Dal palco della cerimonia di inizio anno il sindaco Bruno Arrigoni ha risposto a una certa politica e ai timori di una parte della popolazione
«Chiasso è un bel posto dove vivere». Il tono è convinto. E suona quasi come una rivendicazione. Il sindaco della cittadina Bruno Arrigoni oggi, domenica, ha voluto ribadirlo con forza dal palco del Cinema Teatro alla platea raccolta per la cerimonia tradizionale di inizio anno. E la sua affermazione non aveva nulla di scontato. Nel rispondere a distanza (anche di tempo) a dichiarazioni da campagna elettorale (quella per la Federali di ottobre, per intenderci) che, sullo sfondo l'arrivo di nuovi migranti, sembrano aver dominato gli ultimi mesi del 2023, Arrigoni non si è limitato a reagire a dubbi e interrogativi che hanno ‘sbattuto’ il Comune più a sud del Paese sulle prime pagine dei giornali (anche Oltralpe), ma ha messo in fila tutta una serie di ragioni, corroborate da fatti; e con la volontà di «essere oggettivi». Anche perché, ieri come oggi, ha fatto memoria il sindaco, Chiasso si è rivelata «un esempio di resilienza», pure in tempi di «grandi incertezze». Lo testimoniano le generazioni nel tempo, per il loro «spirito di adattamento, di capacità di cavalcare i periodi positivi e di affrontare le fasi difficili che pure nel passato non sono mancate»; e lo testimonia la storia dell’Fc Chiasso, rinato dalle sue ceneri. E allora, ha esortato Arrigoni, «avanti tutta» insieme, autorità, associazioni e cittadini.
Chiasso, insomma, non deve chiudersi in sé stessa, fa capire il sindaco. Che rilancia. E non nasconde che il tema che ha tenuto banco negli ultimi tempi, la politica migratoria, ha fatto dibattere non poco. «Nel corso dell’anno che si è appena chiuso – ha annotato il sindaco –, un certo sentimento di insicurezza e di preoccupazione è cresciuto fra la nostra popolazione (o meglio, in una parte di essa), alimentato dalla presenza di persone in fuga dai loro Paesi di origine e in transito nella nostra regione. Presenza questa che, a causa delle contingenze internazionali, si è fatta più evidente». Ma la cittadina non indietreggia: «Chiasso è e resterà sempre un luogo pronto ad accogliere», ha riaffermato Arrigoni. Lo dimostra d'altro canto il nuovo centro di socializzazione ‘Calicantus’ aperto in ottobre in via Soldini, divenuto «un punto di riferimento importante».
Del resto, ha ribadito, «certi timori non sono causati da tutte queste persone in generale, per le quali la nostra solidarietà non è mai vacillata, bensì da alcuni individui problematici, poco inclini ad adattarsi e a seguire le regole di una convivenza civile. La solida vocazione di Chiasso, quale territorio dalla lunga esperienza in materia di accoglienza, è certamente confermata». Il punto per il capo dell'Esecutivo è un altro: alla cittadina «non si può chiedere più di quanto possa dare».
E le richieste avanzate sin qui non sembrano aver sortito l'effetto sperato. «Abbiamo fatto presente a Berna l’elevato numero di persone ospitate nei Centri federali di asilo e i limiti di gestione dei problemi. Ancora non riteniamo di avere suscitato una considerazione sufficiente – ha sottolineato il sindaco –, sebbene il punto Paf in stazione, che ospitava circa 200 migranti, è stato nel frattempo chiuso e le persone trasferite, mi risulta fuori cantone. Vi garantisco che il Municipio di Chiasso, insieme ai colleghi dei Comuni vicini, terrà alta l’attenzione sul tema». Anche se alla sollecitazione di «una migliore ripartizione dei richiedenti l’asilo sul territorio federale o cantonale», le risposte, ha rimarcato Arrigoni, «tardano ad arrivare soprattutto a livello cantonale: “Siamo solidali con Chiasso ma i migranti non li vogliamo” è lo slogan che abbiamo sentito più volte: peccato!».
Oltre che un luogo dove è bello abitare, Chiasso è però anche una cittadina ‘sostenibile’. E il sindaco ci ha tenuto a farlo sapere: in effetti, ha motivato, è tra i primi Comuni in Svizzera ad aver voluto affrontare «concretamente questa tematica a 360 gradi». Non solo, «intende mettere in campo tutti i mezzi nelle sue possibilità per far parte del novero dei Comuni virtuosi dal punto di vista della sostenibilità».
La realtà chiassese non ha intenzione di tirarsi indietro neppure davanti a nuovi progetti e investimenti. Nell'elenco di Arrigoni ci sono il Palapenz, che sarà ammodernato entro la primavera, la nuova sede dell'Ufficio tecnico, il rinnovo del tiro della Rovagina («nelle prossime settimane dovrebbero partire i lavori»), il restyling dei quartieri e il Centro professionale tecnico del tessile; e ancora i 35 milioni di franchi («coperti in gran parte dal Cantone») che serviranno a rinnovare gli Istituti sociali. Senza trascurare il fatto, ha rammentato ancora, che la cultura proposta a Chiasso, un «vero fiore all’occhiello» del Comune, «attira molta gente (anche da oltre confine) e ha molta visibilità sui media».
Pure i rapporti con le Ffs si sono rasserenati, e non solo grazie al ’Polo della moda‘. Il varo della nuova Officina – che traduce un segno positivo sul piano occupazionale – alfine fa sperare in una «inversione di tendenza», ha ribadito il sindaco, «dopo anni di centralizzazioni altrove». E questo sebbene il progetto ’Gleis 4, Piccola Velocità‘ prenda «piano piano forma (talvolta ci vuole un po’ di pazienza)». D'altro canto, il 2024 coinciderà con un anniversario di quelli di peso: il 23 marzo, ha anticipato Arrigoni, sarà inaugurata la stazione rinnovata, in concomitanza con i festeggiamenti per i 150 anni della nomina a Stazione internazionale, «inaugurata quindi nel 1874, e che diede inizio allo sviluppo della nostra cittadina, fino ad allora solo un piccolo e scarno villaggio».
Guardando, invece, avanti Arrigoni non ha potuto non fare riferimento al processo aggregativo, appena innescato e ora sul tavolo della Commissione di studio, incaricata di mettere a punto il progetto che intreccia i destini di Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo. «I tempi sono ancora lunghi – ha fatto presente il sindaco di Chiasso –, ma presto il tema sarà nelle mani dei cittadini, affinché siano loro a esprimere la propria opinione. Noi crediamo fermamente che il futuro della nostra regione deve andare in questa direzione. Una consultazione popolare – ha fatto sapere – è prevista nel 2026 (ancora lontana, ma non troppo)».
Uno sguardo all'avvenire obbligato, soprattutto davanti ai sedici diciottenni accolti ufficialmente da istituzioni e comunità. A dar loro voce Alexia Tela.
Come da tradizione, la cerimonia d'inizio anno porta alla ribalta gli sportivi delle società cittadine. Quest'anno il riconoscimento al merito della Conferenza dei presidenti delle Società sportive di Chiasso è andato a Erico Castelletti, storico dirigente tecnico della Società federale di ginnastica cittadina e docente di ginnastica di generazioni di chiassesi, incluso quella di Davide Rampoldi, che l'ha premiato. «Non me l'aspettavo», ha confessato Castelletti, condividendo l'onorificenza con le persone che l'hanno accompagnato nella sua vita in palestra. Numerosi anche gli atleti che hanno ricevuto una menzione per i risultati, individuali e di squadra, raggiunti nel 2022.
A prendere poi la parola a nome dei sodalizi sportivi è stato Matteo Rossetti della Nuoto Chiasso, che non le ha mandate a dire – «il campanello d'allarme suona forte» –, tuffando tutti nella necessità urgente della regione, e delle 30mila persone che praticano la disciplina, di poter contare su una piscina coperta. Struttura che a Chiasso già si progettava nel 1972, immaginandola nel prato a sud dell'impianto balneare, aperto nel 1964. Oggi, rilancia, tocca a tutto il Distretto trovare una soluzione. «Ho letto con amarezza, alcune settimane fa, che alcuni consiglieri comunali di una Città, lontana da qui, hanno messo in dubbio la partecipazione ai costi della pista di ghiaccio di Chiasso. In questo modo non si andrà molto lontano, e a rimetterci saranno soprattutto i nostri giovani. Almeno a livello sportivo, il mio augurio, è che si lavori davvero come un'unica regione».