Lo scorso anno i rifiuti solidi urbani diminuiti del 3,4%. Secondo l'Ustat la riduzione sarà ancora più marcata nel 2018/19
Meno pattume in Ticino grazie alla tassa sul sacco. Nel 2017 la spazzatura prodotta a Sud delle Alpi è diminuita di più di 3’200 tonnellate rispetto all’anno precedente, mostrando così una flessione del 3,7%. Fattore determinante per il calo, sostiene l’Ufficio cantonale di statistica (Ustat) che ha curato lo studio, è stata l’introduzione in alcuni comuni della tassa causale dopo la modifica della legge cantonale in materia. Modifica votata a maggio del 2017 dai ticinesi ed entrata in vigore il 1° luglio dello scorso anno.
Sei mesi sono bastati ad avere un effetto, dunque. Effetto, prevede l’Ustat, che sarà ancora più accentuato nel 2018 e nel 2019, quando cioè tutti i comuni si saranno adeguati alle nuove disposizioni di legge. In totale lo scorso anno i ticinesi hanno prodotto 235 chili di rifiuti per abitante (equivalenti a 83’012 tonnellate) finiti all’impianto di termovalorizzazione di Giubiasco assieme ad altre categorie di pattume, per un totale di 179’500 tonnellate.
In aumento le raccolte separate, che superano così i rifiuti non riciclabili in quanto a peso. La crescita, sostiene l’Ustat, è da imputare soprattutto all’aumento degli scarti vegetali censiti (+18,4%), del legno usato (+23,7%) e del rientro nella media del vetro raccolto dopo il calo evidenziato nel 2016. Crollo invece alla voce “apparecchi elettronici” (-76,7%) per via dello smaltimento diretto verso la Svizzera interna.
La parte del leone nei rifiuti prodotti alle nostre latitudini la fanno comunque ancora quelli edili: con 2,1 milioni di tonnellate prodotte lo scorso anno, questo tipo di materiale rappresenta l’85,3% del totale (in peso). Forte la diminuzione del materiale depositato in discarica (-32%), che tocca così il valore più basso degli ultimi 16 anni. A incidere su questa voce, l’aumento dell’export verso l’Italia (+76%), dove i rifiuti degli scavi vengono utilizzati per riempire le cave a ridosso del confine. Nota dolente per il riciclo: ad eccezione dell’asfalto e dei detriti di cava, i detriti consegnati ai centri di riciclaggio sono sempre maggiori rispetto a quelli lasciati dopo essere stati ‘rigenerati’. “Ciò – rileva l’Ustat – sembrerebbe determinare una certa difficoltà o reticenza nell’utilizzo di materiali edili riciclati”. Materiali che si accumulano così presso le ditte di riciclaggio.