laR+ Mendrisiotto

Siccità, grazie alle piogge le falde recuperano

Non bisogna però ‘abbassare la guardia’. Per salvare l'estate è infatti necessario che piova ancora

(Depositphotos)
22 maggio 2023
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Tempo uggioso, pioggia, pioggerellina, qualche temporale. Negli ultimi giorni e settimane l’acqua si è fatta finalmente vedere in tutto il Ticino. A discapito di una calda e soleggiata primavera, bramata da alcuni, il mese di maggio sembra stia in parte recuperando le mancate precipitazioni dell’ultimo anno. Ma è sufficiente per salvare il Mendrisiotto dalla minaccia della siccità estiva? «Rispetto a un paio di settimane fa siamo più tranquilli, ma non bisogna abbassare la guardia», ci dice Michele Tadé, responsabile della sezione acqua e gas dell’Age di Chiasso. A confermarlo è anche Matteo Negri, capo del dipartimento acqua potabile e gas delle Aziende municipalizzate Stabio (Ams): «Le piogge di questi giorni hanno riportato la falda del pozzo Santa Margherita alla media degli anni precedenti al 2022». A inizio gennaio, infatti, «i livelli erano inferiori di 70-80 centimetri rispetto agli altri anni». Ad aver aiutato non sono state solo le precipitazioni in quanto tali, ma anche il fatto che siano state prevalentemente fini: «In questo modo l’acqua riesce a penetrare bene nel terreno e a ricaricare la falda». Quando invece la terra è secca e arriva un forte temporale, «l’acqua tende a scorrere lungo il suolo». Importanti per mantenere un buon livello delle acque, ricorda Negri, sono anche le temperature atmosferiche, che in queste settimane non sono state particolarmente elevate come in altri anni. Anche per quanto riguarda Mendrisio la situazione è migliorata: «La produzione d’acqua delle fonti è aumentata», ci dice Gabriele Gianolli, direttore delle Aziende industriali Mendrisio (Aim). «Le falde sono tutte a un livello normale, fatta eccezione per il pozzo Prati Maggi a cui mancano ancora uno o due metri. Quest’ultima, però, è una falda particolarmente profonda, prima di arrivare ad alimentarla l’acqua deve fare vari percorsi e non tutti sono stati ancora compiuti».

Si lavora per un sistema di distribuzione di acqua non potabile per l’agricoltura

La situazione attuale è migliorata, ma tutti concordano sul fatto che per dichiarare ‘salva’ l’estate è necessario che piova ancora. Nel frattempo, però, si lavora anche per prevenire la mancanza d’acqua. A livello di Mendrisiotto si vuole infatti implementare un sistema di distribuzione d’acqua non potabile per l’agricoltura, indica Gianolli. Questo aiuterebbe a sgravare l’acquedotto quando si prevede un periodo di siccità. «Stiamo pensando di sfruttare il pozzo San Martino 1, che attualmente non usiamo più per l’acqua potabile». Per quando è previsto? «Sarebbe auspicabile per quest’estate. Magari non ne avremo bisogno, ma almeno è pronto in caso di necessità». Per questo progetto, oltre agli attori locali, Gianolli cita anche il Cantone, che ha istituito un gruppo di lavoro per il monitoraggio della siccità. Più che in maniera operativa sul terreno, sarà a disposizione principalmente per facilitare l’iter procedurale. L’anno scorso, ricorda invece Negri, Stabio aveva usato il pozzo d’emergenza Savoy, gestito dalle Ams, per dare acqua non potabile ai contadini. Per il momento si può dire che «l’obiettivo è arrivare al 2026 in maniera il più possibile indenne», specifica Gianolli. Anno in cui si prevede di riuscire a utilizzare anche il lago come fonte d’acqua per la regione.

Linee guida per la popolazione

Quando si verifica una scarsità d’acqua, lo abbiamo visto in particolare l’anno scorso, viene chiesto alla popolazione di fare la propria parte. Si passa dagli avvisi di uso parsimonioso ai veri e propri divieti. Lo scorso mese l’Azienda multiservizi di Bellinzona (Amb) aveva recapitato alla popolazione della zona un’informativa, nella quale venivano indicati tre livelli di criticità e i comportamenti da adottare per ognuno di essi. Un modello che potrebbe essere applicato anche nel Mendrisiotto? «Ogni Comune ha il suo regolamento per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico. E dunque a livello giuridico è esso a essere responsabile di emettere divieti e raccomandazioni. Credo comunque che si andrà sempre di più verso uno standard comune in tutto il Ticino. A livello del nostro distretto, con il progetto dell’Acquedotto regionale Mendrisiotto (Arm) è possibile che ci sarà un maggior coordinamento anche per ciò che concerne le varie raccomandazioni, divieti e comunicazioni alle popolazioni dei Comuni consorziati », afferma Gianolli. «Per quanto riguarda il Comune di Mendrisio, abbiamo in previsione l’aggiornamento del nostro regolamento circa l’approvvigionamento di acqua potabile, nel quale si pensa di inserire il meccanismo dei tre livelli. È un ottimo approccio divulgativo per far capire alla popolazione la situazione e indicare come comportarsi». A quando, dunque, il nuovo regolamento? «L’obiettivo è di portare entro fine luglio una bozza in Municipio. Quest’ultimo dovrà poi licenziare il messaggio e sottoporlo all’avallo del Consiglio comunale. Se venisse approvato in autunno, è possibile che possa essere messo in vigore all’inizio dell’anno prossimo». Questo sarebbe lo scenario nel caso in cui non vi fossero opposizioni o richieste: «Ogni istanza politica ha la facoltà di analizzare il testo del regolamento, chiedere delle modifiche e via dicendo. Quindi magari i tempi si allungheranno», precisa Gianolli.

‘Mantenere le abitudini di risparmio’

Essere pronti per un’eventuale carenza d’acqua risulta una necessità urgente: «Non è una questione di ‘se’, ma di ‘quando’. In futuro ci troveremo ancora confrontati con situazioni del genere», sottolinea Tadé. Secondo il responsabile è importante mettere a punto un sistema, anche di tipo comunicativo, che permetta di muoversi nel miglior modo possibile. Ed è fondamentale farlo ora, dato che si tratta di un tema di estrema attualità: «Passato il pericolo, passata l’urgenza, spesso si accantonano le questioni. Quello che non è più pressante, impellente, si dimentica. E si torna a usare e abusare dell’acqua come prima». La situazione attuale dovrebbe dunque venire utilizzata come insegnamento per «introdurre delle abitudini sane di risparmio, che esulano dal fatto che durante un determinato anno l’acqua sia scarsa oppure no. Si tratta comunque di un ciclo che meno viene messo sotto pressione meglio è».

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