Comuni e Commissione regionale dei trasporti si appellano al Dipartimento del territorio. Sopprimere il servizio avrà un impatto sul territorio
Il Mendrisiotto non ha nessuna intenzione di... scendere dal postale della Linea 518. La decisione calata dal Dipartimento del territorio, pronto a sopprimere tracciato e servizio dalla rete del trasporto pubblico regionale, non solo ha colto di sorpresa le istituzioni locali, ma ha innescato la reazione, oltre che dei sindacati Syndicom e Transfair, dei Municipi toccati, per via diretta o indiretta, dalla misura. Il Distretto, insomma, non ci sta a rinunciare a un collegamento - quello che unisce Morbio Inferiore, Balerna, Novazzano, Mendrisio (con i Quartieri di Genestrerio e Ligornetto) e Stabio, ma interessa pure Breggia - che mostra tutto il suo potenziale. Qui, si fa capire da più parti, non si va a tagliare il proverbiale ramo secco, bensì una tratta che in un anno è cresciuta del 10 per cento (rispetto al 2022), sino a trasportare l'anno scorso 56mila persone. I correttivi o adeguamenti pianificati a livello cantonale, in altre parole, non convincono. Ciò che è certo è che il 15 dicembre diventeranno realtà, assieme al nuovo orario. La regione confida si faccia un passo indietro. La disponibilità a parlarne e a concordare una rimodulazione del percorso delle linee di trasporto pubblico sul territorio distrettuale non manca.
"Disappunto": è questo il sentimento che negli ultimi tempi agita il Mendrisiotto al solo sentire nominare la Linea 518. Tant‘è che la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm) ha contattato i Comuni e ha chiesto loro di mettere nero su bianco delle riflessioni sul nuovo orario, approfittando del periodo canonico di consultazione, che si è chiuso il 9 giugno. L'intento? Sedersi come già previsto tutti attorno allo stesso tavolo per discuterne. «E così abbiamo fatto – ci conferma il presidente Crtm Andrea Rigamonti –. In effetti, ne abbiamo parlato insieme giovedì scorso e come Commissione abbiamo preso atto delle diverse osservazioni e risolto di sostenerle tutte, in particolare quelle riferite alla soppressione della Linea 518. Una scelta presa – rimarca ancora Rigamonti – nonostante questo intervento lasci senza un collegamento la zona industriale di Balerna e il nuovo Centro federale d'asilo a Pasture». Non solo, la regione ha voluto far sentire la sua voce, rilancia il presidente, «soprattutto alla luce del fatto che il Cantone ha pubblicato di recente i progetti che proprio in quel comparto prevedono oltre al completamento della pista ciclopedonale regionale – la via Motta-via Commercio, misura di Pam2, ndr –, anche la realizzazione di nuove fermate del bus (pensiline e accessi per disabili, inclusi, ndr)». Soste che, a questo punto, rischiano di restare senza servizio. Come vano appare agli occhi di Balerna lo sforzo finanziario profuso a vantaggio della fermata in via Sottobisio, direzione Stabio.
Per finire, dal confronto sono emersi due tematiche in particolare, ci spiega Rigamonti, «innanzitutto, ci siamo interrogati sul numero di posti di lavoro che la soppressione comporterà – da informazioni del Municipio di Balerna, Autopostale stima tra i 2.5 e 4, ndr –, quindi abbiamo evidenziato il fatto che in futuro gli enti locali andranno contattati con diverso tempo d'anticipo». In effetti, ritrovarsi davanti al fatto compiuto ha lasciato i Comuni con l'amaro in bocca. In ogni caso, chiosa il presidente della Crtm, «la Linea 518, trasversale al territorio del Mendrisiotto, è ancora giovane, sta crescendo piano piano e merita, dunque, di essere confermata».
Dopo Novazzano, anche il Municipio di Balerna, del resto, di recente lo ha ribadito a chiare lettere in una missiva indirizzata al Dipartimento del territorio. Infatti, entrambi i Comuni hanno voluto rendere pubbliche le loro prese di posizione. A risultare indigesta, come detto, non è solo la decisione di cancellare dalla rete regionale il collegamento, ma altresì l'essersi trovati, in pratica, di fronte alla decisione dipartimentale senza essere stati coinvolti. Le istituzioni locali hanno saputo del ‘taglio’ come tutti gli utenti, alla pubblicazione del nuovo orario.
A spalleggiare l'Esecutivo di Balerna nel dare voce alla "ferma contrarietà" per la soppressione del servizio vi è anche il Consiglio comunale. Tutti i gruppi rappresentati tra i banchi del legislativo - Centro, Plr, Sinistra e Verdi, Udc e Il Guardiano -, hanno, infatti, sottoscritto una interpellanza, determinata ad accendere i riflettori sulla problematica; così come ha fatto l'AlternativA a Mendrisio. L'atto parlamentare manifesta, di fatto, tutta la sorpresa e la preoccupazione della politica locale; soprattutto ben sapendo della tendenza positiva registrata nel 2023 a favore dei mezzi pubblici - il solo trasporto su gomma ha visto aumentare i passeggeri di quasi il 22 per cento - e della volontà di investire sulla rete (sui banchi del parlamento vi è un credito di oltre 426 milioni per il quadriennio 2025-2028).
Davanti all'aula consiliare, lunedì sera, anche il Municipio dando seguito all'interpellanza ha a sua volta "espresso delusione e preoccupazione per la totale assenza di trasparenza da parte del Dipartimento del territorio, che non aveva preventivamente né sentito i cinque Comuni coinvolti, né tantomeno la Commissione regionale dei trasporti (Crtm)". Un approccio deplorato dal'Esecutivo visto il tenore della decisione: "Siamo contrariati – si è sottolineato rispondendo ai firmatari – di non essere stati consultati per tempo e in precedenza. Riteniamo che una soppressione di linea debba necessariamente richiedere una consultazione di svariati mesi e non pochi giorni".
Ce n’è a sufficienza, insomma, per ribadire, come a Novazzano, la propria "ferma opposizione" alla scelta che ha accompagnato lo stralcio della linea. E questo, si sottolinea in una nota, "in una regione, quella del Mendrisiotto, fra le più inquinate della Svizzera e confrontata con una mobilità al limite del collasso". Ma c’è di più. In effetti, come rimarca l'Esecutivo, "alcune fermate del trasporto pubblico sul territorio di Balerna non avrebbero più alcuna linea a servirle, in particolare il comparto del polo di sviluppo economico Pian Faloppia, appena rilanciato con iniziative urbanistiche e comunicative"; oltre che con investimenti importanti (che verrebbe, si annota, ‘scollegato’ dal centro e dalla stazione Ffs). A ’saltare‘ sarebbero le soste di via Sotto Bisio, via Motta e Industrie, mentre "il tratto Morbio Inferiore-stazione di Balerna – si informa – verrebbe servito tramite un prolungamento della linea 514 che proviene da Sagno, compresa la fermata di Sant’Antonio".
Detto altrimenti, la rinuncia alla Linea 518 avrà un impatto sul territorio, come rimarca il Municipio. Il collegamento tra Balerna, Novazzano, Stabio e i quartieri di Genestrerio e Ligornetto risulterebbe "notevolmente più difficoltoso". Allo stesso modo la zona dei centri commerciali sarebbe "di più difficile accesso per gli abitanti di Novazzano, Stabio, Genestrerio e Ligornetto". Quanto alla stazione ferroviaria di Stabio e i collegamenti per l’aeroporto di Malpensa "sarebbero resi più’ difficili per gli abitanti di Novazzano". L'auspicio corale? L’"annullamento della soppressione", o per lo meno la sua sospensione.
A farne le spese sarà anche il Centro federale d'asilo, appena inaugurato. Tolta la Linea, salterà anche la fermata per Pasture. E l’‘effetto collaterale’ è parso "paradossale" persino al Municipio di Balerna, quanto mai attento alla sicurezza della struttura e ai problemi di convivenza con la comunità locale. Di fatto, da una parte la Sem invitava, di recente, gli ospiti al taglio del nastro a usare i mezzi (niente parcheggi in zona); dall'altro da dicembre non resterà che arrivarci a piedi. E qui a qualcuno è venuto un dubbio: che sia un modo per ‘isolare’ il Centro d'asilo? A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina. Andreotti dixit.