Inchiesta sulle guardie di confine: dal Ticino lettera a Bock firmata da quasi la metà del Corpo
Cosa succede lungo la frontiera sud della Svizzera fra gli addetti alla sicurezza? Interrogativo più che legittimo dopo il recente intervento di Berna con l’avvio di un’inchiesta amministrativa, nel frattempo congelata in attesa degli sviluppi delle indagini della giustizia militare, e l’adozione a titolo provvisorio dei primi provvedimenti nei confronti dei vertici delle guardie di confine Regione IV: la sospensione del 58enne responsabile dello Stato maggiore e soprattutto il trasferimento Oltralpe, nella sede centrale del Comando, del capo della Regione IV Mauro Antonini. Cosa succede, appunto. Come minimo, serpeggia il malessere fra gli agenti ticinesi. Lo conferma una lettera – sottoscritta da più o meno la metà dei collaboratori: si parla di 130 firme raccolte in pochi giorni – in cui si lamentano le brusche modalità di gestione del personale, ‘guidato’ dall’ufficiale 46enne anch’egli al centro di verifiche, trasferito intanto ad altre mansioni: la missiva, circostanziata, è stata indirizzata in tempi recenti al direttore dell’Amministrazione federale delle dogane Christian Bock.
E poi c’è dell’altro. Ed è ciò su cui la giustizia grigioverde è chiamata a far luce. Riguarda la gestione in seno alla Regione IV dei bonus, un determinato importo che la Confederazione mette annualmente a disposizione per premiare i funzionari (qualsiasi guardia di confine) meritevoli. In particolare sotto la lente del magistrato – un procuratore pubblico ticinese che in questo caso opera quale giudice istruttore militare – vi è una sorta di cassa nera, non ufficiale, dato che Berna, a quanto pare, ne ignorava l’esistenza, dove sarebbe finita una parte dei bonus. Sarebbe stata amministrata da Antonini e dal 58enne capo dello Stato maggiore, ma non per uso personale. In altre parole, non hanno intascato nulla. La cassa sarebbe stata a disposizione del Comando, di cui fanno parte alcuni ufficiali e aiutanti, per cene, biglietti di Natale o pranzi di cortesia, di rappresentanza. La somma sulla quale si concentra l’attenzione della giustizia militare oscilla fra i 7mila e gli 8mila franchi. La scorsa settimana la Sezione reati economico-finanziari della Polizia cantonale ha perquisito, su disposizione del giudice istruttore militare, il domicilio del 58enne e gli uffici del Comando, sequestrando documentazione contabile riguardante la cassetta. Nella quale i 7/8mila franchi sarebbero confluiti alcuni anni fa, cinque o sei. Dagli sviluppi delle indagini della magistratura grigioverde – che al momento non ha formulato alcuna accusa – si dovrebbe conoscere il modo esatto in cui è stata alimentata la cassa con l’importo citato.
È Berna che versa i bonus alle guardie di confine segnalate dal comandante di questa o quella Regione. E così, stando a nostre informazioni, sarebbe avvenuto anche per il 58enne, con una parte del bonus che sarebbe finita nella cassa ‘nera’. In ogni caso, sarà il giudice istruttore militare a fare piena luce su questo aspetto: c’era un’intesa tra il comandante e l’ufficiale o si tratta di uno o più versamenti volontari nella cassa? Abbiamo provato a contattare Antonini, ma invano. Dal canto suo il 58enne respinge ogni addebito.
Vi è poi l’impresa di costruzioni con recapito al domicilio sottocenerino del 58enne. Della società, informa il Registro di commercio, è socio e gerente. Un’attività accessoria (opportuna?) per la quale l’ufficiale, nominato nel 2006 alla testa dello Stato maggiore della Regione IV, è stato autorizzato da Berna. E non risulta che la sua ditta abbia svolto lavori per infrastrutture doganali.
C’è intanto una certa irritazione da parte delle autorità cantonali per aver appreso dai media, e non tramite i canali ufficiali, dell’avvio degli accertamenti che stanno interessando parte dei vertici del Corpo delle guardie di confine Regione IV. Corpo che è uno dei principali partner del Cantone in materia di sicurezza. Peraltro fra un paio di settimane è prevista a Bellinzona l’inaugurazione della Cecal, la Centrale comune d’allarme, che da marzo riunisce Polizia cantonale, Federazione pompieri e Comando delle guardie di confine. Al taglio del nastro non è ancora chiaro chi si presenterà. Suscita inoltre un certo stupore l’apprendere che dall’operazione televisiva dei ‘Frontaliers’ parte della beneficenza (150mila franchi) sia stata destinata all’associazione react, che si occupa dello sviluppo di tecnologie per disabili. A sorprendere è il fatto che tra i soci fondatori risultano esserci Antonini e il 46enne capo del personale. Promuovere la vendita dei Dvd a scopo benefico e costituire un’associazione che poi ne incassa i ricavi è quanto meno particolare.