Mendrisiotto

Quei giorni della pandemia: l'Ente case anziani rivive il 2020

Il Covid ha messo sotto pressione strutture e finanze. E oggi Mendrisio tira le somme. Con l’obiettivo di colmare le lacune della rete

Due delle strutture dell’Ecam
(Ti-Press)
21 settembre 2023
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L'Ente case anziani Mendrisiotto (Ecam) sta riannodando la sua rete. Missione, centrare traguardi di "efficienza ed efficacia", entro la fine di ottobre si conosceranno le conclusioni del consulente esterno al quale è stato affidato un lavoro di attenta analisi sulla situazione interna all'Ecam. Un mandato firmato dagli stessi vertici dell'Ente, la Città e il Cantone. A far emergere le fragilità è stata, d'altro canto, la fine dell'emergenza sanitaria da Covid-19 e l'avvio (di nuovo) dei progetti di messa in rete. Attivati, da subito, i servizi dell’amministrazione (per una consulenza), le problematiche, inizialmente, sono state affrontate anche attraverso un gruppo di lavoro interno al Consiglio dell'Ecam, guidato da Françoise Gehring, a capo del Dicastero politiche sociali e politiche di genere di Mendrisio. Una verifica che ha visto affiorare "una serie di lacune regolamentative risalenti al momento della creazione dell’Ente", nato nel 2016.

Lo ha messo, nero su bianco, pure il Municipio della Città nel messaggio recapitato nei giorni scorsi al Consiglio comunale. Documento che mette in fila le cifre del Consuntivo 2020, ovvero il secondo anno che fa capo a un unico contratto di prestazione per la gestione delle, allora, cinque case anziani del comprensorio (alle quali a fine 2021 si è aggiunta la Santa Filomena di Stabio), capaci di assicurare in totale 279 posti letto. Un dossier ritardato, come riconosce la stessa autorità locale, dalla necessità di dare la precedenza "ad altri progetti strategici" e dagli avvicendamenti avvenuti dentro l'Ente così come nell'amministrazione comunale.

I traguardi sono chiari

I vertici Ecam, al pari dell'esecutivo, sanno dove vogliono andare a parare. "L’obiettivo dello studio – come si legge nella documentazione municipale – mira a effettuare un’analisi dettagliata della struttura organizzativa della rete, nonché fornire delle piste organizzative per permettere alla rete di raggiungere i suoi obiettivi di efficienza ed efficacia. Tale lavoro – come detto – si concluderà verosimilmente entro la fine del prossimo mese di ottobre". Nel frattempo, i numeri 2020 dell'Ente restituiscono, comunque, una fotografia, anche finanziaria, della rete delle strutture operative sul territorio. Rete che, come si evidenzia, chiude con un disavanzo di oltre 490mila franchi. Una perdita riconosciuta dal Cantone, che assieme ai Comuni si è assunto i maggiori costi, a cui non è estranea la pandemia. Non a caso per fronteggiare la situazione si sono aumentati contributi e sussidi, passati dai 9,9 milioni del 2019 agli oltre 11 del 2020.

La crisi sanitaria ha lasciato il segno

Del resto, la crisi sanitaria ha lasciato il segno nella quotidianità delle case anziani. La gestione del 2020, come rende attenti il Municipio, è stata "fortemente e forzatamente condizionata" dall'emergenza pandemica, che, si rimarca, ha "rallentato lo sviluppo e i progetti di integrazione della rete. La priorità è stata quella di assicurare la sicurezza sanitaria della rete e di contenere il più possibile i contagi fra gli ospiti e proteggere la salute dei collaboratori e delle collaboratrici".

Nella memoria di chi lavora nel settore è ancora impressa la data del 25 febbraio del 2020, che coincide con il primo caso di Covid in Ticino. Da quel momento, si ripercorre nel Rapporto di attività dell'Ecam, "l’evoluzione dei contagi è stata rapida e importante", fino alla chiusura progressiva delle case per anziani. A quel punto è stato costituito il Gruppo di lavoro unità di crisi e, in parallelo, direzione, Servizio qualità e capistruttura hanno messo a punto un ‘Piano pandemia Covid-19’ per l’intero sistema di strutture.

I focolai e l'aiuto psicologico

In effetti, la pandemia ha fatto irruzione nella vita degli istituti, stravolgendone le giornate e gli spazi. "Purtroppo – si spiega nel resoconto dell'Ente – la pandemia non ha risparmiato la nostra rete dove, nel corso dell’anno (il 2020,ndr), si sono registrati diversi focolai Covid-19 tra i residenti, che hanno interessato cinque case anziani sulle sei della rete". In quelle giornate i contatti con l'Ufficio del medico cantonale (Umc) erano costanti. "Da subito – si conferma nel Rapporto – la direzione amministrativa e la direzione sanitaria si sono coordinate con l’Umc per la gestione dei focolai e la presa a carico dei/delle residenti".

E d'altra parte, anche sul fronte del personale, messo sotto pressione – in alcuni momenti si sono dovuti pianificare anche turni di 12 ore – e all’interno del quale si sono registrati diversi casi positivi al Covid, si sono dovute attivare delle misure di sostegno, come un aiuto psicologico. Emergenza e restrizioni dettate dalla necessità di contenere la pandemia, in effetti, hanno causato sofferenza, dentro e fuori le strutture. Tanto è vero che per l'Ecam, si annota, appare "difficile, se non impossibile, illustrare le attività all’interno delle singole case per anziani, perché tutte le risorse sono state impegnate e impiegate nel fronteggiare la diffusione del virus, nell’arginare i focolai, nella presa a carico degli anziani e delle anziane, nel supporto ai loro familiari e nell’organizzazione della vita nelle case, sconvolte da una crisi pandemica senza precedenti".

Nell'emergenza la rete ha retto

Sta di fatto che la rete delle strutture, che in tempi più recenti ha mostrato delle lacune – su cui si sta lavorando –, nelle settimane della crisi ha retto secondo la sintesi dell'Ecam. "Sebbene ancora in costruzione, e quindi fragile sotto diversi punti – si chiarisce nel documento –, la rete ha dato risposte positive. In effetti, grazie alla disponibilità dei vari consigli direttivi e dei medesimi operatori si è potuto garantire il servizio in ogni casa per anziani della rete, trasferendo provvisoriamente dei collaboratori e delle collaboratrici, provenienti dalle altre case della rete, nelle strutture carenti di personale a causa del Covid-19".

Non solo, allineare le procedure ha dato modo di "affrontare la pandemia con un unico principio condiviso tra tutti gli operatori e operatrici. Questo ha permesso di individuare eventuali difficoltà/problematiche anticipando i tempi di reazione". Infine, si conclude, un altro punto importante è stato l’acquisto dei dispositivi di protezione e dei prodotti d’igiene. "L’operato del Servizio acquisti e logistica è stato fondamentale, perché ha sempre garantito e fornito tutto il materiale necessario per affrontare la pandemia e questo per l’intera rete". E ottenendo prezzi vantaggiosi.

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