Tutto sarebbe scaturito da una denuncia interna al Corpo Guardie di confine della Regione IV. Già un altro caso per riciclaggio nel 2014
Restano ancora tutti da chiarire i contorni della vicenda che vede coinvolti due alti ufficiali del Corpo Guardie di confine della Regione IV (Ticino e Moesa), ai quali si rimproverano presunte irregolarità di carattere finanziario. I due funzionari, sospesi, sono ora oggetto di una inchiesta, come confermato mercoledì dalla stessa Amministrazione federale delle dogane a Berna. Al momento, per contro, come ribadisce ancora l'Amministrazione, non sussiste alcun interessamento da parte del Ministero pubblico della Confederazione.
Ad attirare l'attenzione dei vertici sui due ufficiali, secondo quanto riferito oggi, giovedì dal CdT, è stata una denuncia interna al Corpo. Inoltre, gli inquirenti dovranno approfondire anche dell'altro: risulta che uno dei due ufficiali, infatti, abbia una attività accessoria, come emerge dal Registro di commercio del Canton Ticino. Iscrizione che, come scrive il quotidiano di Muzzano, rimanda a un'impresa per ristrutturazioni di edifici e risanamenti di opere di calcestruzzo.
Il precedente
Quello affiorato mercoledì, comunque, non è il primo caso che scuote la Regione IV. Quattro anni orsono, all'inizio del 2014, un altro agente era, prima, finito sotto inchiesta, poi, era stato licenziato, a seguito delle risultanze di un'indagine per riciclaggio. L'uomo, allore 45enne, del Mendrisiotto – che aveva ammesso le sue responsabilità –, era stato perseguito assieme alla moglie e ad altre quattro persone. Secondo gli inquirenti aveva favorito (e aiutato) il passaggio alla frontiera di spalloni di valuta nell'ambito di un giro di denaro di quasi 6 milioni di franchi sull'arco di sei mesi.