Ticino

Bufera sullo sgombero neve

Gli appalti cantonali del 2017 annullati per irregolarità in Valle Maggia e Valle di Blenio. Aperta anche un’inchiesta

Ti-Press
3 dicembre 2018
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Neve e polemiche. Dopo le critiche che hanno scosso la capitale ticinese a cavallo tra dicembre e gennaio per i ritardi accumulati nello sgombero della neve, ecco che un’altra tegola si abbatte sull’inverno al Sud delle Alpi. Stavolta riguarda il sistema di assegnazione degli appalti per il servizio di pulizia della coltre bianca dalle strade nel Locarnese e in Valle di Blenio. Sì, perché questa vicenda tira in ballo, direttamente, anche alcuni (alti) funzionari dell’amministrazione cantonale sospettati – cosa che gli accertamenti dovranno appurare – non solo di non aver vigilato a dovere sulla regolarità e il rispetto dei bandi di concorso, bensì anche di aver favorito determinate ditte a scapito di altre. Una sorta di “fresopoli”, chiamiamola così, al momento non ancora destinata a sfociare in Vallemaggia – come invece già accaduto di recente in Valle di Blenio – in un’inchiesta da parte della giustizia.

Per vederci un po’ più chiaro in questa vicenda dai contorni turbolenti occorre fare un passo indietro. All’autunno del 2016, quando cioè il Dipartimento del territorio apre il bando di concorso per l’assegnazione del servizio di fresa della neve per il quadriennio 2016-2020 per l’alta Vallemaggia (ma, in pratica, esteso a tutto il distretto). Due gli interessati che rispondono all’invito. Le regole del gioco sono chiare, messe nero su bianco: gli autoveicoli muniti di fresa dei quali l’azienda in corsa per l’appalto deve dar prova di disporre non possono essere stati immatricolati prima del 1995 e devono pure rispondere ad altri requisiti tecnici. Gli imprenditori che poi saranno esclusi dai giochi hanno in dotazione tre macchine: una risalente al 1994, una del 1988 e una del 2005. In pratica due delle tre non sono in regola con le disposizioni del concorso. Nulla da fare per loro, speranze da riporre in un cassetto.

L’altra, la ditta concorrente, afferma invece di poter mettere in servizio tre veicoli datati 1995, 1997, 2016. Fin qui, tutto regolare. L’appalto, a quel punto, è suo di diritto. Il discorso cambia quando, fatti due accertamenti, si viene a sapere che chi si è aggiudicato il servizio (per grossomodo 200mila franchi) non ha detto la verità. In pratica effettua i lavori di sgombero della neve con mezzi obsoleti e ben più datati del 1995. Il modello dichiarato “2016” tanto per cominciare, al momento della verifica avvenuta mesi dopo l’assegnazione non era nemmeno parte integrante del parco veicoli dichiarato. Ma ciò che è più grave è che l’automezzo fabbricato nel 1997 e acquistato, di seconda mano, da una ditta di Poschiavo, la Vallemaggia (imbiancata o meno) non l’ha mai vista nemmeno in cartolina fino al gennaio 2018. La macchina fresa neve, da accertamenti effettuati, in quel mese figurava addirittura ancora in vendita da parte della ditta di Poschiavo proprietaria. Prezzo indicato, circa 60mila franchi. La stessa è stata regolarmente impiegata e immatricolata Gr nell’inverno 2017-18 per lavori di pulizia della coltre bianca sul Passo del Bernina, a qualche centinaio di km di distanza dalla Vallemaggia. Altra prova lampante: l’immatricolazione del mezzo parlava chiaro, sino a parecchi mesi fa: sulla carta grigia stava scritto Canton Grigioni; e questo a un anno dalla data di aggiudicazione dell’appalto ticinese.

A questo punto, qualche interrogativo sulle verifiche eseguite dagli uffici cantonali preposti risulta legittimo. L’alto funzionario cantonale incaricato di controllare il parco veicoli (cosa prevista, con tanto di sopralluogo dei funzionari di Bellinzona e ispezione minuziosa dei mezzi), che cosa ha visto se le frese inserite nel bando di concorso ancora non erano in possesso del titolare che ha ricevuto l’appalto? Chi avrebbe dovuto controllare che l’aggiudicatario, in fase di esecuzione, ha utilizzato i mezzi effettivamente immessi nel bando di concorso assegnatogli? Le richieste di chiarimenti agli uffici del Dipartimento del territorio inizialmente cadono nel vuoto. Parte allora una segnalazione al direttore dello stesso, Claudio Zali (data 13 dicembre 2017). La risposta per il tramite della Divisione delle costruzioni, responsabile del servizio sgombero e pulizia della neve, è il classico “i controlli sono stati avviati”.

Nel frattempo, attraverso i social, spunta un ulteriore particolare curioso: il trasferimento della fresa dai Grigioni avviene qualche giorno dopo la segnalazione agli uffici cantonali interessati ( comunque a più di un anno dall’aggiudicazione dell’appalto). Il primo proprietario del veicolo, residente a Poschiavo, chiamato in seguito a spiegare il pasticcio, afferma fino a gennaio 2018 di essersi “confuso di modello” e di aver offerto la macchina più volte a chi (ancora in quel periodo) gli aveva chiesto se la stessa fosse ancora in vendita. Salvo poi contraddirsi dichiarando che “la fresa in questione era già di proprietà della ditta aggiudicataria a settembre 2016”... Logico sospettare, a sto punto, che qualcuno non la racconti giusta. Che ne è delle regole precise del bando di concorso che prevedevano che addirittura il parco veicoli dovesse essere pronto e a disposizione per le necessarie verifiche mesi prima?

Il 27 di febbraio, colpo di scena: il Cantone decide la rescissione del contratto con la ditta valmaggese alla quale aveva assegnato il servizio fresa neve (durata fino al 2020). Segno, evidente, che qualcosa non ha funzionato o che dei sospetti in tal senso ci siano. Se non è un’ammissione di colpa, poco ci manca. Nel frattempo lo stesso Cantone, dopo lo stralcio del primo concorso, ha indetto un nuovo bando per il lotto in questione, recentemente assegnato – ancora una volta – alla ditta alla quale è stato appena stralciato il precedente bando (i concorrenti in gara erano sempre due). C’è da augurarsi, a questo punto, che gli errori nelle verifiche del parco veicoli, involontari o meno, non si siano ripetuti.

Alta Valle di Blenio – La data falsificata e il sospetto di un lotto ‘su misura’

Le polemiche si sono fatte strada anche tra i cumuli di neve dell’alta Valle di Blenio. Qui, lo scorso inverno, l’assegnazione dell’appalto da parte del Cantone per lo sgombero della neve è sfociata in una denuncia in Procura: denuncia che ha portato la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti all’apertura di un’inchiesta penale attualmente ancora in corso. A essere indagato è il vincitore dell’appalto, persona nota nella regione per aver fatto parte in passato di un esecutivo della valle, il quale dirige una ditta di trasporti come attività secondaria. I reati che si prospettano per lui sono di truffa in documenti e truffa processuale (probabilmente tentata), ma l’inchiesta è ancora in una fase di raccolta degli atti e, da noi contattata, la procuratrice pubblica spiega che è prematuro esprimersi adesso sulle tempistiche del possibile rinvio a giudizio.

La vicenda ha inizio lo scorso anno con l’apertura del concorso per la pulizia delle strade cantonali tramite fresa neve. Il capitolato del concorso per il lotto riguardante l’alta Valle di Blenio – che comprende la strada dalla fine dell’abitato di Olivone fino a Campra – chiede ai partecipanti di essere dotati di due mezzi costruiti non prima del 1995. I criteri di aggiudicazione si basano in particolare su prezzo dell’offerta e idoneità dei veicoli. Partecipano in quattro e l’appalto viene assegnato come detto all’ex municipale. Ma i forti sospetti che la macchina principale del vincitore sia più vecchia (risalirebbe al 1992, pur essendo stata immatricolata in Svizzera nel 2001), mentre l’altro mezzo dichiarato non sia ancora in suo possesso, portano alla denuncia. Dalle prime constatazioni degli inquirenti sarebbe emersa la falsità della targhetta applicata sul mezzo precedente al 1995 che serve per certificare la sua “età”.

Parallelamente qualcuno fa anche ricorso contro l’assegnazione del mandato. Nel frattempo tale ricorso è stato vinto e il Cantone ha annullato il concorso optando per assegnare il mandato tramite appalto diretto. A chi? Proprio al vincitore del concorso, l’ex municipale che adesso è indagato. Solo in seguito, quando l’inchiesta penale ha iniziato a delinearsi, l’incarico gli è stato tolto per essere assegnato a qualcun altro. Ma di neve non ne è più caduta essendo a quel punto la stagione invernale quasi finita.

Stando a nostre informazioni, anche un alto dirigente del Cantone coinvolto nell’assegnazione di questo genere di mandati – che in una società attiva in valle siede nello stesso Consiglio di amministrazione dell’imputato – è stato sentito nell’ambito dell’inchiesta. Questa, ricordiamo, si concentra unicamente sull’aspetto puntuale della data di costruzione del veicolo dichiarata. Nella vicenda si fanno però strada anche altri retroscena, per esempio sulla complicità dei due colleghi di Cda. Un sospetto è che, nell’ambito della riorganizzazione dei lotti avvenuta negli scorsi anni in tutto il Ticino con la riduzione da un centinaio a una quarantina, il lotto riguardante l’alta Valle di Blenio sia stato creato ‘ad hoc’ per poterlo assegnare all’ex municipale. Mentre nel resto del cantone i lotti verrebbero puliti dalla neve facendo ricorso a consorzi composti da più ditte a causa dell’ampiezza del territorio, questo è infatti l’unico così piccolo da poter essere sgombrato da un solo mezzo (più uno di riserva).

Alcune settimane fa sono stati deliberati gli appalti del nuovo concorso lanciato a fine primavera per il “Servizio di carico neve tramite fresa meccanica” nel periodo 2018-2022 per alcuni lotti in Ticino, tra cui l’alta Valle di Blenio. Un appalto che si stima possa fruttare circa 200mila franchi sull’arco di quattro anni, anche se, avvenendo la retribuzione a ore, si tratta di un dato variabile. A differenza del concorso annullato lo scorso anno, l’ultimo aveva un nuovo sistema di punti, senza disposizioni riguardanti l’età dei veicoli. Questa volta l’appalto relativo a questa regione dell’Alto Ticino non è più stato assegnato al proponente coinvolto nell’inchiesta e nel frattempo la decisione è cresciuta in giudicato.