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Le Commissioni di quartiere? ‘Più che antenne sul territorio’

A Mendrisio si pensa di aprire i gremii anche alla società civile oltre che alla politica. E a Chiasso entrano pure gli stranieri

Una Città, dieci anime
(Ti-Press)
11 settembre 2024
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Nata la Mendrisio... aggregata, da subito sono state gli occhi e gli orecchi sul territorio della Città allargata. Oggi, però, le dieci Commissioni di quartiere del Comune sono anche altro. Sono diventate una sorta di laboratorio, dove trasformare le aspirazioni e i bisogni della cittadinanza in progetti concreti. E il processo ‘evolutivo’, a oltre dieci anni dall’ultima tappa aggregativa, non è ancora finito. Sul tavolo del Municipio c’è, infatti, la riforma delle Commissioni che traduce pure l’intenzione di aprirsi maggiormente alla società civile. Un passo che, nella sostanza, va nella direzione già presa dalla Città di Lugano, dove i dieci rappresentanti dei ventuno gremii saranno equamente divisi fra membri espressione dei partiti presenti in Municipio e ‘delegati’ delle singole assemblee. La riorganizzazione, insomma, è in atto. Anche se ancora non è stata formalizzata da una decisione finale del Municipio. E le parole chiave, come già ribadito la primavera scorsa dall’Esecutivo rispondendo alle sollecitazioni della Lega, sono inclusione e partecipazione. «Confermo, il dossier è aperto e la riflessione è in corso – certifica Samuel Maffi, a capo del dicastero Sicurezza e prossimità – e verrà inquadrata nell’ambito della modifica del Regolamento comunale, pronta a medio termine». Si farà dunque leva sulla suddivisione della rappresentanza commissionale? «L’idea – spiega – è di far sì che non tutti i membri giungano dalla politica, secondo una ripartizione proporzionale ai gruppi che siedono in Municipio. Introducendo così un sistema misto».

Sette membri in ‘quota’ e due no

Nei piani, chiarisce Maffi, si pensa di assegnare uno o due posti a ‘portavoce’ della cittadinanza. «Persone – annota – disposte a mettersi a disposizione a titolo volontario e che non hanno, per così dire, un ‘padrino’ politico o non sono in quota di una forza partitica. Tant’è che ad oggi sono stati designati solo sette dei nove membri che compongono le Commissioni di quartiere – posizioni in alcuni casi ancora vacanti, ndr –, e che fanno riferimento a un partito. In questo modo, se e quando il Consiglio comunale darà seguito al messaggio municipale e per il futuro si aprirà alla società civile, vi sarà la possibilità di indicare i due membri in più e completare la rappresentanza commissionale. E ciò potrà avvenire pure nel corso di questa legislatura». In buona sostanza la maggioranza sarà sempre indicata dalla politica, che non resterà però la sola voce. Anche la modalità con cui si sceglieranno i candidati e le candidate non cambierà, a differenza di Lugano che si sta affidando al voto popolare. «Mi sento sin d’ora di dire che quest’ultima opzione sarà scartata – sgombra subito il campo Maffi –. Significherebbe prevedere, di fatto, una campagna elettorale anche per le Commissioni di quartiere. E non credo servirebbe a rinsaldare la fiducia nelle istituzioni, visto la difficoltà a reperire persone che si mettono a disposizione. Sarebbe un ulteriore passo burocratico».

‘Si è visto un cambio di passo’

In attesa dell’attuazione della riforma, non si può dire comunque che le Commissioni di quartiere non abbiano conosciuto una loro evoluzione. Da semplice ‘antenne’ dei Quartieri di Arzo, Besazio, Capolago, Genestrerio, Ligornetto, Mendrisio, Meride, Rancate, Salorino e Tremona sono diventate degli attori sociali. «In effetti, dopo anni durante i quali le Commissioni prestavano essenzialmente attenzione alle cose che non andavano nel quartiere nella fase post-aggregazione oppure annotavano gli aspetti da migliorare sul territorio – riconosce Maffi –, negli ultimi anni questi gremii si sono autodeterminati, acquisendo una certa autonomia (con il supporto dell’Esecutivo, certo) e hanno dato vita a progetti di prossimità d’intesa anche con il Dicastero socialità e pari opportunità (già Politiche sociali, ndr). Si è compreso, infatti, che oltre ad ascoltare e segnalare, si poteva essere pure dei recettori dei bisogni della popolazione, proponendo delle iniziative puntuali. Si è visto un cambio di passo».

Progetti in campo

La dimostrazione plastica sono il “Cortiletto di Genestrerio”, già una realtà, o la “Dispensa di Rancate e la “Portineria di Quartiere della Montagna”, progetti sul piede di partenza (come a Rancate) o in via di sviluppo e determinati a ricreare spazi di incontro e coesione sociale nel segno della solidarietà. Sempre rispondendo agli interrogativi della Lega la primavera scorsa il Municipio stesso aveva, del resto, tenuto a far sapere di credere in questa esperienza. Le Commissioni di quartiere, aveva sottolineato, “rappresentano un pilastro della nostra comunità, un luogo dove i commissari e le commissarie possono esprimere le loro idee e contribuire attivamente al miglioramento della vita nei loro Quartieri”.

Chiasso

Aperti a tutti

È dalla fine degli anni Novanta che il Comune di Chiasso incrocia, invece, l’esperienza delle Commissioni di quartiere. Quattro ‘antenne’ pronte a captare le necessità di altrettante realtà della cittadina – Bofalora, Centro, Soldini e Pedrinate/Seseglio – ormai consolidate nella loro identità e che hanno un dialogo aperto con il Municipio. Cambiamenti in vista, in effetti, non ce ne sono. «Non intendiamo apportare delle modifiche al momento – ci conferma il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –, anche in prospettiva del progetto di aggregazione del Basso Mendrisiotto. Sarà eventualmente in quel contesto che si ragionerà su possibili riorganizzazioni». A Chiasso le Commissioni sono specchio degli equilibri politici e dei partiti che hanno diritto, ciascuno, a una presidenza oltre che a dei rappresentanti. «Questo non impedisce, però, di avere una totale libertà e di esprimere la società civile», tiene a sottolineare il sindaco. Lo testimonia il fatto, ci fa notare ancora Arrigoni, che al tavolo siedono pure cittadini stranieri domiciliati a Chiasso (e nei quartieri). Una peculiarità, va detto, non inattesa in una cittadina di frontiera, in tutto e per tutto.

Giornata della democrazia

Tra civica e inclusione

Tornando a Mendrisio, a offrire una occasione speciale di incontro tra Commissioni di quartiere e popolazione, sabato, con inizio alle 10.30, sarà la Giornata della democrazia nello scenario del Parco di Casvegno. La Città ha voluto, infatti, aderire alle celebrazioni internazionali, un appuntamento che ricorre dal 2007, intrecciando la realtà delle Commissioni con quelle del Club ’74 dell’Osc nell’anno del suo cinquantesimo, di Pro Senectute, dei Servizi sociali e della Polizia. «Sarà una opportunità di scambio democratico di opinioni e suggestioni tra commissari (e istituzioni) e cittadini – rimarca Samuel Maffi –, per conoscersi e capirsi meglio, con sullo sfondo il tema dell’inclusività». La scelta di Casvegno, d’altro canto, non è casuale. La Giornata prevede un momento ufficiale (alle 11.45), un pranzo comunitario offerto (alle 12.15) e alle 15 lo spettacolo dei Giullari di Gulliver ‘Ho un’idea’.

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