Sigarette elettroniche e vendita ai minori. Bramani: potrebbe essere il primo passo verso il fumo. De Benedetti: divieto da estendere. Kandemir Bordoli: prudenza con i giovani
Si (ri)accende il dibattito sulle sigarette elettroniche. Per la precisione sulla loro vendita ai minorenni, visto che – segnala l’Agenzia telegrafica svizzera – proprio per oggi le autorità federali hanno indetto un incontro per discutere dell’attuale ‘deserto’ legislativo. Sì, perché se fino allo scorso aprile in Svizzera le e-sigarette con nicotina erano proibite, a seguito di un ricorso è ‘saltato’ il vincolo. Con conseguente ‘boom’ di vendite e di giovani interessati al loro acquisto.
A parlare di “rischi per la salute” è tra gli altri l’associazione Dipendenze Svizzera, che cita fra questi anche la composizione chimica dei liquidi che vengono inalati. “Alcune sostanze – si legge in un flyer informativo – possono provocare, a corto termine, irritazioni alle vie respiratorie”. E ancora : “Il vapore dei vari liquidi contiene sostanze pericolose per la salute di cui ignoriamo, ad oggi, tutti gli effetti”. «Fintanto che non ci sono sufficienti dati bisogna essere prudenti, soprattutto quando parliamo di giovani – commenta la deputata socialista Pelin Kandemir Bordoli, autrice a suo tempo di una delle due iniziative parlamentari sfociate nel divieto (dal settembre 2013) di vendita di tabacco ai minori in Ticino –. Il discorso di una strategia di protezione della gioventù, su cui abbiamo messo l’accento introducendo quel divieto, può senz’altro valere anche per la sigaretta elettronica. Se perlomeno a livello di sensibilizzazione e di autoregolamentazione possono essere trovate delle convergenze, ben vengano». Anche perché, come evidenzia ancora Dipendenze Svizzere, le sigarette elettroniche e le campagne di comunicazione che ruotano attorno ad essere “possono far credere che questi prodotti siano innocui: cosa assolutamente falsa! Esiste, al contrario, il grosso rischio di favorire il passaggio dalla sigaretta elettronica a quella tradizionale”.
«Da parte nostra c’è sicuramente uno sguardo attento nei confronti delle e-sigarette – sottolinea Chiara Bramani, collaboratrice esterna dell’Associazione svizzera non fumatori –. Nonostante non vi siano ancora studi del tutto neutrali sugli effetti di queste sigarette, la nostra associazione punta comunque molto sulla prevenzione. Cerchiamo quindi attraverso le nostre iniziative di non far cominciare a fumare, perché poi smettere è molto difficile». Purtroppo, osserva Bramani, «tra gli adolescenti la percentuale di coloro che iniziano è ancora molto alta. Dal nostro punto di vista l’utilizzo della sigaretta elettronica potrebbe essere il primo passo verso quella tradizionale». Per la presidente della Conferenza cantonale dei genitori Anna De Benedetti, il divieto di vendita delle sigarette ai minorenni «dovrebbe essere non solo mantenuto per quelle tradizionali, ma essere esteso a quelle elettroniche, senza o con poca nicotina, perché si acquisisce comunque un gesto». Riguardo all’eventuale quantità ridotta di nicotina nelle e-sigarette, il rischio, avverte De Benedetti, «è di ‘vaporizzare’ di più con l’illusione di non subire danni alla salute perché non si sta fumando una sigaretta cosiddetta normale. Insomma, secondo me la sigaretta elettronica alimenta in ogni caso una falsa sicurezza». Il ricorso dei punti vendita all’autoregolazione (niente e-sigarette ai minori), come si ipotizza nel servizio dell’Ats? «L’autodisciplina – rileva la presidente della Conferenza cantonale dei genitori – dipende dalla sensibilità di chi vende. E non sempre è sufficiente quando si parla di tutela della salute dei giovani».