Cantone

‘Un partito oggi in difficoltà’

La lucida analisi di Fabio Bacchetta-Cattori, già presidente, deputato cantonale di lungo corso del Ppd ticinese

22 settembre 2018
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Era convinto che bastasse così, dopo quasi sedici anni in Gran Consiglio, tutti fra l’altro nella Commissione della gestione (dove si giocano le vere e grosse partite del parlamento), con in mezzo la presidenza cantonale del Ppd. Poi i giorni hanno preso un altro vento. Il Partito popolare democratico si è trovato – e si trova tuttora – al centro di una bufera e ciò che sino al quel momento era certo, ha preso un’altra piega. Anche per Fabio Bacchetta-Cattori che, data la situazione, si è detto disponibile a far parte della lista ‘azzurra’ per il Consiglio di Stato 2019-2023.

Cosa la induce a voler giocare la partita più importante, quella per il governo, dopo diciotto anni di politica cantonale?

La grave situazione di difficoltà nella quale si ritrova il Ppd alla vigilia delle elezioni cantonali che non va sottovalutata – in ogni singolo distretto – specie da chi è chiamato a decidere la lista per il Consiglio di Stato.

Difficoltà cosa vuole dire?

Quello che è accaduto in questo ultimo anno e mezzo [leggi caso Argo 1, ndr], ha messo molto in difficoltà il Ppd. E così, mentre stavo pensando di concludere il mio impegno politico e avevo già annunciato la rinuncia a ricandidarmi in Gran Consiglio, mi è stato chiesto di non lasciare il campo.

Lei ha citato le difficoltà del Ppd. Ma cosa manca al suo partito?

Il Ppd necessita, oggi, di essere rassicurato al suo interno. Poi deve riposizionarsi, maggiormente, sullo scacchiere politico cantonale come forza importante e decisiva. Negli ultimi anni ci siamo elettoralmente indeboliti, ma negli ultimi due abbiamo pure subito un indebolimento istituzionale, dentro il governo e dentro il parlamento, mai vissuti in precedenza. Occorre dunque rafforzarci di nuovo, nell’interesse del Cantone stesso.

Quando dice ‘rafforzare’, intende l’attuale seggio o allude ad altro?

Occorre reagire con forza e rilanciare, decisi, il Ppd con tutte le sue potenzialità politiche, rassicurando in particolare l’elettorato popolare democratico ma anche rivolgendosi a chi si sente oggi distante dai partiti pur riconoscendosi in un’area comune alla nostra.

Come, con quali idee?

Il Ppd poggia da sempre la sua azione politica su ideali e valori chiari: la dignità di ogni persona, specie dei più deboli e il bene comune. Il nostro programma e la nostra azione politica debbono concretizzare questi valori, come già fatto in passato e la nostra storia lo attesta.

Traducendo. Su cosa il Ppd dovrebbe puntare? Quali le priorità?

In questi ultimi anni, la priorità nostra e delle forze politiche di governo è stata data al risanamento delle finanze pubbliche. Condizione indispensabile per promuovere al meglio tutte le altre politiche settoriali. Il Ppd ha avuto un ruolo decisivo in tal senso, sia in Consiglio di Stato, sia in Gran Consiglio. Gli obiettivi finanziari principali sono così stati raggiunti. Nei prossimi anni, la priorità va data a creare migliori condizioni quadro per il mercato del lavoro, la fiscalità, le infrastrutture e i trasporti pubblici e privati, le relazioni coi Comuni. Occorre rilanciare il nostro Cantone, aprendosi anche a nuovi orizzonti.

Che vuol dire anche ritorno al pragmatismo, oltre le velleità ‘primanostriste’?

Dobbiamo distanziarci in maniera più chiara e netta da chi incute paure continue, spesso irrazionali, nella popolazione. Dobbiamo ricreare un clima di fiducia nei nostri mezzi, nelle nostre potenzialità. Il Cantone Ticino ha sempre saputo uscire dalle situazioni difficili, grazie anche a una classe politica attiva e capace, che spesso ha messo al centro i più deboli.