Ticino

Il motorino ha perso il suo fascino

In quindici anni i ciclomotori in circolazione sono più che dimezzati. Barboni: 'La categoria seguente è più interessante'

Ti-Press
5 aprile 2018
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Un tempo era un culto. Una delle prime conquiste verso l’indipendenza. Quasi uno status, considerato che la marca del telaio identificava un genere di persona. “Dimmi se guidi un Puck o un Piaggio, e ti dirò chi sei”. Ma rappresentava anche un concreto aiuto per le prime trasgressioni, in piena età adolescenziale, comprese quelle nei confronti dell’autorità. Chi non ha mai visto un “motz” truccato?

Uno stile d’altri tempi, ormai. Basta gettare un occhio nei piazzali delle scuole per rendersi conto che il motorino non fa più così tanto gola ai quattordicenni. Settimanalmente sono tra i dieci e i quindici a presentarsi all’esame teorico per staccare la prima patente. Ma i dati dei ciclomotori sulle strade ticinesi (targati e con bollino annuale valido) non lasciano spazio a dubbi, come ci conferma Aldo Barboni, aggiunto capo della Sezione della circolazione. «Nelle cifre relative al rinnovo del contrassegno constatiamo una vera e propria emorragia – spiega alla ‘Regione’ Barboni –. Se nel 1999 i ciclomotori in circolazione con contrassegno valido erano 8’989, nel 2010 siamo scesi a 3’999». Ossia cinquemila in meno, cioè meno della metà. «Nel 2015 abbiamo raggiunto quota 3’792». Sempre più giù di giri, la moda del “motz” ha iniziato a tramontare quando la legislazione in materia di patenti e patentini è diventata più snella. Da quando cioè nel 2003 la nuova ordinanza ha consentito dai 16 anni di ottenere la categoria A1: categoria che permette di guidare gli scooter di cilindrata fino a 50 cm3 bloccati a 45 all’ora, e soprattutto di avere delle facilitazioni quando a 18 si vorrà passare alla categoria successiva, la B, quella per le automobili. A quel punto infatti, si risulterà dispensati dal corso di samaritani e dall’esame teorico. «Sono cambiamenti voluti dal legislatore federale che hanno avuto un impatto determinante sulla categoria M, quella dei ciclomotori – valuta Barboni –. Si aggiungono comunque anche altri fattori che a mio avviso hanno reso sempre meno attrattivo per il giovane staccare questa patente. Come lo sviluppo del servizio pubblico: più corse in direzione delle scuole, maggiore efficienza del sistema dei trasporti pubblici eccetera. Se a questo aggiungiamo la moda del rampichino scoppiata a inizio anni Duemila e quella della bici elettrica che sta prendendo sempre più piede oggi, si spiega la flessione dei ciclomotori». Anche a livello di costi si tratta pur sempre di un investimento non di poco conto: i motorini usati ma in buono stato vanno dai 700 franchi in su; a cui si aggiungono le tasse amministrative: l’esame teorico costa 30 franchi, il rilascio della patente 60, più le tasse per l’immatricolazione del veicolo.

Esami teorici itineranti

«Il sistema con cui sono proposti gli esami teorici soddisfa gli utenti, perché la rotazione mensile nelle diverse località meglio si concilia alle esigenze di ognuno». Così il capo aggiunto della Sezione della circolazione Aldo Barboni risponde alle sollecitazioni di una nostra lettrice, che ci aveva segnalato problemi durante un paio di sessioni di esami a marzo. «In effetti abbiamo avuto un guasto al server mercoledì 21 marzo, il pomeriggio. Chi si è presentato per l’esame a Mendrisio ha quindi dovuto rimandare. Comunque durante la giornata avevano già svolto regolarmente il test 49 persone la mattina e 19 all’inizio del pomeriggio, prima che si presentasse il problema tecnico». In media, in una giornata d’esame si fanno avanti tra le 80 e le 100 persone. Di queste sono 10-15 quelle che prendono parte all’esame per la categoria ciclomotori. «Sul sito della Sezione si possono consultare le date e le relativi sedi d’esame. E presentarsi di conseguenza il giorno e nel luogo che si preferisce». Un sistema a rotazione adottato da circa un anno. «È parte di quegli accorgimenti voluti dal Dipartimento per sostenere il più possibile la nostra utenza. Questa flessibilità – conclude Barboni – permette all’interessato di ridurre i tempi di attesa».