Ticino

Previdenza, l'ente del cantone deve ricapitalizzare

Sono allo studio misure compensatorie tra cui la riduzione dell'aliquota di conversione per le rendite e l'aumento del capitale di vecchiaia

Ti-Press
1 giugno 2018
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Nonostante una performance del 6,4% (la migliore degli ultimi anni), il grado di copertura dell'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct) è ancora lontano dagli obiettivi prefissati dal piano di rifinanziamento (66% invece del 68,5%).  I dati sono stati diffusi dal Cda dell'Ipct

Anche nel 2017 è continuato il trend generale della riduzione del tasso tecnico, riconducibile alla diminuzione delle aspettative di rendimento dei capitali (a fine 2017, ad esempio, il rendimento delle obbligazioni della Confederazione a dieci anni era attorno allo 0%). Il Consiglio di amministrazione, sentito il perito in materia di previdenza professionale, ha pertanto ridotto con effetto al 31.12.2017 il tasso tecnico dal 2.25% al 2.00%, adeguandosi al tasso tecnico di riferimento raccomandato dalla Camera svizzera degli esperti in casse pensioni. 

Nel 2017 il quadro economico-finanziario non è mutato in modo sostanziale rispetto al 2016. La strategia di investimento dell’Ipct non ha dunque subito modifiche. “In un contesto di tassi di interesse bassissimi, grazie all’ottima performance dei mercati azionari sono stati conseguiti risultati molto soddisfacenti, tenuto conto della capacità di rischio dell’istituto. Infatti, il rendimento del patrimonio finanziario ha raggiunto globalmente il 6.9% (2016: 3.6%). Le azioni svizzere hanno avuto una performance del +20% circa e leggermente inferiori sono stati i rendimenti dei mercati azionari internazionali. Le obbligazioni, sia svizzere che estere hanno invece dato rendimenti estremamente bassi”, si legge in una nota.

Nuovamente molto buono è pure stato il rendimento del patrimonio immobiliare diretto, pari al 6.4% (2016: 7.8%). Anche l’immobiliare indiretto (piazzamenti in fondazioni di investimento immobiliare) ha conseguito un rendimento lusinghiero del 5.3% (2016: 5.3%). 

I rendimenti praticamente nulli degli investimenti senza rischio costituiscono il principale problema che assilla tutto il secondo pilastro e, quindi, anche l’Ipct. Questo quadro di tassi di interesse molto bassi persiste oramai da diversi anni ed è la causa principale della diminuzione delle prospettive di rendimento e, di riflesso, della progressiva riduzione del tasso tecnico di riferimento fissato dalla Camera svizzera degli esperti in casse pensioni e, di conseguenza, di quello utilizzato dagli istituti di previdenza per il calcolo degli impegni verso gli assicurati e i beneficiari di rendita. 

Il tasso tecnico di riferimento 2017 è stato fissato al 2.00%, per cui, come detto, il CdA dell’Ipct ha deciso di ridurre dal 2.25% al 2% il tasso tecnico utilizzato per la chiusura contabile al 31.12.2017. 

“La riduzione del tasso tecnico - dal 3.50% nel 2014 al 2.00% a fine 2017 - ha avuto un costo importante per l’Ipct, poiché ha comportato un rilevante aumento degli impegni, quantificabile in circa un miliardo di franchi, di cui 500 milioni per le garanzie di pensione secondo l’art. 24 Lipct e circa 500 milioni per i beneficiari di rendita. Nonostante i buoni risultati della gestione patrimoniale, non è dunque stato possibile aumentare il grado di copertura conformemente a quanto previsto dal piano di rifinanziamento previsto dalla riforma approvata dal Gran Consiglio il 6 novembre 2012”, si legge ancora.

Allo studio misure compensatorie

“In considerazione, in particolare, del maggior costo di circa 500 milioni delle garanzie di pensione accordate dal Parlamento agli assicurati all’Ipct al 31.12.2012 (assicurati nati nel 1962 e più anziani; circa 5mila beneficiari) il Cda dell’Ipct, a inizio 2018, ha preso contatto con il Consiglio di Stato per illustrare la necessità di un contributo supplementare cantonale anche per rispettare il cammino di rifinanziamento intrapreso. Gli approfondimenti con tutte le parti coinvolte sono in corso”, si legge ancora nel comunicato. Ricordiamo che nelle scorse settimane si era parlato di un fabbisogno di circa 300 milioni di franchi

La riduzione del tasso tecnico comporta la riduzione dei tassi di conversione, che servono a convertire il capitale di vecchiaia in rendita. Attualmente, presso l’Ipct, il tasso di conversione a 65 anni è pari al 6.17% (calcolato con un tasso tecnico del 3.5% e basi tecniche VZ 2010). Applicando un tasso tecnico del 2% e le nuove basi tecniche VZ 2015, che tengono conto dell’aumentata longevità, il tasso di conversione a 65 anni scende al 5.20% almeno, con conseguente riduzione delle rendite (fatta eccezione per coloro che beneficiano delle garanzie di pensione di cui all’art. 24 Lipct). La riduzione dei tassi di conversione, attualmente in discussione all’interno del CdA, dovrà entrare in vigore entro il 01.01.2021. 

“Nell’ambito del riesame del piano di rifinanziamento, il CdA sta dunque valutando se e quali forme di compensazione potranno essere adottate al fine di salvaguardare il più possibile il livello attuale delle pensioni. Si tratta, per principio, di aumentare il capitale di vecchiaia sul quale viene applicato il tasso di conversione. Qualunque siano le misure compensatorie prescelte, dovranno anche essere individuate le necessarie fonti di finanziamento”, si conclude. 

Il Rendiconto 2017 è scaricabile dal sito www.ipct.ch