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Il Parco delle Gole è ‘un patrimonio territoriale del cantone’

Il governo chiede al Gran Consiglio un credito d’investimento di 1'250'000 franchi e un credito di gestione di 584’000 franchi per il 2025-2028

Previsti interventi anche al Mulino
(archivio Ti-Press)
11 ottobre 2024
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Un “elemento di indubbio e riconosciuto valore nel patrimonio territoriale del cantone e del Basso Mendrisiotto, come pure nell’offerta turistica” che con il passare degli anni “si è consolidato anche come prezioso spazio di svago di prossimità a beneficio della popolazione locale”. Così il Consiglio di Stato (CdS) descrive il Parco delle Gole della Breggia nel messaggio con cui chiede al Gran Consiglio lo stanziamento di un credito quadro d’investimento di 1'250'000 franchi e di un credito di gestione di 584’000 franchi. Somme che rappresentano i finanziamenti cantonali al Parco per il periodo 2025-2028 e che “permetteranno di perseguire gli interventi regolari di cura del territorio e di offerta di visite didattiche e di ristoro”. E nel futuro di un Parco che richiama mediamente 35-40mila persone all'anno e che nel 2023 ha organizzato 1'275 visite guidate e attività didattiche (1'725 nel 2022) e 2'150 visite guidate al Percorso del cemento (1'900), non mancheranno nemmeno delle novità, già anticipate dal direttore Andrea Stella durante la conferenza stampa di inizio settembre, come la valorizzazione della parte archeologica nell'area di Castel San Pietro e la progettazione di un nuovo collegamento con la Valle di Muggio e con Mezzana, attraverso i vigneti.

Costi di gestione confermati

Per le spese di gestione corrente, la proposta del Cantone è di confermare lo stesso impegno finanziario per il periodo 2021-2024 “in modo tale da mantenere il personale attualmente impegnato per l'amministrazione e per la manutenzione esterna, senza penalizzare la qualità del servizio”. Sarà quindi possibile “confermare un direttore (al 90%), una segretaria (30), una contabile (20), un responsabile per la manutenzione esterna (100) e un operatore esterno (50)”. Un tema, che, sottolinea il CdS, potrà “proseguire con il buon lavoro di manutenzione del Parco, di gestione delle visite e attività didattiche, così come anche una gestione di progetti e investimenti sostenibile e orientata al futuro”. La suddivisione del finanziamento per la gestione 2025-2028 riprende quella degli anni precedenti. La distinta inserita nel messaggio indica che 123mila franchi (il 30%) arriverà dall'autofinanziamento del Parco; 18mila franchi (4,5%) dai contributi comunali straordinari (di Chiasso, Coldrerio, Novazzano e Vacallo), 62mila franchi (15%) dai contributi comunali ordinari (di Balerna, Breggia, Castel San Pietro e Morbio Inferiore) e 207'500 franchi (50,5%) da Cantone e Confederazione.

Cinque obiettivi da raggiungere

Gli investimenti in programma nel prossimo quadriennio sono “intesi ad assicurare che scopi e obiettivi del Parco siano assicurati anche in futuro”. In sintesi, si “continuerà il ruolo di protezione dei contenuti naturali e culturali; a valorizzare i contenuti archeologici; a offrire una didattica dei contenuti innovativa sfruttando le nuove tecnologie; a offrire facili accessi, sensibili alla mobilità lenta, con uno sguardo alla messa in rete delle zone naturalistiche del Mendrisiotto e con l'offerta culturale, nel rispetto dei contenuti del Parco”. Il CdS fa sapere che nei prossimi quattro anni “la Fondazione intende avviare un processo di ridefinizione dei contenuti didattici e culturali per poterli offrire in modo innovativo e al passo coi tempi. Questo può comportare un aggiornamento anche delle esposizioni che trattano le tematiche più importanti e conosciute, come la rete dei GeoStop e il Percorso del Cemento”.

Dalla rete escursionistica al territorio

Oltre a interventi di manutenzione straordinaria della rete escursionistica o di tratti di sentiero, la Fondazione intende “procedere a una graduale sostituzione dei ponti lungo i tracciati escursionistici“. E lo farà con la posa di “una trave portante in metallo su basamenti (se necessario in calcestruzzo)” mentre per la sovrastruttura “si continuerà con l'utilizzo del legno”. Il primo sarà quello in Val da Bicc, a Castel San Pietro. “Questa nuova tipologia di ponte permetterà di avere una durata di vita prolungata dei manufatti”. Passando al territorio, la Fondazione “intende proseguire con la valorizzazione del patrimonio boschivo. Sono quindi previsti interventi di selvicoltura secondo il piano di gestione dei boschi specifici e la creazione di aree boschive dedicate, come selve castanili e affini”. Si lavorerà anche alla “gestione e lotta contro le neofite invasive”. Per gli utenti è prevista anche la creazione di “due aree di bagni pubblici provvisorie per il periodo estivo”. La Fondazione intende inoltre lavorare sull'annoso e sempre più frequente problema del littering, “elaborando e allestendo un nuovo concetto di raccolta e smaltimento rifiuti”. Tra gli investimenti che interesseranno il parco immobiliare, la Fondazione intende “migliorare l'efficienza energetica del Mulino del Ghitello, con isolazione dei tetti e sostituzione di serramenti vetusti”. Previsti anche lavori di tinteggiatura esterna e lavori di risanamento e valorizzazione della sala delle macine.

Una collaborazione con il Dfa

Passando alla mediazione culturale, la Fondazione svilupperà una collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi per “sviluppare un'offerta didattica al passo coi tempi e, soprattutto, in stretta collaborazione con chi la scuola la vive giornalmente: i docenti”. Il Dfa propone quattro moduli di intervento: mappatura partecipata dei contenuti e realizzazione di una guida per il docente e di un'audioguida; creazione di attività per gli allievi secondo i principi del Piano di studio delle scuole dell'obbligo e organizzazione di un festival culturale-scientifico per la diffusione dei valori del Parco.

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