Lungo il fiume Breggia non mancano i progetti di valorizzazione del territorio. I prossimi interventi interesseranno il Castello di Castel San Pietro
Come sarà il Parco delle Gole della Breggia tra dieci anni? È questa la domanda di fondo alla base del progetto ‘Fiume Spazio Tempo’ ideato con l'obiettivo di arrivare a una valorizzazione educativa del parco quale luogo significativo per il valore geologico, storico, geografico e patrimoniale della comunità ticinese, nazionale e internazionale. Avviato ufficialmente lo scorso 24 agosto, il progetto continuerà fino a metà 2026. Non si tratta della sola novità che caratterizza l'area che collega i comuni di Balerna, Breggia, Castel San Pietro e Morbio Inferiore. Nei mesi autunnali inizieranno i lavori di messa in sicurezza delle mura di cinta del castello di Castel San Pietro e, in parallelo, un importante progetto di scavi archeologici sulla collina di San Pietro, dove era presente una fortezza medievale del Dodicesimo secolo. In corso anche uno studio di fattibilità per la creazione di un collegamento pedonale, e interamente nella natura, con l'alta Valle di Muggio. A illustrare quanto svolto nell'ultimo anno è Andrea Stella, da tre anni direttore del Parco delle Gole della Breggia.
Le Gole della Breggia sono un laboratorio a cielo aperto, «una grande aula nel bosco – aggiunge Stella – in cui si sovrappongono storie e significati che hanno a che fare con lo spazio naturale, gli interventi antropici e gli edifici industriali». Guidati dalla volontà di disegnare una prospettiva di sviluppo capace di preservare lo spirito del luogo e della comunità che lo vive, contribuendo quotidianamente alla creazione di valori territoriali profondi, a fine agosto è stato organizzato un workshop che ha portato alla Torre dei forni oltre 70 persone delle varie comunità di interesse legate al parco. «Portatori di interesse – sottolinea ancora il direttore – che si sono confrontati per raccogliere e condividere testimonianze e visioni per immaginare scenari futuri sostenibili per il parco. Il tutto sempre ragionando nei confini di un parco naturale protetto». Il bilancio della giornata, organizzata dal Parco in collaborazione con il Dipartimento formazione e apprendimento Alta scuola pedagogica della Supsi, è stato positivo. «Abbiamo seminato un terreno fertile – è il commento di Andrea Stella –. È stato molto bello vedere l'interesse dei partecipanti durante il percorso preparato dai ricercatori della Supsi. Persone già vicine al parco si sono avvicinate ulteriormente ed è stata l'occasione per attirare interesse e attenzione di attori che ancora non conoscevano la nostra realtà in modo approfondito». Durante un lavoro di gruppo, i partecipanti «hanno identificato i luoghi del cuore e gli spazi di rigenerazione, ma anche i punti di forza e debolezza oggi visibili». Guardando ai prossimi passi, «i dati e i contributi raccolti durante la giornata saranno elaborati nelle prossime settimane e restituiti ai partecipanti in un secondo incontro che verrà organizzato in autunno. Il lavoro continuerà con l'elaborazione di una documentazione innovativa che utilizza molteplici formati e linguaggi con l'obiettivo di promuovere il Parco, educare al senso del luogo, raccogliere le testimonianze della comunità, proporre una riflessione critica sul rapporto tra lo spazio e i suoi abitanti, creare occasioni di incontro e condivisione di idee».
Inizierà invece nel corso dell'autunno-inverno il lavoro di messa in sicurezza delle mura di cinta del Castello di Castel San Pietro. «Lungo il sentiero che dalla chiesa rossa scende verso il Parco – spiega Stella – vi sono delle preziose mura perimetrali risalenti al XII secolo. Dopo uno studio dello stato di fatto e un progetto di messa in sicurezza, inizierà un lavoro di messa in sicurezza di queste mura». Lavoro che verrà svolto in collaborazione con l'Ufficio beni culturali e che prevede una fase test. «La prima fase dei lavori interesserà venti metri lineari – aggiunge il direttore –. Questa tratta, che potrebbe sembrare corta ma non è così, ci dirà se l'approccio funziona e come continuare sull'intera lunghezza di 100 metri». In parallelo è in fase di preparazione «un importante progetto di scavi archeologici sulla collina di San Pietro». Una collina che «ha la stessa età degli scavi di Tremona e che ospitava un piccolo esercito e la residenza di un vescovo. Due poteri riuniti in un unico punto, un unicum». Per avere novità su questo progetto che promette di riportare alla luce importanti reperti, e che coinvolge l'Ufficio Beni culturali, il comune di castel San Pietro e l'Associazione ricerche archeologiche del Menrisiotto (Aram), bisognerà aspettare i prossimi mesi. «Siamo a buon punto e si stanno affinando gli ultimi importanti dettagli – conferma il direttore –. Contiamo di sottoporlo in autunno all'Ufficio dei beni culturali e di avere una risposta nel corso dell'inverno».
Se quanto appena descritto guarda al futuro del Parco delle Gole della Breggia, anche nell'ultimo anno sono continuate le attività di promozione del territorio, che potranno essere valorizzate grazie anche all'archivio di 24mila fotografie che Fabio Gianola ha donato alla Fondazione. È per esempio continuata l'attività di valorizzazione del patrimonio naturalistico ripristinando un prezioso biotopo ubicato lungo il vecchio sentiero che portava al piano della Scaglia, in zona Pianca, «che presenza una flora molto particolare tipica degli stillicidi (gocciolii) d'acqua. Il biotopo – aggiunge ancora Andrea Stella – è oggi fruibile tramite una nuova passerella a fondo cieco». La Fondazione ha continuato anche l'attività di regolare manutenzione dei 12 chilometri della rete escursionistica che collega il comprensorio, grazie anche a una nuova cartina pieghevole. «Per interventi di manutenzione straordinaria è stato chiesto l'intervento di ditte forestali della zona». Nella rete entrerà in futuro anche il collegamento pedonale con l'alta Valle di Muggio che la Fondazione intende studiare. «Un sentiero molto scenografico che potrebbe addentrarsi nelle gole al momento poco conosciute e rivelare paesaggi e aree di fiume al momento nascosti e tutti da scoprire e spiegare al pubblico». Anche la cartellonistica presente ai 9 accessi del Parco è stata aggiornata «utilizzando il ferro, un elemento più duraturo ed esteticamente interessante».
Il maltempo di inizio estate ha causato «pochi e contenuti danni» al Parco. «Siamo stati confrontati con la caduta di alberi, qualche piccolo smottamento e l'esondazione del laghetto che ha portato via due tavoli». Le principali problematiche riscontrate nel corso dell'estate sono state quelle legate «al littering e alla maleducazione generale e ai posteggi: ne abbiamo un numero limitato e durante i fine settimana ci sono stati vari problemi – conclude Andrea Stella –. Per i rifiuti c'è stata fantasia, visto che abbiamo trovato anche un carrello della spesa in mezzo al laghetto... In questo ambito è continuata la collaborazione con alcune squadre di richiedenti l'asilo che ci aiutano due volte a settimana».