Mendrisiotto

Aggregazione, il sindaco di Chiasso dice ‘basta ai pre-studi’

Messaggio d’inizio anno ai vicini di Bruno Arrigoni. Intanto, la cittadina torna a crescere. Mentre il Centro Ovale potrebbe passare di mano

Rituale cerimonia d’inizio anno domenica a Chiasso
(Ti-Press/Pablo Gianinazzi)
8 gennaio 2023
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Chiasso sa di avere «tutte le carte in regola per giocarsi il futuro». Questo, del resto, è il tempo della consapevolezza e della responsabilità collettiva. La cittadina, dal canto suo, è pronta a continuare a fare la sua parte, ma anche a stringere un’alleanza con i Comuni (vicini) che credono ancora che unire le forze sia importante. Mai come in questo esordio del 2023 nel messaggio tradizionale di inizio anno dal palco del Cinema Teatro il sindaco Bruno Arrigoni è stato nitido. La sua visione? I Comuni del Basso Mendrisiotto «in cammino verso un futuro di compartecipazione». Se è vero, come ha sottolineato, che «ora siamo a una svolta» nel processo aggregativo, è altresì un dato di fatto che, a volte, sovvertire previsioni e tendenze è possibile. Dopo anni di decrescita Chiasso ha saputo, infatti, recuperare posizioni nella piramide della demografia, tornando a crescere. A fine 2022 si contavano, infatti, 185 abitanti in più, toccando quota 7’729. Un dato che suona come un incoraggiamento.

‘Ogni cittadino si prenda la responsabilità di decidere’

Lo si è capito: «Il Comune di Chiasso non può e non vuole stare a guardare». Il sindaco ha invitato a prenderne buona nota. Tant’è che non ha potuto esimersi dal rilanciare, una volta di più, il tema delle aggregazioni che anche nell’anno appena archiviato ha fatto discutere, soprattutto nel Basso Mendrisiotto. «È sempre più chiaro – ha annotato Arrigoni – come il futuro sia da pensare come realtà condivisa, non come entità separate». Un altro modo per dire che oggi l’obiettivo è quello di «iniziare un processo aggregativo che porta a una consultazione popolare».

Salutate con favore l’istanza e la raccolta firme promosse da un gruppo di cittadini di Balerna – che giusto questo mese saranno consegnate al Consiglio di Stato –, giunti sin qui, ha ribadito il sindaco, «deve essere unicamente il popolo a dire sì, facciamo un Comune unico del Basso Mendrisiotto oppure no, restiamo come ora. Una decisione importante su cui ogni singolo cittadino deve prendersi la responsabilità di decidere per il bene suo e delle future generazioni».

‘Basta workshop e pre-approfondimenti’

Per Arrigoni, insomma, è venuto il momento di agire. «Basta pre-studi, pre-approfondimenti, workshop – ha detto a chiare lettere –. Uniti avremmo a disposizione circa 15 milioni di franchi, o più, d’investimenti l’anno per il nostro territorio. Separati dovremo accontentarci di una amministrazione oculata e coscienziosa ciascuno del proprio Comune. Ma per questo non abbiamo bisogno di politici, bastano i funzionari», ha tagliato corto. A dare coraggio ci sono, in ogni caso, i risultati raggiunti con gli incontri intercomunali, al tavolo tutti i Comuni del Mendrisiotto e Basso Ceresio: dalle prese di posizione all’indirizzo del Cantone alla nascita di realtà come l’Ente regionale dello sport e il Consorzio idrico del basso Mendrisiotto.

Economia e dintorni

Un diritto di compera sul Centro Ovale

Le aspettative sull’aggregazione, dunque, a Chiasso sono alte. Ciò non toglie che la cittadina stia cercando sempre la sua strada. In effetti, come ha illustrato ancora il sindaco, «se dal punto di vista demografico desideriamo che a Chiasso arrivino giovani famiglie, che nascano tanti bambini e che i nostri anziani possano vivere a lungo, sul fronte dell’economia dobbiamo continuare nel ricercare nuove vie per attirare nuove attività lavorative che possano aiutare i nostri giovani». E qui Arrigoni ha svelato che sul destino del Centro Ovale, chiuso ormai da qualche anno, potrebbero esserci sviluppi incoraggianti. «Udite – ha esordito –, sul Centro Ovale vi è un interesse marcato, tanto è vero che c’è un diritto di compera da parte di un imprenditore della zona». Con la speranza, ha lasciato intendere, che «sia la volta buona».

Poche parole che sembrano essere promettenti dopo una serie di delusioni inanellate nel tempo per un contenitore varato alla fine di settembre del 2011 come polo commerciale e che nel 2017 la proprietà ha riconvertito in uno stabile amministrativo, aprendo la via a nuove opportunità. Ad oggi, infatti, i vari progetti che si sono affacciati sulla soglia dell’edificio non si sono concretizzati, come l’Aurum Gate, il potenziale polo del lusso e dell’oro, l’insediamento della centrale del gruppo viaggi low cost Bravofly, o l’arrivo del Museo delle figurine. Più di recente si erano poi rincorse voci di interlocutori interessati, ma non ci si era spinti sino al punto di avanzare un diritto di prelazione che potrebbe sancire anche un passaggio di mano del Centro Ovale.

‘Rilanciare l’acquisizione aziendale’

Se così fosse, quest’ultima iniziativa si iscriverebbe nel solco delle novità che stanno cambiando anche il profilo urbanistico di Chiasso. «Tramite la nostra associazione Apec, l’Associazione per il promovimento economico di Chiasso – ha ricordato il sindaco –, vogliamo rilanciare il discorso di acquisizione aziendale. Un primo passo importante sarà l’apertura del nuovo centro Fernet Branca, che avrà luogo nel mese di giugno-luglio, dove oltre l’80 per cento degli spazi sono già affittati o venduti (spazi commerciali)». Mentre sul terreno dell’ex Trecor, demolita l’antica fabbrica, si è dato il là il cantiere delle Illiar Towers. Senza trascurare gli svluppi attesi nel comparto ferroviario nell’anno dei 150 anni dalla denominazione della stazione quale scalo internazionale.

Sostenibilità, uno studio in vista

A proposito di cambiamenti, la cittadina dichiara pure l’ambizione di riuscire a «offrire un Comune dove sia piacevole vivere, metter su famiglia, lavorare». E qui entra in campo la sostenibilità. «Il Comune di Chiasso in questo ambito vuole vederci chiaro – ha fatto sapere Arrigoni – e così lo scorso anno ha commissionato alla società Capifid uno studio a 360 gradi, volto ad individuare le linee guida su cui agire. I risultati saranno presentati nelle prossime settimane». In quel momento, spiega il sindaco, si capirà come sono stati declinati i diciassette punti fondamentali sul benessere della popolazione emanati dall’Onu nel 2015 con obiettivo 2030, riportati alla realtà locale.

Socialità e solidarietà

Casi in assistenza in calo

Certo non si perdono d’occhio neppure gli effetti della situazione economica sul tessuto sociale chiassese, che «lascia purtroppo sul terreno parecchie persone in difficoltà, soprattutto over 50». Per dare una mano e cercare di reintrodurre nel mondo lavorativo il maggior numero di persone, si sono messi in campo, ha ripercorso Arrigoni, «diversi progetti che stanno portando benefici, quali Frequenze e Progetto Giovani». Con esiti che rincuorano: «Negli anni 2017-2019 avevamo toccato le 650 persone in assistenza; negli ultimi anni vediamo un calo notevole: 501 persone a fine 2020, 450 a fine 2021 e 407 al 30 novembre 2022. Cifre sempre elevate, ma in forte diminuzione. Dobbiamo continuare su questa strada».

‘Profughi, non c’è serie A o B’

La cittadina di confine, del resto, non si è tirata indietro neanche davanti all’ultima emergenza profughi, sullo sfondo la guerra in Ucraina. Di fatto, «grazie anche alla profonda competenza acquisita negli ultimi decenni, Chiasso è stata un punto di riferimento importantissimo a livello federale nell’accoglienza», ha fatto memoria Arrigoni. «Un’esperienza – ha chiosato il sindaco – che deve anche farci riflettere sul significato della parola ‘profugo’: qui non c’è serie A o serie B, qui occorre mettere in campo semplicemente uno spirito solidale e il desiderio di dare una mano a chi è in difficoltà e ha scelto di mettersi in cammino con la speranza di un futuro migliore».

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