Reso pubblico il Programma d’agglomerato di quinta generazione, il Gran Consiglio a breve voterà il credito per le misure da mettere in cantiere
Da tempo Mendrisiotto e Basso Ceresio hanno una urgenza. Quella di poter contare su una mobilità più sostenibile, quindi su meno traffico nelle strade. Una ‘generazione’ dopo l'altra - siamo giunti alla quinta -, il Programma di agglomerato (Pam) della regione mette in campo, quindi, progetti mirati, a vantaggio soprattutto di trasporto pubblico, pedoni e ciclisti. Ormai in dirittura d'arrivo le misure pianificate dal Pam3, in questi giorni si è resa pubblica la strategia che si proietta nel futuro prossimo - orizzonte 2028-2031 - dei quindici Comuni del territorio, dove vive il 16 per cento della popolazione ticinese e si conta un quinto dei posti di lavoro, cresciuti del 23 per cento fra il 2011 e il 2021. Il rinnovato piano d'azione torna così a mettere l'accento sulla viabilità e si focalizza sulla necessità di riqualificare alcuni comparti stradali - in particolare nella zona del centro e della stazione ferroviaria di Mendrisio -, di migliorare i collegamenti ciclopedonali - nell'area di Chiasso, tra lungo Breggia e Penz, nel Parco del Laveggio e fra Stabio e Mendrisio - e di insistere sulle infrastrutture che agevolano il trasporto pubblico. Il Pam5, del resto, non nasconde di voler essere "ambizioso", anche negli investimenti. Dei circa 54 milioni di franchi globali previsti, la ‘fetta’ più grande (26 milioni) andrà a favore del traffico pedonale e ciclistico, 17 milioni saranno riservati al trasporto pubblico e 10 milioni allo spazio stradale.
Facciamo, però, un passo indietro. E torniamo agli interventi ormai sulla soglia del cantiere. Martedì la Commissione gestione e finanze del Gran consiglio ha, infatti, sottoscritto il credito di 8,4 milioni - a fronte di una spesa di 17,2 milioni - che darà modo di concretizzare quatto pacchetti di opere, già vistati nel principio dal parlamento nel 2021, tra cui spicca una intuizione. Ovvero la realizzazione a Balerna di un ascensore inclinato per pedoni e biciclette, al fine di collegare la stazione ferroviaria e la fermata d'autobus a Bellavista, dunque ricucendo la distanza tra il quartiere di Sant'Antonio e il centro del paese: un investimento complessivo di circa 2 milioni di franchi che richiederà un anno di lavoro. Prese per intero queste misure del Pam3 - che prenderanno il ‘là’ nel corso del 2025 - sono più che auspicate, come ribadisce il relatore del rapporto, Maurizio Agustoni (Centro). Certo tirate le somme, ci si è resi conto che concretizzarle costerà più di quanto immaginato: sul versante delle spese si è passati infatti da 10,7 a 16,5 milioni.
Ora la Commissione, si conferma, ha "esaminato con i funzionari del Dipartimento del territorio i motivi alla base dell'aumento dei costi". E l’informazione fornita, si sottolinea, è stata "completa e trasparente", oltre che rilevante. I motivi che hanno portato a sforare il primo preventivo? In sintesi si annoverano problemi legati ai rincari (per 975mila franchi), imprevisti (per 1,1 milioni), modifiche o imprecisioni registrate nella fase del progetto di massima, oltre all'esigenza di inserire, ad esempio, una corsia provvisoria durante il cantiere per lo scorrimento del traffico, e ancora la necessità di accantonare una riserva finanziaria, non acclusa al dossier precedente. E proprio quest’ultima voce è quella che pesa di più; si parla di quasi 2 milioni di franchi.
Considerato il grado di approssimazione (del 20 per cento in più o in meno) che accompagna le indicazioni del preventivo e le ragioni che dettano i maggiori costi, la Gestione ha ritenuto che "il credito proposto - che si pone in continuità con quanto già deciso dal Gran consiglio - sia giustificato e meriti quindi di essere sostenuto". A questo punto non resta che attendere il voto del parlamento, che affronterà il dossier nella seduta del 16 settembre prossimo.
Del resto, sin qui Programa dopo Programma si è "delineato un ciclo". Quanto basta per mettere nero su bianco che "il solco è tracciato e presenta le premesse per uno sviluppo più sostenibile degli insediamenti e della mobilità nel Mendrisiotto". Un Distretto che deve recuperare terreno: "Il traffico e il conseguente inquinamento hanno dissuaso la residenza nel Mendrisiotto, il cui dato è ristagnato negli ultimi dieci anni", si legge fra le righe del Pam5. Ecco che il dossier di quinta generazione ora in consultazione consegna "lo scenario auspicato a cui tendere con le dovute misure". E a proposito di misure se ne inanellano 15 in nome del traffico pedonale e ciclistico, 10 per il trasporto pubblico e 9 a sostegno del trasporto individuale motorizzato. Tutto ciò con la consapevolezza che "i futuri sviluppi dipendono fortemente da scelte di ordine superiore", a cominciare dal progetto PoLuMe con il potenziamento del tratto autostradale fra Lugano e Mendrisio.
Dati alla mano, fanno presente i tecnici, in ogni caso "il modello del traffico prevede per il 2040 un indebolimento relativo della forte componente di trasporto individuale motorizzato verso il trasporto pubblico, il cui trend è già in ascesa, e alla mobilità lenta, a cui invece serve un nuovo impulso". Volendo fare delle cifre, "l’uso dell’automobile dovrebbe essere contenuto entro il 70 per cento degli spostamenti complessivi a favore di treno e bus (obiettivo 20 per cento degli spostamenti)". Invece, quello del 10 per cento è l’obiettivo dichiarato "rivolto alla scelta di muoversi a piedi o sulle piste ciclabili nelle aree centrali, lungo le connessioni verso le aree suburbane e lungo i collegamenti che uniscono i vari comparti paesaggistici, i parchi e le aree di svago di prossimità, passando anche dagli insediamenti della collina".
Va da sé che nel segno di una mobilità più sostenibile si voglia scommettere sulle connessioni tra bus e treno lungo gli assi ferroviari centrali, da nord verso Chiasso e Stabio, baricentro Mendrisio. E qui si innesta un cambio di paradigma nella valenza del "concetto di capolinea" nella rete del trasporto su gomma all'interno dell'agglomerato. In buona sostanza si darà "meno importanza ai centri commerciali (Serfontana) a favore di un potenziamento dei servizi alle stazioni ferroviarie (in particolare su Mendrisio e Balerna)". Non solo, lo sguardo si allarga anche all'area di frontiera. Il concordato fra Svizzera e Italia sul cabotaggio apre a una "svolta notevole" a vantaggio del trasporto su gomma transfrontaliero fra Ticino e Lombardia. E questo senza perdere di vista la via ferrata.
Per chi si posta in bici, si pone poi l'attenzione su tre corridoi ciclabili diretti, con l'intento di "completare il disegno di rete e conferire qualità ai percorsi, in sintonia con la Strategia Bici 2045 promossa dal Dipartimento del territorio". Nelle proposte si iscrivono il completamento dell’Asse ciclabile del Laveggio‘ e il ’Collegamento tra i parchi del Breggia, del Penz e della Valle della Motta'.
Le buone intenzioni, insomma, non mancano di sicuro. Ben consci che il Mendrisiotto con 670 vetture ogni mille abitanti è al di sopra della media cantonale (632 auto/1000 abitanti) e pure di quella nazionale (540 auto/1000 abitanti) quanto a tasso di motorizzazione.