Sembra in dirittura d’arrivo la pianificazione di un parco transfrontaliero. Nel frattempo Cernobbio bonifica gli argini del torrente
Un torrente libero di scavare solchi fra le rocce secolari e di costeggiare una riserva forestale. Un torrente che appena raggiunge la pianura, subisce le conseguenze dell’uomo. Queste due facce della medaglia possono essere la giusta sintesi della situazione attuale della Breggia. Ma nei prossimi anni, con un possibile ‘Parco transfrontaliero della Breggia’ la situazione potrebbe cambiare; un’idea che giunge da oltre confine e che in parte potrebbe inserirsi nel Programma d'agglomerato del Mendrisiotto di quinta generazione (Pam5).
Appena oltre confine sembra essere entrata nel vivo la discussione sulla realizzazione di un ‘Parco transfrontaliero’, che si estenderebbe fino a Maslianico. Un progetto chiacchierato nella limitrofa provincia di Como e del quale si parla con sempre maggior insistenza: ci sono stati significativi momenti, come un primo incontro online, con la partecipazione anche del Dipartimento del territorio, del comune di Maslianico e dell’amministrazione provinciale di Como. Per quanto è dato sapere, nel corso dell’incontro è emersa l’importanza di un’unità di intenti anche da parte degli enti comaschi, quali i comuni di Cernobbio e Como, in quanto coinvolti territorialmente. Il sindaco di Cernobbio Matteo Monti ha già fatto sapere di essere della partita, garantendo la piena collaborazione. Non dovrebbero sorgere problemi da parte del capoluogo lariano, anche se spesso il sindaco Alessandro Rapinese ha preso decisioni divisive.
Nell’ultimo incontro avvenuto a marzo fra le varie parti e con alcuni Comuni coinvolti, si è voluto fare il punto della situazione per capire meglio come proseguire. Come ci spiega Rudy Cereghetti, responsabile dell’Ufficio tecnico di Chiasso ma anche presidente del Consorzio per la manutenzione delle opere di arginatura del basso Mendrisiotto, «la Commissione regionale trasporti Mendrisiotto e basso Ceresio (Crtm) sta promuovendo dei progetti di mobilità lenta per collegare il parco delle gole della Breggia al parco del Penz con un ipotetico collegamento anche sul territorio italiano, fino a raggiungere il lago di Como». Sul lato italiano è presente una pista ciclabile che va da Cernobbio fino a piazza Cavour nel centro del capoluogo lariano, per il momento manca dunque la pianificazione della pista ciclabile tra il percorso che la Crtm intende realizzare nel Basso Mendrisiotto e il lungo lago di Cernobbio. «Qualora dovessimo avere anche il sì da parte italiana per la realizzazione di questo prolungamento – continua Cereghetti –, sarebbe più facile avere il via libera anche per la tratta Breggia-Penz». Per questa breve ma significativa tratta, le risorse finanziarie potrebbero giungere grazie agli stanziamenti previsti nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera. Anche dal lato italiano ci sono dei movimenti in atto: «Maslianico, Cernobbio e Como – prosegue – stanno promuovendo un intervento di pulizia e di messa in sicurezza dell’alveo del fiume». I tre Comuni di frontiera, grazie a due milioni di euro finanziati dai fondi europei del Piano nazionale ripresa resilienza, intendono sistemare 1’700 metri del torrente, in modo da togliere i detriti depositati negli ultimi anni, renderlo meno suscettibile alle erosioni e più sicuro in caso di forti piogge. Quanto realizzeranno in Italia, stando al Servizio enti locali della provincia di Como, ha tutti i requisiti per diventare anche un ‘Parco locale di interesse sovracomunale’. Questi due progetti sono stati al centro dei primi colloqui tra le parti, per il futuro dell’ipotetica zona verde transfrontaliera.
Se dal lato italiano questi progetti sembrano chiari, e già con delle prime date stabilite come i lavori di risanamento che sono previsti per la fine della primavera, dal lato svizzero le discussioni sono ancora aperte. Ce lo ribadisce Andrea Rigamonti, coinvolto anche lui in doppia veste, come capo del Dicastero pianificazione del territorio e mobilità di Vacallo e come presidente della Crtm: «Siamo ancora in una fase embrionale. In queste settimane la Crtm sta cercando di abbinare i vari progetti e in un secondo momento, quando avremo qualcosa di concreto, li presenteremo al pubblico. Per ora le discussioni sono solo ancora abbastanza generali, ma stiamo tenendo in considerazione anche la realizzazione di un parco transfrontaliero». Per delle tempistiche più precise Cereghetti sottolinea che «la ciclopista sul territorio svizzero, rientra nelle infrastrutture previste all’interno del Pam5, quindi per la realizzazione bisognerà attendere il quadriennio 2028-2031». Il finanziamento, in questo caso, «se il tutto verrà vagliato positivamente, per la tratta svizzera ci saranno i contributi della Confederazione». L’unica data certa è il 31 marzo 2025, giorno nel quale scadrà il limite per presentare il programma d’agglomerato, appunto il quinto in linea temporale (il Locarnese è l’unico dei quattro agglomerati ticinesi a partecipare alla quarta generazione che va dal 2024 al 2027). I vari enti locali ora hanno dunque meno di un anno di tempo per pianificare ed eventualmente presentare un progetto concreto, che rispetti le ‘Direttive sul programma traffico d'agglomerato’, pubblicate dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale e che coinvolgerà soprattutto i Comuni del basso Mendrisiotto.