Ticino

I cinque volti dei comunisti per il Consiglio di Stato

Presentata oggi la lista per il governo dopo la mancata intesa con Mps e Ps. "Abbiamo particolarità che vogliamo portare davanti all'elettorato"

Ti-Press/Crinari
11 gennaio 2019
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L'alternativa alle sinistre. A quella "qualunquista, urlata e senza proposte concrete" del Movimento per il socialismo (Mps) e a quella "senza coraggio, ambigua sui temi di sinistra, senza prospettive e visioni a lungo termine" del Partito socialista (Ps). Si vogliono proporre così i comunisti agli elettori ticinesi: come un'"opposizione costruttiva" a tutto campo, senza aver paura di scomodare "tabù" a "favore di popolazione e lavoratori". Tra questi, la "statalizzazione, il 'più stato', la gratuità dei servizi pubblici, il voto ai 16enni".

Lo hanno chiarito ieri i candidati comunisti al Consigio di Stato, presentandosi alla stampa. Sulla lista figurano il granconsigliere uscente Massimiliano Ay, il giurista Edoardo Cappelletti, il laureando in storia ed economia politica e coordinatore dal Sisa (il Sindacato indipendente studenti e apprendisti) Zeno Casella, la agronoma e municipale di Serravalle Lea Ferrari e l'economista Alessando Lucchini. Media d'età: 28 anni. "Probabilmente saremo di gran lunga i più giovani tra tutte le liste". Ma "a differenza degli altri, l'avere dei giovani che corrono alle elezioni non è una scelta di visibilià: le giovani generazioni sono parte integrante del nostro partito e chi è in lista lo è perché ha l'esperienza necessaria per farlo".

Una lista quella al Consiglio di Stato che rappresenta una prima in casa comunista e che è sembrata quasi una necessità per "trainare quella al Gran Consiglio", dove l'unico seggio da loro occupato (attualmente vi siede Ay) è "concretamente in pericolo" dopo che "l'Mps ha rotto l'unità che ha permesso alla sinistra alternativa di entrare in parlamento" e dopo la mancata intesa con il Ps. E proprio i socialisti potrebbero risultare penalizzati nel tentativo di difendere il seggio in governo (in che misura sarà da vedere)  proprio dalla decisione del Partito comunista di presentare cinque nomi per l'esecutivo.

«Non riconoscevamo differenze tali che giustificassero una nostra discesa in campo in solitaria – ha annotato Edoardo Cappelletti –. Vista la situazione, però, abbiamo ritenuto comunque di avere delle peculiarità politiche che era necessario portare davanti all'elettorato». Cosa che non sarebbe stata possibile altrimenti: «Se avessimo costruito una lista unitaria con il Ps avremmo anche costruito un programma unitario che andava bene a entrambi – ha commentato a margine della conferenza stampa Ay – . Invece in questo caso avremmo dovuto fare desistenza passiva, senza nemmeno candidarci, e dire che andava bene la lista socialista. Così non va bene, siamo un partito indipendentee e se il compromesso non è possibile, semplicemente proseguiamo come indipendenti».

L'appello è stato "al voto utile", per "mantenere il seggio in parlamento". Unico modo per "portare avanti le nostre proposte concrete per costure il domani migliore che vuole la sinistra". Ay da questo punto di vista ha rivendicato il proprio lavoro, con oltre 60 atti parlamentari inoltrati nel quadriennio. E alcune vittorie sul fronte delle proposte. Un modo per rispondere a chi (dall'Mps) accusa il deputato "di essere semplicemente non pervenuto".