Mendrisiotto

Ghiaia a Valera, ‘ci vuole una domanda in sanatoria’

Nella vertenza tra i proprietari del deposito e la Città di Mendrisio, il Tribunale federale conferma la necessità di un iter formale

La procedura dirà se autorizzare o meno la presenza di inerti
(Ti-Press)
14 marzo 2023
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Se ci si attendeva di sciogliere uno dei nodi gordiani che gravitano, ormai da tempo, sul comparto di Valera, a Mendrisio, ebbene, si resterà delusi. Chiamati in causa, i giudici del Tribunale federale, in effetti, stavolta non si sono pronunciati su quel deposito di ghiaia finito da qualche anno al centro della vertenza tra i proprietari del terreno - oltre 11mila metri quadrati sul territorio del Quartiere di Rancate, lì dove un tempo si stoccavano gli idrocarburi - e la Città di Mendrisio. Oggetto del contendere una domanda di costruzione a posteriori. Una diatriba finita, come detto, davanti all’Alta corte di Losanna, dopo aver impugnato la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) di fine dicembre.

Una richiesta, tre ricorsi

Su quel fondo nel tempo sono stati depositati 200 metri cubi di materiale ghiaioso. Poi nel maggio del 2018, il Municipio di Mendrisio ha sollecitato i proprietari, chiedendo loro di presentare una richiesta di autorizzazione in sanatoria. Una domanda risultata indigesta ai titolari che l’hanno avversata, prima davanti al Consiglio di Stato, poi di fronte al Tram, vedendosi, però, recapitare una doppia bocciatura. Salvo poi appellarsi, appunto, al Tribunale federale e incassare, il 23 febbraio scorso, un nuovo ‘no’: il ricorso è stato infatti giudicato "inammissibile" tanto sul piano costituzionale che su quello del diritto pubblico, confermando di fatto la decisione del Tram.

Il parere del Tf

Per i giudici di Mon Repos "in questo stadio della procedura, l’obbligo di inoltrare una domanda di costruzione a posteriori è giustificato". E ciò anche se per i proprietari questo dovere non sussisterebbe, visto che il deposito, a loro dire, non è permanente, quindi in sostanza "inesistente" e la presentazione di una domanda di costruzione "inutile". "Nel caso di specie, in assenza dei necessari accertamenti fattuali e giuridici, il Tribunale federale – si ribadisce – non può pronunciarsi infatti definitivamente sul merito della vertenza, come pretende la ricorrente. La questione di sapere se e in che misura si sarebbe in presenza di un cambiamento di destinazione, quesito sul quale è imperniato il ricorso, dovrà essere compiutamente vagliato nel quadro dell’esame della domanda di costruzione a posteriori ed esula dall’oggetto del presente litigio".

In effetti, qui non si dice della liceità (in sanatoria) o meno del deposito di inerti, contestato, temporaneo o permanente che sia. Il punto, conclude il Tf, ruota intorno alla necessità di avviare una procedura formale, che permetta di "verificare compiutamente tale questione e i suoi aspetti di legittimità materiale, che si risolverà nell’accertare definitivamente la necessità o meno di una licenza edilizia e, se del caso, del suo rilascio o diniego".