Mendrisiotto

Un Mulino fedele alla storia ma proiettato nel futuro

La comunità si riappropria della realtà del Daniello, nel ‘cuore’ del Parco della Valle della Motta

Obiettivo raggiunto: la comunità ritrova appieno il ‘suo’ Mulino del Daniello
(Ti-Press/Elia Bianchi)
16 ottobre 2022
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«Grazie alla ristrutturazione e rivitalizzazione, da semplice luogo di svago il Mulino del Daniello si è trasformato in un polo congressuale e didattico, restando comunque sempre fedele alla sua storia e al suo legame con il Parco della Valle della Motta e con la natura». Nelle parole del sindaco di Coldrerio Alain Bianchi c’è tutta la fierezza del traguardo raggiunto. Niente rituale taglio del nastro, per suggellare l’inaugurazione del Mulino, rinato, sabato mattina nel prato antistante alcuni bambini hanno piantato un ciliegio. Un momento simbolico che ha unito la Fondazione Galli, i Comuni di Coldrerio e Novazzano e gli istituti scolastici dei rispettivi Comuni.

L’obiettivo di questo progetto, in effetti, è ricordare la storia di questo manufatto. Al primo piano della struttura rinnovata è, infatti, possibile visitare una mostra fotografica prodotta dalle scuole in cui i bambini, accompagnati dai loro docenti, hanno guardato alla realtà della Valle della Motta. Una collaborazione, quella con le scuole, arricchita da un itinerario che si chiama ’Yoga degli animali nel bosco’, percorso strutturato in sette stazioni in cui è presente un codice QR da scannerizzare con spiegazione sulle posizioni yoga da assumere.

‘Una realtà consolidata’

Quest’ultima iniziativa ha visto fianco a fianco attori istituzionali, tra cui anche il Cantone, rappresentato al varo ufficiale da Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità. «Il Dipartimento del territorio si rallegra di questo importante risultato, che si aggiunge a una lunga schiera di opere e interventi realizzati dalla Fondazione Galli da quando, a partire dal 2004, è stata incaricata di attuare il Piano di utilizzazione del Parco della Valle della Motta. Un sito – ha ricordato ancora Colombo – che per molti era – e purtroppo lo è ancora – sinonimo di discarica e di territorio degradato». Invece, come ha sottolineato il direttore, «è oggi una realtà consolidata che gode di un apprezzamento generale: il completamento della rete dei sentieri l’ha resa più accessibile, le offerte didattiche attirano scuole e gruppi d’interessati, la natura è rispettata e curata, l’area – con i suoi boschi attraversati dalla Roncaglia – rappresenta un’incredibile e preziosa oasi di verde a ridosso degli abitati».

Un orgoglio per la Fondazione

Il progetto infatti, come descritto orgogliosamente nel suo intervento da Marco Tela, presidente della Fondazione Galli, comprende due stupende aule didattiche dotate di lavagna interattiva; un’aula verde, con una capienza di 80 posti e che gode di una magnifica vista sul parco; la sala della capriata che può accogliere fino a 20 persone e dotata di una cucina; il nuovo Museo, compreso di spazio vendita, splendidamente attrezzato da Ivan Camponovo e il locale delle macine, ristrutturato con un plafone di legno locale grazie al contributo di Federlegno, e gestito dal mugnaio Fulvio Alzeni.

‘Un luogo che farà la differenza’

L’opera di ristrutturazione, approvata dal governo e dal parlamento concedendo un credito di 600mila franchi, corroborato dalla partecipazione con altri 600mila franchi dei Comuni Coldrerio e Novazzano e dal contributo dell’Azienda cantonale dei rifiuti, è il frutto del lavoro del team guidato dall’architetto Enrico Sassi. «Credo si sia arrivati a un risultato molto maturo – ha spiegato a ‘laRegione’ il progettista –, riuscendo a mantenere un carattere capace di dare una nuova funzionalità alla struttura, come per esempio la sala sopra il fienile, spazio che prima non esisteva e che adesso ha assunto una grande importanza». Per l’architetto «questo luogo farà la differenza. Lo si è già visto, non era ancora stato inaugurato che già hanno fatto diverse attività». Senza trascurare il sentimento di affetto popolare: «Si è fatto del nostro meglio per trasformare il Mulino senza perdere il sapore, il calore e il sentimento dell’edificio».

‘Potenziamo le collaborazioni’

Altre parole entusiaste sono arrivate da Sergio Bernasconi, sindaco di Novazzano. «Ritengo che questo sia uno dei tanti esempi di collaborazione intercomunale, che deve essere ancora più potenziata». Alla domanda sul coinvolgimento e le speranze non solo del proprio Comune il sindaco ci dice, «spero possa essere veramente utilizzato da tutto il Mendrisiotto e messo magari in rete anche con altre strutture già esistenti in modo che non finiscano nel dimenticatoio e il fatto che si sia investito è proprio per dare un futuro a questi edifici e permettere ai nostri giovani di riviverli».