Ticino

Aumento imposta di circolazione 2017: sì a tre ricorsi

Il tribunale li ha accolti parzialmente. Censi (Fronte automobilisti): riconosciuta l'incompatibilità con i principi di legalità e della buona fede

30 gennaio 2018
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Tre ricorsi sono stati accolti, seppur parzialmente, mentre uno è stato respinto. Questo il verdetto – contenuto in altrettante sentenze, datate 23 gennaio – della Camera di diritto tributario del Tribunale d’appello sui ricorsi inoltrati lo scorso luglio da quattro conducenti contro l’adeguamento/aumento dell’imposta di circolazione 2017 dovuto al rivisto sistema di calcolo degli ecoincentivi, con riduzione del numero di beneficiari del bonus, contemplato dal messaggio governativo dell’aprile 2016 sulla manovra di risanamento delle finanze cantonali. Rappresentati (gratuitamente) dal Fat, il Fronte automobilisti Ticino, e assistiti dall’avvocato Nicola Fornara, i quattro si erano appellati alla Camera di diritto tributario dopo che la Sezione della circolazione aveva respinto i loro reclami, e quelli introdotti da altri conducenti, contro l’incremento della tassa. I ricorrenti chiedevano che l’importo rimanesse ‘“invariato” rispetto all’imposta 2016: niente aumenti quindi. Alle tre persone i cui ricorsi sono stati parzialmente accolti, la Camera ha ridotto in maniera importante l’imposta 2017.

«Ne ha praticamente dimezzato l’importo – rileva il coordinatore del Fat Andrea Censi –. I ricorrenti si erano visti negare dalla Sezione della circolazione il 50 per cento di ecoincentivo, il che ha comportato un aumento del 100 per cento dell’imposta rispetto a quella dell’anno prima. Il Tribunale ha accolto parzialmente i loro ricorsi, perché pur non avendo mantenuto l’importo della tassa 2016, lo ha incrementato ‘solo’ del 10 per cento. La Camera di diritto tributario ha ritenuto che questo rincaro del 10 per cento sia il massimo applicabile senza una preventiva modifica della legge». Dei quattro ricorsi, uno è stato respinto «poiché per quel conducente l’aumento dell’imposta 2017 non superava il 10 per cento», spiega Censi. «Con ogni probabilità non impugneremo quest’ultima decisione al Tribunale federale – aggiunge –. Del resto, ed è quello che per noi conta, in tutte e quattro le sentenze la Camera riconosce quanto il Fat lamentava. E cioè che il sistema di calcolo adottato per l’imposta di circolazione 2017 ha leso il principio di legalità in materia fiscale e il principio della buona fede. Trova così conferma quello che dicevamo a proposito della vigente legge che delega al Consiglio di Stato il compito di stabilire il coefficiente di moltiplicazione (bonus/malus) in base alle emissioni di CO2 del tipo di veicolo: il Gran Consiglio aveva dato una cambiale in bianco al governo». Una delega, annotano fra l’altro i giudici, “che consente di raddoppiare da un anno all’altro l’ammontare di un’imposta non può essere ritenuta compatibile con il principio di legalità”. Osserva Censi: «Le sentenze della Camera fissano importanti paletti per futuri sistemi di calcolo».