero’ in Ticino sono attese fra qualche mese quando la Polizia cantonale pubblicherà il bilancio dell’attività svolta lo scorso anno.

Dall’esito dei blitz delle forze dell’ordine, anche il 2018 conferma comunque un dato che concerne i pusher. «Grossomodo l’ottanta per cento degli spacciatori di eroina che agiscono ora in Ticino sono cittadini albanesi, che lasciano il Paese balcanico per insediarsi temporaneamente nel nostro al solo scopo di vendere la sostanza – riprende Lurati –. È così da almeno cinque anni, dopo un decennio di loro ‘assenza’ dal Ticino». Dai corrieri a chi gestisce il traffico o i traffici. «Non c’è un’unica regia – afferma il commissario capo della Polcantonale –. Ci sono più menti, più traffici che coinvolgono più gruppi di persone. Le menti sono albanesi che gestiscono i traffici direttamente dall’Albania, in qualche caso dal Nord Italia. Tengono i contatti, via telefono, con alcuni consumatori di casa nostra. Questi ultimi non di rado ospitano i corrieri che, assoldati da coloro che in Albania tirano le fila del business, smerciano eroina in Ticino». Come il 21enne albanese processato e condannato ieri alle Assise criminali di Lugano (cfr. pagina 16). «Quando, dopo l’arresto, li interroghiamo – spiega Lurati – la versione di questi spacciatori è sovente la medesima: dicono che in Albania non hanno un’occupazione o sono stati licenziati e che quindi hanno accettato di spacciare per poter guadagnare qualcosa». Intanto il prezzo della sostanza è sceso. «Se una bustina con cinque grammi di eroina sino a qualche anno fa costava tra i 250 e i 300 franchi, ora è venduta anche sotto i 200: per esempio a 150 o a 170 franchi – sostiene il capo della Sad –. Non c’è solo il fattore prezzo a ‘ingolosire’ i consumatori ticinesi. Non devono più recarsi, come un tempo, a Zurigo per rifornirsi».