La stazione di Chiasso teatro di una prima in Ticino. I giovani protagonisti: ‘Siamo coscienti di aprire una strada’
Il via vai non manca alla stazione ferroviaria di Chiasso. La frontiera a due passi, dall’atrio – che ancora ha la foggia di un cantiere aperto: s’inaugura il marzo prossimo – passa il mondo. E in molti varcano la soglia del Centro viaggiatori, nuovo di zecca. I primi clienti, dopo un momento di esitazione, si fanno avanti. Oltre il banco ci sono dei volti nuovi, ma soprattutto giovanissimi. Oggi (ieri per chi legge, ndr), a essere sulla plancia di comando sono alcuni apprendisti delle Ffs. «Oggi il Centro è nelle nostre mani», ci dicono sull’onda dell’entusiasmo. Il gruppo, composto dai sei ragazze e ragazzi fra i 15 e i 19 anni, è quanto mai motivato. Confrontarsi con il mondo del lavoro per alunni che frequentano il primo, secondo e terzo anno di tirocinio è parte integrante del loro percorso di studi, ma questa è una giornata davvero particolare. Anche perché toccherà a loro fare da apripista a una esperienza inaugurata Oltregottardo e che per la prima volta sbarca in Ticino.
Hugo, Edmea, Hajar, Ana, Mattia e Nicolò sono, del resto, tra i 186 giovani che nel cantone sono in cammino per raggiungere una meta che hanno ben chiara davanti a loro (nel 2024 cresceranno di numero). Di tirocinanti come loro in Svizzera ve ne sono 2’200. Ben di più rispetto a cinque anni orsono, a tal punto da consegnare un bacino prezioso a cui le Ferrovie, come altre Aziende di trasporto pubblico, possono attingere sapendo di contare su persone preparate a delle professioni specifiche. Alla fine del percorso, come ci conferma Silvia Pedroia, capo regione e responsabile vendite Ticino delle Ffs, lo sbocco è sicuro allargando lo sguardo a livello nazionale. E Silvia stessa può essere una buona fonte di ispirazione per questi ragazzi: «Anch’io ho iniziato da qui, da Chiasso».
E la voglia di fare bene certo non manca. Hugo, dall’alto dei suoi 19 anni, non vede l’ora di mettersi alla prova. Origini brasiliane, è in Svizzera solo da un lustro ma frequenta il terzo anno di apprendistato e il suo italiano è già fluente – «inciampo ancora un po’ sulle doppie» –, la capacità di essere empatico poi salta agli occhi. Non solo, si vede bene che il suo entusiasmo sa essere contagioso tra compagne e compagni di avventura. Gestire in autonomia il Centro viaggiatori, d’altra parte, è una prova importante per tutti. «Fin dal mattino – ci dice – sapevamo bene di avere da svolgere dei precisi compiti: dall’accensione delle luci all’apertura, dal controllo della valuta estera in cassa alla contabilità generale. È una bella responsabilità per tutti». Ma, si aggiungono a una voce Hajar, tra i più giovani con i suoi 15 anni, Edmea e Ana (che di anni ne hanno poco più di lei), al contempo è «una bella esperienza per tutti noi». Un test di cui queste ragazze e questi ragazzi sono ben consapevoli, come testimoniano l’attenzione e la serietà con le quali si relazionano con i viaggiatori.
Vi siete mai cimentati in una iniziativa del genere?, chiediamo loro. «Oltre che la prima volta in Ticino è anche la prima volta che veniamo lasciati soli a misurarci con la nostra futura professione», ci risponde una delle giovani. «Possiamo dire che si tratta di un evento storico – rimarca ancora Hugo –. Capite: i prossimi ragazzi che parteciperanno alla giornata prenderanno spunto da noi», fa notare con fierezza.
Che effetto vi fa? Hugo lascia la parola alle colleghe. «Come detto, tutto questo ci responsabilizza, ma è pure motivo di apprezzamento verso i nostri superiori e colleghi, perché ci supportano. Insomma, se hanno deciso di lasciare nelle nostre mani il Centro viaggiatori vuol dire che hanno fiducia in noi. Dal nostro punto di vista – sottolineano coralmente –, è pure un modo per conoscerci meglio e imparare a lavorare in gruppo. Se uno di noi non sa una cosa, sappiamo di poterci aiutare a vicenda».
All’interno del gruppo, comunque, non si perde di vista l’obiettivo. «Questa esperienza – fa presente Hugo – ci avvicina molto alla nostra realtà professionale. Quando saremo noi a entrare nel mondo del lavoro sarà così, effettivamente. E questo è interessante». A fine giornata sapranno com’è per davvero. «Anche nelle piccole cose, il controllo della posta, la gestione degli oggetti trovati. Fin dal mattino abbiamo dovuto organizzare il lavoro e pianificare pure i turni». E non è semplice. «Sappiamo che è meglio non ammucchiare tutti i compiti da svolgere o incasinarci troppo. Altrimenti i responsabili devono risponderne».
E loro ci tengono a fare una bella impressione. Quanta solidarietà e saggezza, viene da pensare, in questi giovani. Che sono lo specchio (anche multiculturale) della realtà ticinese. Oltre a Hugo infatti c’è Hajar, radici in Marocco, nata in Italia e giunta in Svizzera all’età di un anno. Tra loro, però, la diversità è davvero una ricchezza. «Fra di noi – conferma una delle ragazze – si è creato un bel gruppo. Siamo tutti affezionati». E per rinsaldare i legami si sono organizzati per condividere la pausa pranzo.
Certo la vita li metterà alla prova, ma il coraggio non fa loro difetto. Anzi, sono pronti a mettersi persino nei panni della clientela. «Può capitare – esemplifica Hugo – che un viaggiatore si presenti al banco dopo aver avuto una brutta giornata e si rivolga in modo un po’ rude a chi è allo sportello. In un caso simile occorre fermarsi un attimo, capire il suo momento di difficoltà e tenere un atteggiamento gentile. Si congederà di sicuro in modo più amichevole. In questo modo ti senti doppiamente produttivo: oltre a fornire un servizio, sei stato socialmente utile».
E questa, come ci fa capire una delle sue colleghe, è sempre una bella sensazione: «Ti rallegra la giornata e ti aiuta a comprendere come affrontare queste situazioni sul lavoro e anche la nostra vita. Certe cose aiutano la nostra crescita». Ma ecco una nuova cliente in cerca di informazioni: si torna a lavoro.
Cambiamo bancone, lì troviamo il quindicenne Mattia di Bellinzona e Nicolò, grigionese, 17 anni, entrambi al secondo anno di tirocinio. Mattia è felice di essere parte del progetto, e anche del suo lavoro. «Questa esperienza – ribadisce – è molto bella, mi aiuta a crescere e a migliorare e mi verrà utile anche in futuro. Me la ricorderò per sempre», assicura. Cosa ti ha spinto a partecipare?, gli domandiamo. «I formatori ci hanno chiesto se eravamo disponibili e volevamo prendere parte a questa giornata e personalmente mi sono reso subito disponibile, perché mi sembrava molto interessante», ci dice. Per lui interagire con la clientela, d’altro canto, non è una cosa nuova.
A Nicolò, invece, piace la possibilità di girare tutto il Ticino. Come stai affrontando questa prova? «Molto bene, sono davvero contento di fare questa esperienza, perché ci dà la possibilità di gestire in autonomia il Centro viaggiatori senza l’aiuto dei collaboratori adulti». Vuoi mettere la soddisfazione.
A prima vista questo nuovo corso sembra aprire la strada anche a un diverso approccio formativo. «È una idea che quest’anno è stata applicata alla stazione di Zurigo per la prima volta e ora viene replicata qui a Chiasso – ci illustra Alessandro Malfanti, capo regione di login formazione professionale Sa, partner delle Ffs –. L’approccio formativo nell’ambito della consulenza alla clientela responsabilizza le ragazze e i ragazzi, proprio per poter dare loro modo di confrontarsi direttamente con i clienti, senza la presenza dei formatori. Una bella esperienza, soprattutto per loro, che li aiuta a crescere e a trovarsi davanti a una problematica e saperla risolvere».
Con quali esiti? «Sono contento di come sta andando – annota Malfanti –. I nostri apprendisti sono tutti entusiasti e dimostrano di lavorare con gioia e di saper fare lavoro di squadra. Del resto, non è scontato a 14-15 anni iniziare un percorso formativo ben consci della scelta fatta. Merito del clima di lavoro e delle formatrici e dei formatori». Argomenti preziosi anche nell’orientare i giovanissimi allievi nella scelta del loro avvenire. E il 21 ottobre prossimo a Bellinzona login aprirà le porte per far scoprire la ventina e più di formazioni offerte nel settore dei trasporti pubblici.
Nel frattempo, ai banchi ragazze e ragazzi non si fermano un momento. Solo Nicolò si concede una pausa per postare su Instagram un aggiornamento della loro esperienza: tra i suoi compiti c’è anche questo. La giornata è ancora lunga, ma i futuri impiegati di commercio ormai ci hanno già preso gusto.