Ticino

Lia, c’è posta per partiti e governo

A pochi giorni dal dibattito in Gran Consiglio, l’Uae scrive e ribadisce: pronti al referendum

Piergiorgio Rossi Ti-press
3 novembre 2018
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Ne ha per tutti. Nero su bianco. Esprime “perplessità” sui motivi per cui il Tribunale federale ha dichiarato inammissibile il ricorso che aveva inoltrato con alcune ditte. E non risparmia critiche ai rapporti – di maggioranza, di minoranza e parziale – usciti dalla commissione parlamentare della Legislazione, pronti a essere discussi in plenum. A pochi giorni dal dibattito in Gran Consiglio circa il futuro della Legge cantonale sulle imprese artigianali e il relativo albo, l’Unione associazioni dell’edilizia (Uae) scrive ai presidenti dei partiti, ai responsabili dei gruppi parlamentari e al Consiglio di Stato. Quel Consiglio di Stato che propone di cancellare la Lia, la cui vigente versione è stata giudicata dal Tribunale cantonale amministrativo contraria al diritto federale. La lettera – tre pagine fitte firmate dal presidente Piergiorgio Rossi, dal vice Massimo Frizzi e dalla direttrice Cristina Resmi – è di ieri e termina con la conferma di quanto prospettato di recente a parole da Rossi (vedi ‘laRegione’ del 25 ottobre): in caso di abrogazione della legge da parte del parlamento, si afferma nella missiva, “ci riserviamo il diritto di indire un referendum”.

Partiamo dal rapporto di maggioranza. Che, annota l’Uae, “si conclude” con la richiesta di “abrogazione” della Lia, in linea quindi con l’invito formulato dal governo al Gran Consiglio: secondo gli autori della lettera, il rapporto tuttavia non entrerebbe “nel merito di un effettivo controprogetto, supportato da contenuti concreti e tempistiche inderogabili”. Un modus operandi, aggiunge l’Uae, che “non può in nessun caso essere da noi condiviso, soprattutto tenendo conto delle indubbie difficoltà alle quali una nuova legge andrebbe incontro, anche solo a causa dell’approccio disfattista del gruppo di oppositori alla Lia”. E veniamo al rapporto di minoranza, che attraverso un decreto legge suggerisce di emendare l’attuale normativa, senza passare, come indica invece la maggioranza commissionale, da una sua preliminare abrogazione per approdare, con l’adozione di un’iniziativa parlamentare, a una legge che salvaguardando lo spirito della Lia (la lotta alla concorrenza sleale transfrontaliera) sia compatibile con il diritto superiore. La minoranza, rileva l’Uae, “suddivide in pratica l’albo in due categorie: la prima per imprese che hanno effettuato un semplice annuncio e la seconda per imprese che hanno espletato una registrazione qualificata. Il nostro grosso dubbio è legato all’efficacia di un albo che prevede un semplice annuncio, prassi troppo spesso semplice e che, senza requisiti obbligatori, certo non crea le premesse per una concorrenza leale, tema di fondo della filosofia Lia”. Ed eccoci al rapporto parziale, che propone la restituzione delle tasse già pagate nel 2018. “Se la legge è in vigore (la Lia, ndr) – e qui si tratta di un’iscrizione e non di prestazioni erogate – le imprese coinvolte devono pagare, secondo quanto indicato da legge e regolamento”, si osserva nella lettera. L’Uae non ha dubbi: la Lia va “mantenuta” e “adattata”. Da qui alcune ricette dell’Unione associazioni dell’edilizia: iscrizione all’albo “gratuita per le imprese d’Oltralpe” e per le altre imprese “tassa d’iscrizione in funzione dei salari Suva (proporzionale), iscrizione unica nell’attività preponderante, attività secondarie indicate ed eventualmente certificabili, rispetto requisiti minimi indispensabile per ottenere l’iscrizione”.

Le reazioni: ‘Il vuoto c’è già’


L’Uae dice no all’abrogazione della Lia. Perché si creerebbe un vuoto legislativo. «Vuoto che di fatto c’è già, visto che la legge è sospesa», commenta la granconsigliera leghista Amanda Rückert, autrice con Lara Filippini (La Destra) del rapporto di maggioranza, che propone l’abrogazione del testo attuale e la sua sostituzione con una Lia-2 tramite iniziativa parlamentare elaborata. «Siamo convinti che così l’iter sarà molto più veloce. Inoltre nell’affinamento della norma vogliamo coinvolgere tutti gli attori in gioco, Uae compresa». Ed emendare solo la legge permettendo l’iscrizione gratuita alle imprese d’Oltralpe, come propone l’Unione associazioni dell’edilizia? «È un’ipotesi che abbiamo analizzato e scartato, dal momento che non sarebbe equa. Come peraltro la stessa Uae sosteneva quando è emersa questa idea». Il relatore di minoranza Maurizio Agustoni (Ppd): «La volontà dell’Uae di tutelare l’artigianato in Ticino è sicuramente comprensibile. Ma il Gran Consiglio deve comunque tener conto delle decisioni giudiziarie che hanno stabilito che l’attuale Lia non è conforme alla Legge federale sul mercato interno. Applicarla solo ai ticinesi, significherebbe lasciare campo libero a padroncini d’Oltrefrontiera di operare in Ticino senza requisiti».