Ticino

Voci dal Gran Consiglio: ridate quel giudice!

Provvedimenti coercitivi e garanzie procedurali, più partiti chiedono di riportare l'Ufficio a quattro magistrati. Un gpc era stato tagliato nel 2016 per risparmiare...

15 dicembre 2018
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I socialisti lo hanno formalizzato con un’iniziativa parlamentare: il numero dei gpc, i giudici dei provvedimenti coercitivi, va riportato a quattro. La richiesta è di mercoledì, qualche giorno dopo la decisione del Gran Consiglio di attribuire all’Ufficio dei gpc un’ulteriore competenza: quella di deliberare sui ricorsi contro la custodia di polizia, forma di privazione della libertà personale introdotta con la revisione della legge sulla Polcantonale. Il tema è stato sollevato sempre in settimana e sempre nell’aula parlamentare anche dal deputato e presidente del Plr, intervenendo nel dibattito sul Preventivo del Cantone. Proposta qualche anno fa dal governo, condivisa dal Gran Consiglio e avallata dai cittadini, la riduzione di un giudice, ha dichiarato Bixio Caprara, “oggi, anche sulla base della recente decisione riguardante la Legge sulla polizia, deve forse essere rivalutata e riconsiderata”.

È esplicito l’invito a riesaminare la cura dimagrante imposta nel quadro della manovra di risparmio 2016 da Consiglio di Stato e Gran Consiglio all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, passato, dopo l’ok popolare del febbraio 2017 alla misura (53,7 per cento di sì), da quattro a tre magistrati. Misura, dice ora secco il Ps, da cancellare, reintroducendo il quarto gpc.

La maggioranza del parlamento aveva accettato il taglio di un giudice «anche alla luce di rassicurazioni fornite dal Dipartimento istituzioni circa un potenziamento del personale di supporto all’attività dei gpc, che però fino ad oggi non si sono tradotte in fatti», osserva il capogruppo liberale radicale Alex Farinelli. «Non solo. Si parla inoltre di modifiche procedurali a livello federale – riprende Farinelli – che in qualche modo dovrebbero concernere l’operatività anche di questa autorità giudiziaria. Senza dimenticare la decisione di lunedì del Gran Consiglio di assegnare un’altra competenza ai giudici dei provvedimenti coercitivi. Preso atto di tutto ciò, si può senz’altro ridiscutere quella riduzione d’organico. Il Plr è pronto a farlo e a tornare sulla misura adottata un paio d’anni fa». Plr che come il Ps era pronto «a depositare un’iniziativa parlamentare elaborata per riportare a quattro il numero dei gpc». Anche perché, sottolinea il capogruppo, «se il picchetto può essere gestito sì con soli tre magistrati, quando uno di loro, per un motivo o per l’altro, è assente, questo sistema si dimostra molto fragile». Commenta Maurizio Agustoni, alla testa dei deputati popolari democratici: «A questo punto ritornare a quattro giudici dei provvedimenti coercitivi sembra la soluzione naturale». Del resto, prosegue il capogruppo del Ppd, «già nel mio intervento in parlamento qualche mese fa sulla nomina governativa dei due magistrati straordinari, riconoscevo che la decisione di tagliare un gpc non è stata la più brillante di questa legislatura, considerata la pressione sotto la quale si trova l’Ufficio giudiziario». E con il verdetto popolare del febbraio dello scorso anno come la mettiamo? «Per il Dipartimento istituzioni potrebbe essere imbarazzante tornare sui propri passi, e lo capirei, ma credo che presentando dati oggettivi circa la mole di lavoro cui è confrontato l’Ufficio dei gpc sarà in grado di spiegare e giustificare benissimo la riattribuzione del quarto giudice. Sarebbe da parte del Dipartimento un segno di maturità. Si tratta per governo e parlamento di assumersi le rispettive responsabilità per garantire un sistema giudiziario che funzioni».

Morisoli: giustizia efficiente, cartina di tornasole della democrazia

L’iniziativa socialista «è appena stata depositata e dobbiamo ancora discuterne in gruppo. Lo faremo con molta attenzione, perché l’importanza dell’argomento lo impone. E alla fine prenderemo una decisione», taglia corto Daniele Caverzasio, capogruppo della Lega. Per Michela Delcò Petralli (Verdi), tra le firmatarie dell’iniziativa, «i nuovi compiti affidati ai gpc dalla revisione della Legge sulla polizia forse avranno fatto capire come ci sia il bisogno di tornare a quattro magistrati, ma personalmente non penso che questa novità abbia avuto un ruolo decisivo». L’abbassamento a tre, infatti, «si è fatto sentire da subito, come da subito ci si è resi conto di come questo taglio sia stato quantomeno improvvido e avventato. Noi abbiamo sempre contrastato questa scelta e speriamo di poter riavere quattro giudici dei provvedimenti coercitivi». Che i gpc siano «due, tre o quattro» per Sergio Morisoli, capogruppo dell’Udc, «non fa molta differenza. Quel che conta è che garantire la giustizia e il suo funzionamento è un compito essenziale dello Stato». Quindi, se si capirà che con un ritorno a quattro gpc si riesce a garantire «più efficacia» ci sarà il nullaosta dei democentristi. «Ma non di soli gpc si deve parlare – insiste Morisoli –. Questo discorso riguardo all’efficienza della giustizia, vera cartina di tornasole della democrazia svizzera, deve essere applicato a tutti i suoi settori. Dove si riscontrerà il bisogno di potenziare, si potenzi. Dove invece si ritiene di poter tagliare garantendo la stessa produttività si può tagliare».