Nei Balcani, dalla Serbia adesso si passa dall'Italia. In aumento i soggiorni irregolari in settembre
I flussi dei migranti hanno cambiato ‘strada’, almeno via terra. Da quanto osservato dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem), se è vero che la pressione al confine meridionale cresce, è altresì un dato di fatto che ciò è "dovuto principalmente a uno spostamento delle rotte migratorie all'interno dei Balcani". In effetti, si fa notare in una nota ufficiale, "se fino all'ottobre del 2022 la rotta Serbia-Ungheria-Austria era la più importante per la migrazione dai Balcani verso l'Europa, attualmente è invece la rotta dalla Serbia all'Italia attraverso Bosnia, Croazia e Slovenia quella più utilizzata".
Un cambiamento di scenario che, come detto, si riverbera sui dati registrati dall'Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (Udsc). I numeri di settembre infatti sono in aumento, tanto rispetto ad agosto che se paragonati allo stesso periodo dell'anno scorso. Focalizzandosi sulla frontiera ticinese, la più sollecitata secondo l'Udsc, gli attraversamenti irregolari sono passati dai 2'873 di agosto ai 4'098 del mese scorso. E la maggior parte dei migranti giunti in Svizzera, si conferma, è di nazionalità afghana. Globalmente, a livello svizzero, i casi di soggiorni considerati illegali sono stati 7'120 a fronte dei 5'767 di agosto e dei 6'677 del settembre 2022. In totale all'inizio dell'anno ci si attesta sui 34'371 ingressi irregolari.
Sul versante dell'attività dei passatori, le segnalazioni sono rimaste immutate: 37 le persone sospette. Ovvero meno se raffrontate ai presunti passatori intercettati nel settembre del 2022 (54). Il computo dei primi nove mesi del 2023 restituisce 310 sospetti.
Torna, invece, a salire la cifra di migranti riconsegnati alle autorità estere ai confini nazionali: in settembre erano 781 contro i 735 di agosto e del settembre dell'anno scorso. A oggi le procedure di riammissione hanno interessato 5'174 persone.