Governo parte civile. Il presidente: il perito ci ha indicato la possibilità di costituirci accusatore privato ed è ciò che faremo
Il Consiglio di Stato, alla luce delle valutazioni del perito Marco Bertoli, ha deciso di percorrere anche una via penale nel caso Argo 1, costituendosi parte civile. E questo perché una recente sentenza del Tribunale federale ha chiarito meglio la portata del reato di infedeltà nella gestione pubblica. «Il perito ci ha indicato la possibilità di dichiararci accusatore privato – spiega il presidente del governo Manuele Bertoli, interpellato dalla ’Regione’ – nella misura in cui una sentenza abbastanza recente del Tribunale federale avrebbe definito meglio la portata dell’articolo 314 del Codice penale, quello sull’infedeltà nella gestione pubblica. Faremo dunque questo passo. Manderemo una lettera al Ministero pubblico per dichiararci accusatori privati in relazione a questa ipotesi di reato».
Di una possibile via penale aveva scritto nella tarda serata di lunedì il portale Liberatv.ch, secondo il quale l’ex pp Marco Bertoli – incaricato lo scorso ottobre dal Consiglio di Stato di esaminare dal profilo amministrativo la gestione del controverso mandato attribuito direttamente nel 2014 alla Argo 1 dal Dipartimento sanità e socialità per la sorveglianza di centri per asilanti – avrebbe ipotizzato anche un illecito penale, quello previsto appunto dall’articolo 314. Quando si configura il reato di infedeltà nella gestione pubblica? “I membri di un’autorità o i funzionari che, al fine di procurare a sé o ad altri un indebito profitto, recano danno in un negozio giuridico agli interessi pubblici che essi dovevano salvaguardare, sono puniti – recita il 314 – con una pena detentiva sino a cinque anni o con una pena pecuniaria. Con la pena detentiva è cumulata una pena pecuniaria”. Un danno patrimoniale ma non solo: per Mon Repos, il danno può essere anche alla fiducia nelle istituzioni.
«Nel quadro del procedimento penale pendente stiamo esaminando anche questa ipotesi di reato», sostiene, da noi contattato, il procuratore generale John Noseda. «Mi è stata preannunciata dal Consiglio di Stato – aggiunge il pg – la sua intenzione di costituirsi accusatore privato, cosa che potrà fare sicuramente ed esercitare così i diritti di parte civile nell’ambito del procedimento in questione». Lavorando sull’articolo 314, si potrà così rispondere alla domanda delle domande? Ovvero: perché il Dss scelse proprio la Argo 1?
Al momento non sono imputati reati ai funzionari che hanno avuto a che fare col mandato assegnato – e rinnovato senza la necessaria risoluzione governativa – alla ditta di sicurezza, nel frattempo fallita. La Procura sta comunque facendo le verifiche e gli approfondimenti di propria competenza. È fra l’altro in attesa di una risposta dall’autorità giudiziaria italiana alla rogatoria inoltrata il mese scorso per chiarire se funzionari pubblici abbiano preso parte o no al viaggio/vacanza in Sardegna pagato dalla Argo 1, di cui ha riferito nel settembre del 2016 ‘Falò’, la trasmissione della Rsi che con un ampio servizio aveva fra l’altro svelato la storia della cena offerta dal direttore operativo di Argo 1 Marco Sansonetti a Carmela Fiorini, responsabile al Dss del Servizio richiedenti l’asilo, e al di lei compagno Fiorenzo Dadò, allora capogruppo in Gran Consiglio, oggi presidente del Ppd, durante un soggiorno della coppia a Bormio nell’ottobre del 2014. Di ieri la notizia, data da Tio, della denuncia di Sansonetti contro i giornalisti autori dell’inchiesta di ‘Falò’. Sansonetti parla di “ricostruzioni e dichiarazioni false volutamente diffamatorie”.
Tornando alla perizia esterna di carattere amministrativo disposta dal Consiglio di Stato, l’avvocato e già procuratore pubblico Marco Bertoli dovrebbe consegnare il rapporto definitivo al governo nel giro di un paio di settimane. Forse già la prossima.
A Dadò chiediamo:
A Beltraminelli chiediamo: