Il deputato ribadisce che ai consiglieri di Stato "non spettano per diritto divino 15mila franchi di rimborsi forfettari annui"
Nuovo capitolo della vicenda rimborsi. Matteo Pronzini, Mps, tuona chiedendo la sospensione immediata di rimborsi e salari illegali (somma quantificata dal Movimento per il socialismo in 1.9 milioni di franchi). La richiesta è indirizzata al Presidente del Gran Consiglio, che mercoledì 21 aveva ricevuto dal Governo l'indicazione che – salvo avviso contrario dell'Up – la prassi in vigore (i versamenti dei rimborsi spese) sarebbe rimasta immutata.
Queste le norme a protocollo del Consiglio di Stato oggetto della comunicazione di Pronzini:
- La n. 103/2016 (rimborsi al cancelliere, 3'600 franchi di telefono, 10'000 franchi di regalo e le due mensilità extra) che per il deputato "non ha base legale e di conseguenza non può e non deve essere applicata".
- La n. 43/2011 (15'000 franchi di rimborsi forfettari annui) che "deve essere oggetto di una ridiscussione nell’ambito del Ufficio Presidenziale", il quale "deve (in modo meno superficiale di quanto fatto nel 2011) valutare se, sulla base del suo contenuto ed in particolare di quanto comprende e non comprende, effettivamente 15mila siano giustificati o meno". In tal caso, "si dovrà ridurre l’ammontare e chiedere una restituzione anche per queste posizioni".
In conclusione, Pronzini afferma che ai consiglieri di Stato "non spettano per diritto divino 15mila franchi di rimborsi forfettari annui. La somma che deve essere loro versata deve avere un collegamento con le spese effettive".