Il Consiglio comunale cambia idea (rispetto al 2017) e segue il Municipio. Rassicura (ma non tutti) la variante di Pr che tutela l'ex villa Gerosa
Capita di cambiare idea. E in effetti a oltre sei anni di distanza il Consiglio comunale di Mendrisio ha cambiato la sua sul perimetro di tutela delle sorgenti Caressaa a Rancate, quindi anche sull'estensione della zona edificabile all'interno del comparto dell'ex villa Gerosa. A larga maggioranza - con 45 sì, 4 no e 1 astenuto - lunedì sera l'aula consiliare ha messo il suo sigillo sul messaggio municipale (bis) che certifica la nuova situazione. E questo dopo che nel novembre del 2017, sempre a maggioranza, il legislativo aveva fatto calare il suo veto dando il là a un botta e risposta giuridico, tra giudici e sentenze, che per finire ha ribaltato la situazione. Il dossier era giunto, infatti, sino al Tribunale cantonale amministrativo, il quale aveva poi rimesso il tutto nelle mani del governo cantonale; che, a sua volta, nell’agosto del 2022, ha ordinato al Municipio di rifare l’intera procedura.
Sullo sfondo, del resto, c’è già pronto un progetto, tradotto in una domanda di costruzione dal nuovo proprietario del fondo e che ha sollevato una opposizione. Un progetto che prevede di realizzare un padiglione espositivo privato. Una costruzione interrata che, come rimarca lo stesso esecutivo, insiste “in parte sulla porzione di sedime interessata dalla revisione del limite della zona S2 (adiacente, ndr) che si chiede di adottare”. Questo ripensamento ha trovato, d'altro canto, l'approvazione della Commissione delle petizioni - relatore Jacopo Scacchi dell'AlternativA, che ha lasciato libertà di voto -, che ha preso atto di "una serie di valutazioni tecniche e ambientali che hanno messo in luce la fattibilità della proposta", spostando "in tutta sicurezza" l'attuale zona di protezione (S2) e vincolando altresì la costruzione dell'atelier alla rimozione di materiale di scarto accumulatosi per decenni nella zona.
Una posizione alla quale si sono allineati anche i gruppi di Centro, Plr e Lega. Le ragioni? A scongiurare il rischio della paventata (in passato) speculazione edilizia, hanno ricordato Monica Meroni (Centro) e Simona Rossini (Lega), c’è una variante di Piano regolatore che iscrive l'ex villa Gerosa e il suo parco tra i Beni culturali di interesse cantonale. Arretrare la linea di protezione, d'altro canto, ha fatto presente Alberto Conconi (Plr), non solo non comprometterebbe la situazione, ma darebbe modo di veder sgomberata la vecchia deponia di materiale di scavo a carico del proprietario.
Tutto è filato liscio allora, questa volta? Non proprio. Non tutti hanno, digerito questo dietrofront. È il caso della Lista civica, firmataria di recente di una interrogazione, che per mano di Tiziano Fontana già alla vigilia del Consiglio comunale ha lamentato come l'attuale dossier sia stato "esaminato con una velocità molto rara, incomprensibile visto l’iter avuto dal precedente messaggio del 2017". Tante le domande aperte e rivolte ai partiti che oggi sostengono la linea dell'Esecutivo e che nel 2017 avevano votato contro. Sui banchi della Lista civica, insomma, non si è mutata opinione. Anzi, lunedì sera si è alzato ancora il muro chiedendo di rimandare il dossier alla Commissione per valutare come procedere (richiesta bocciata). Rivendicando altresì una controperizia. A lasciare l'amaro in bocca, ha rimarcato Fontana, «l’iter che ha portato alla discussione di questa sera (lunedì, ndr) per la presenza di alcune gravi omissioni da parte del Municipio, omissioni che riteniamo costituiscano una lesione dei diritti e doveri dei consiglieri comunali e una violazione di alcuni principi fondamentali che reggono il diritto amministrativo, in particolare l’interesse pubblico, nonché della Legge organica comunale. Infine, riteniamo che vi sia un inaccettabile conflitto di interessi (per aver interpellato lo stesso perito, ndr)».
Una pausa di riflessione è stata sollecitata anche da Claudia Crivelli Barella (AlternativA) che, ha chiarito di non volersi unire al «coro di voci unanime e soddisfatte» e si è detta «molto preoccupata». Qui, ha ribadito, si sta «sottovalutando un tema fondamentale per la nostra regione come quello dell’acqua». Una presa di posizione che l'ha poi convinta a votare ’no‘.
Tecnicamente, ha richiamato per finire a nome del Municipio Daniele Caverzasio, il messaggio sta in piedi oggi come ieri, a maggior ragione alla luce degli approfondimenti effettuati proprio a seguito delle criticità emerse nel 2017 e della validità dei parei espressi dagli specialisti, avallati dagli stessi servizi cantonali.
Oltre 13 milioni di franchi votati in una sola serata. Il Consiglio comunale lunedì sera è stato chiamato a imprimere il suo nullaosta su una serie di richieste di crediti di carattere ’tecnico’ ma cospicui. Ha superato l'esame (con 48 sì, 1 no e 1 astenuto), non senza alcune puntualizzazioni, il risanamento fonico della rete stradale cittadina, che comporterà un costo di 2,5 milioni nel periodo 2024-2028. Dalle forze politiche sono arrivati inviti a coordinare i cantieri - anche a tutela del benessere cittadini - e a prestare attenzione a soluzioni alternative. Votati all'unanimità e con convinzione, invece, i 4,7 milioni destinati a lavori per sottostrutture stradali a vantaggio delle Aim. Stesso copione per i 4,8 milioni accantonati (a credito quadro) per l'aggiornamento della rete elettrica e piccoli lavori sulle reti di acqua potabile e gas e per l'investimento di un milione e 130mila franchi per la manutenzione straordinaria di parte delle apparecchiature per la gestione degli autosili, dei posteggi di primo livello e dei sistemi di controllo della zona pedonale.
Gli spazi verdi e il patrimonio storico della Città verrà tutelato: parola del Municipio (per voce di Francesca Luisoni). Ma lo sarà tramite la variante di Piano regolatore sui Beni culturali, emanazione del lavoro di una Commissione di politici e tecnici, oggi al vaglio del Dipartimento del territorio e che nel prossimo futuro approderà sui tavoli dei consiglieri. Niente da fare, in altre parole, per la proposta firmata da Tiziano Fontana (Lista civica). «L'Esecutivo ci crede, prova ne è l'applicazione di una zona di pianificazione in attesa del varo della variante», ha precisato Luisoni.
Del resto, ha fatto presente il relatore della Commissione della pianificazione Gianluca Padlina (Centro), «la quasi totalità dei giardini segnalati negli elenchi Icomos erano già stati individuati e la loro proposta di protezione prevista contestualmente alla protezione degli edifici ai quali sono funzionalmente connessi. I pochi giardini di potenziale interesse che non erano già noti, sono stati segnalati alla Commissione consultiva in materia di beni culturali e al Municipio e la possibilità di una loro protezione sarà pertanto valutata in sede di elaborazione della variante di cui si è detto in precedenza». Ciò non toglie nulla, ha sottolineato Giampaolo Baragiola (AlternativA), alla validità dell’analisi di Fontana: il gruppo, in linea con la controproposta municipale, vigilerà infatti sugli sviluppi.
Un'attenzione, quella manifestata dall'AlternativA, che davanti alla richiesta, sempre avanzata da Tiziano Fontana, di salvaguardare due quartieri storici di Mendrisio - i comparti di via Turconi, via Motta e via Franchini - si è tramutata in un sostegno dichiarato alla mozione della Lista civica. La ragione: la costatazione che oggi le testimonianze locali sono soggette a rischio. A conti fatti, però, ha prevalso la linea municipale, approvata con 38 voti favorevoli e 12 contrari. Agli occhi del Municipio, ha fatto capire ancora Francesca Luisoni, l'idea di introdurre una tutela complessiva in questo caso non era la soluzione giusta.