Con ‘Che Garbüi’ scritto e diretto da Sergio Volo la compagnia teatrale di Riva San Vitale si prepara a festeggiare... a teatro
Poche realtà locali possono vantare una storia così lunga. La Filodrammatica Aurora di Riva San Vitale quest’anno festeggia 120 anni di spettacoli tra grandi opere, come il drammatico ‘Guglielmo Tell’ di Friedrich Schiller o la commedia ‘Romolo il grande’ di Friedrich Dürrenmatt, e rappresentazioni dialettali come ‘Sem tuc a tera’ di Sergio Maspoli, ‘Ul presepi all’uratori’ di Gianna e Rodolfo Bernasconi o il più recente ‘Che Garbüi’ di Sergio Volo, che andrà in scena nei prossimi fine settimana di marzo.
A Riva San Vitale, come ci spiega Sergio Volo, direttore artistico della compagnia e autore delle ultime pièce, «si sente ancora la tradizione dialettale, qui c’è un forte attaccamento a questa parlata rispetto ad altri luoghi». Lo si può notare dai numeri di spettatori presenti: «L’anno scorso per lo spettacolo ‘La Regiura’ nelle varie serate abbiamo venduto in totale 900 biglietti. Un dato positivo e in ripresa dopo il significativo calo causato della recente pandemia». Il pubblico però non è più quello degli inizi dell’avventura dell’Aurora, di conseguenza non si rappresentano più le grandi opere come quella di Schiller o i drammi, tutti al maschile, che hanno caratterizzato la storia della filodrammatica, come ‘Focolare infranto’. Con gli anni si è passati alla commedia soprattutto perché è cambiato il pubblico.
Questo è stato un cambiamento dovuto principalmente alla cultura e all’età dello spettatore medio: «Il pubblico sta cambiando – prosegue Volo –, ora si muove di più e può seguire grandi opere in teatri più prestigiosi. Noi siamo tutti volontari e ci sforziamo comunque di mettere in scena testi moderni. Cerchiamo anche di seguire la contemporaneità, introducendo elementi tecnologici, come i telefoni moderni». Inoltre, «i nostri spettatori sono sempre più anziani e facciamo in modo di portare in scena emozioni che contraddistinguano la loro figura di nonni, come è stato il caso dello spettacolo del 2023. Non va però dimenticato che il nostro lavoro di autori dialettali è limitato, la gente che segue le nostre creazioni vuole la commedia. In italiano si può osare, ma in dialetto non possiamo più portare dei drammi familiari in scena». Nonostante questo limite, sul palco le emozioni sono presenti. «Il teatro in qualsiasi sua forma è verità – continua –. Il vantaggio dello scrivere uno spettacolo è quello di poter cucire a pennello la parte su ogni attore. Cerco anche di prendere dei momenti vissuti e raccontarli con lo spirito della commedia».
Alcuni membri della fervente comunità di Riva San Vitale formarono un gruppo teatrale già nel 19esimo secolo; inscenarono nella sponda sud del Ceresio grandi opere di drammaturgia per salvaguardare la cultura classica dai divertimenti ‘moderni’. Questi appassionati della settima arte, nel salone vicino al vecchio caffè sociale della Mutuo soccorso, pensarono bene di creare un’associazione proprio nel 1904. Fu scelto come primo presidente Pio Vassalli, che in uno scritto dell’epoca spiega l’intento della neonata associazione: “Contribuire all’elevazione intellettuale e orale del nostro pubblico”.
Durante la prima guerra mondiale ci fu poi un periodo di pausa per l’associazione, ma subito dopo si cercò di dare un nuovo slancio, fu dunque dato il nome alla compagnia: ‘Aurora’. Iniziò così un nuovo filone della storia teatrale rivense improntata sul ‘Teatro Cattolico’. Nel 1930 la consolidata associazione riuscì anche ad avere un palco tutto suo, grazie a una nuova costruzione adiacente al vecchio Caffè sociale. Da allora fino all’avvento della televisione, l’Aurora passò i suoi anni più floridi. Poi, per circa venti anni, non ci fu quasi nulla, anzi, sì: un fallimento. Il 28 aprile 1974 ecco però che ritorna la passione: con ‘Pulenta e gatt’ in un unico atto, iniziano le rappresentazioni in vernacolo. Lo spettacolo del rilancio, negli anni seguenti, è diventato anche un cavallo di battaglia della compagnia teatrale ultracentenaria.
La Filodrammatica Aurora conta 33 persone occupate per ‘Che garbüi’: 25 di queste si dedicano principalmente alla costruzione del palco e della scenografia, mentre gli altri 8 sono gli attori. «Oltre alle varie prove, il grosso del lavoro è la costruzione della messa in scena – spiega Volo –. Non abbiamo una sala nostra, abbiamo dunque affittato una sala delle scuole medie di Riva e montato tutto quanto ci serve per lo spettacolo; anche gli attori hanno contribuito».
Il primo spettacolo della commedia ambientata in uno studio legale, con clienti che metteranno a dura prova la pazienza dell’avvocato, sarà sabato 9 marzo alle 20.30. Seguiranno delle repliche la domenica alle 17 e i successivi due fine settimana sempre agli stessi giorni e orari. Si esibiranno Giampiero Vassalli, Patrizia Medici, Romea Merlo, Soccorso Colucci, Mariangelo Scalena, Annamaria Bernaschina, Wanda Bernasconi e Daria Delorenzi. Sergio Volo conclude con un ultimo invito: «Siamo alla ricerca di attori. Il teatro è come una famiglia. Quando si è qui si evade con la mente, ma soprattutto con il teatro si migliorano le capacità oratorie e si prende più consapevolezza del proprio linguaggio corporeo. Salire sul palco è un’esperienza che tutti dovrebbero provare».