Calano i numeri delle entrate irregolari anche alla frontiera sud del Paese. In ottobre sono state 3'848
Numeri in calo sul versante delle entrate irregolari al confine sud come nel resto della Svizzera. I dati di ottobre restituiti dalle statistiche dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) segnalano, infatti, una diminuzione a livello generale e locale. Alla frontiera ticinese sono 250 in meno i casi registrati il mese scorso con 3'848 soggiorni illegali, a fronte dei 4'098 di settembre. E ciò anche se la cifra globale, sul piano cantonale, rappresenta più della metà dei 6'543 episodi verificatisi a livello nazionale. E questo rispetto ai 7'134 attraversamenti irregolari di settembre e ai 7'892 dell’ottobre 2022. Dall'inizio dell'anno i casi sono stati quasi 41mila. Un altro aspetto significativo è dato dalla provenienza dei migranti: la maggior parte, fa sapere l'Udsc, è di nazionalità afghana.
Quest'ultimo indicatore, del resto, corrobora quanto già reso noto dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem), la quale faceva presente come "l'aumento della pressione migratoria al confine meridionale in Ticino è dovuto principalmente a uno spostamento delle rotte migratorie all'interno dei Balcani". In effetti, se fino all'ottobre dell'anno scorso il passaggio tra Serbia-Ungheria-Austria era il più importante per la migrazione da est, al momento il più utilizzato è quello dalla Serbia all'Italia attraverso Bosnia, Croazia e Slovenia.
Si registra poi una leggera flessione pure sul fronte dell'attività dei passatori: 24 i sospettati intercettati in ottobre. Erano 38 il mese precedente e 51 nell'ottobre del 2022. In totale le persone coinvolte da gennaio sono state 334.
Tendenza inversa, per contro, per quanto riguarda le consegne alle autorità estere. Sono 916 le perone riammesse alle autorità al confine il mese scorso, rispetto alle 785 di settembre e alle 669 dell'ottobre dell'anno passato. La cifra complessiva per il 2023 sin qui è di 6'090.