Il neo direttore inizierà dalla conoscenza di residenti e personale. Sul tavolo i progetti futuri e le sfide del rapporto Pellanda
L'Ente case anziani Mendrisiotto volta pagina. E ricomincia da Fabio Maestrini, da lunedì a tutti gli effetti alla direzione di Ecam. Un ingresso, il suo, che dà nuovo slancio alla ripartenza dell'Ente, una realtà che conta sei istituti, dentro e fuori i confini della Città di Mendrisio, oltre 550 dipendenti, 350 posti letto e 36 milioni di franchi di cifra d’affari. Ad attendere il neo dirigente, del resto, c’è una missione importante: risolvere tutte quelle criticità di cui gli stessi vertici hanno preso coscienza e che lo studio affidato a un consulente esterno (Giorgio Pellanda) ha evidenziato, dando modo di individuare una via d'uscita. E il primo a essere consapevole delle sfide, numerose, che l'aspettano è proprio Maestrini, il quale potrà attingere al suo bagaglio professionale - alle sue spalle la direzione degli Istituti sociali di Chiasso e dell'Assciazione Assistenza e Cura a Domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio, nel presente la vicepresidenza di Adicasi, l’Associazione dei direttori delle Case per anziani della Svizzera italiana - per "consolidare la rete Ecam e valutare con cognizione di causa gli scenari di sviluppo". Al sua fianco avrà la vicedirettrice Alessandra Pitozzi e una squadra "collaudata" di collaboratori e collaboratrici.
«Il mio primo atto da direttore? Andare a visitare le diverse strutture – ci risponde Fabio Maestrini –. È vero che come responsabile il mio oggi è soprattutto un ruolo più dirigenziale, ma non dimentico il mio lato operativo, quindi mi sono ripromesso di conoscere chi vive e lavora nelle strutture dell'Ente». Una presa di contatto immersiva per il neo direttore che sul suo tavolo ha già diversi progetti. In effetti, quello dell'Ente, come riconosce lo stesso presidente del Consiglio Ecam Daniele Caverzasio, a Mendrisio a capo del dicastero Socialità e Pari opportunità, è un «cantiere di ricostruzione. E ad oggi non ci siamo mai fermati: abbiamo adottato una serie di misure operative per consolidare la rete e ora stiamo procedendo tutti assieme, con gli istituti e le Fondazioni di riferimento». E l'arrivo di Maestrini, si fa capire, non potrà che contribuire a proseguire su questa strada nel migliore dei modi. Anche il Consiglio di Stato, che ha accompagnato i responsabili nella fase di riflessione e analisi, fa presente Caverzasio, «ha inserito nel mandato di prestazione il rapporto Pellanda e la sua implementazione, chiedendoci di continuare su questo percorso. E ci stiamo lavorando: la strada è ormai tracciata, certo ci vorranno le giuste tempistiche». In ogni caso, tiene a rimarcare, «nella quotidianità delle residenze la presa a carico delle persone anziane non è mai stata messa in discussione, assicurando le cure e un servizio di qualità».
Maestrini, dal canto suo, si conferma motivato e determinato. Del resto, sa che accanto alla gestione operativa dell'Ente dovrà seguire passo passo un settore in continua evoluzione. «La ricerca di un nuovo equilibrio tra prossimità e centralizzazione – annota il nuovo direttore – è un tema di assoluta rilevanza. Per chi si occupa dell’ultima stagione della vita delle persone, la prossimità costituisce un elemento centrale. Rafforzare la collaborazione tra gli attori del territorio in ambito geriatrico non è solo auspicabile, ma necessario». E la parola chiave, oggi più di ieri, è ’rete‘. «Le linee operative dettate dalla Pianificazione integrata promossa dal Cantone nell’ambito della presa a carico della persona anziana – ribadisce –, rappresentano, del resto, la classica bussola che indica la direzione. A cominciare dalla messa in rete dei servizi, delle strutture e dei servizi sociosanitari».
Non è un caso, in effetti, se di recente il Municipio di Balerna ha messo nero su bianco la sua volontà di sondare a livello distrettuale la disponibilità a stringere una intesa strategica e gestionale con i vari attori in campo e preso, di conseguenza, i primi contatti. Un incontro iniziale tra Ecam e le autorità del Comune, infatti, c’è stato, come ci conferma Caverzasio. «D'altra parte – osserva il presidente – allargando lo sguardo, la stessa presa a carico della persona anziana prevede il coinvolgimento di vari enti e professionalità. E penso ad esempio ad Acd, l'Associazione assistenza e cura a domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio, che potrebbe essere coinvolta in un tavolo di lavoro sul tema».
Si tratta, di fatto, di un dossier cruciale oggi. «Vado oltre e dico che sedersi a parlarne sarà importante anche a fronte dell’invecchiamento della popolazione e dei costi crescenti con cui i Comuni si trovano confrontati. Fare rete ci permetterebbe di garantire la qualità del sevizio in modo durevole e con ricadute sopportabili dal profilo finanziario, salvaguardando altresì la giusta progettualità. Le strutture necessitano di ammodernamenti e quindi di investimenti».
Quale potrebbe essere il primo passo? «Si potrebbe iniziare dalle case anziani pubbliche, che fanno capo a enti locali (come i Comuni, ndr) e fanno riferimento a un contratto collettivo di lavoro, mentre le altre realtà, a carattere privato, possiedono delle contrattualità diverse. E da lì partire per costruire insieme una rete anziani ad ampio spettro».
Si diceva dell'invecchiamento della popolazione. Dal 2020 al 2035, come ricorda Ecam, in Svizzera, la quota degli over 65 aumenterà del 35 per cento e quella degli over 80 di quasi il 46 per cento. Tutto ciò, sottolinea Caverzasio, «rappresenta un'enorme sfida non solo a livello sanitario, ma anche sociale e va pertanto affrontato con una molteplicità di azioni, che tenga anche conto delle fragilità della popolazione anziana».
In effetti, richiama Maestrini, «l’invecchiamento demografico è un dato certo con cui dobbiamo fare i conti. Se da un lato l’aumento della longevità rappresenta indubbiamente una grande conquista, in quanto testimonia il crescente miglioramento delle condizioni di vita e i progressi della medicina, d’altro lato la presa a carico della persona anziana richiede risposte solide e innovative per l’assistenza e il benessere degli anziani, tenendo in considerazione l’evoluzione del concetto stesso di invecchiamento».